Commissione pari opportunità senza associazioni

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 7 mar­zo 2015 — Oggi si sente par­lare poco di Pari oppor­tu­nità, forse è già pas­sato di moda, o peg­gio si pen­sa che inserire due o tre min­istre all’interno del Gov­er­no risol­va tut­ti i prob­le­mi di genere.
Sap­pi­amo quan­to non sia così. Sap­pi­amo quan­to siano in molti a gio­care sull’immagine del­la pre­sen­za fem­minile e quan­to invece i con­tenu­ti mis­ogi­ni domini­no anco­ra l’animus dei maschi ital­iani, politi­ci com­pre­si. Lo dimostra­no le parole offen­sive riv­olte a donne che rive­stono ruoli isti­tuzion­ali, aggra­vate dal­la poca atten­zione del Gov­er­no Ren­zi alle politiche fem­minili.
Inutile che la min­is­tra Boschi definis­ca la vio­len­za con­tro le donne come un “crim­ine con­tro l’umanità” se poi non si impeg­na a portare a ter­mine il Piano nazionale con­tro la vio­len­za sulle donne lan­ci­a­to da Ren­zi con una con­sul­tazione on line lo scor­so novem­bre e che avrebbe dovu­to essere real­iz­za­to entro gen­naio 2015. Parole al ven­to.
Le asso­ci­azioni che si occu­pano di vio­len­za fem­minile non han­no inter­locu­tori min­is­te­ri­ali: non esiste il Min­is­tero per le Pari oppor­tu­nità, non è sta­ta neanche affi­da­ta una del­e­ga in merito..con il risul­ta­to che ruoli e fun­zioni restano spes­so con­fusi, i pochi fon­di sui prog­et­ti fem­minili spes­so rim­balzano dal gov­er­no alle regioni, e molto spes­so tor­nano indi­etro per ine­dia. Man­ca una prog­et­tual­ità sul tema men­tre improvvisa­mente nascono nuovi cen­tri defin­i­ti dalle asso­ci­azioni femminili“veri e pro­pri ser­ba­toi elet­torali ali­men­tati per future elezioni». Il taglio net­to dato ai fon­di che si occu­pano di vio­len­za fem­minile van­no di pari pas­so con politiche che han­no volu­ta­mente isti­tuzion­al­iz­za­to orga­niz­zazioni locali fem­minili attive da anni, risuc­chi­an­done i saperi e le espe­rien­ze mat­u­rate per appro­pri­arsene e ren­dere servizi neu­tri.
Questo è accadu­to anche nel nos­tro Comune quan­do l’allora asses­sore Tem­pes­ti­ni mod­i­ficò il Rego­la­men­to del­la Com­mis­sione per le Pari Oppor­tu­nità giu­di­can­do­lo trop­po aper­to al vivace mon­do asso­ci­azion­is­ti­co piom­bi­nese. Vi era­no troppe asso­ci­azioni all’interno di quel­la Com­mis­sione tan­to atti­va in pas­sato, e questo appari­va ingestibile (politi­ca­mente).
A dis­tan­za di anni il risul­ta­to di quel­la sceller­a­ta scelta è sot­to gli occhi di tut­ti: si con­tano sulle dita di una mano le asso­ci­azioni che han­no richiesto di aderire alla Com­mis­sione per le Pari Oppor­tu­nità del nos­tro Comune. Allo­ra il nos­tro aus­pi­cio per l’8 mar­zo vuole inve­stire in una sper­an­za. L’assessora Pel­le­gri­ni ha dichiara­to in Con­siglio Comu­nale la sua volon­tà a tornare indi­etro rispet­to a scelte che han­no lim­i­ta­to la parte­ci­pazione alla Com­mis­sione per le Pari Oppor­tu­nità. In questo giorno di fes­ta, vogliamo sposare il prin­ci­pio del­la lib­era parte­ci­pazione delle donne almeno all’interno degli organ­is­mi che si occu­pano dei prob­le­mi e dei temi che le riguardano diret­ta­mente . Isti­tuzion­al­iz­zare non deve sig­nifi­care lim­itare il dirit­to di parte­ci­pazione, ben­sì ren­der­lo pos­si­bile a tutte col­oro in gra­do di offrire con­tribu­ti di idee e di pen­siero: libero pen­siero.

UNALTRA PIOMBINO

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