Troppo comodo dare la colpa solo a Rebrab

PIOMBINO 3 feb­braio 2017 — Piom­bi­no ven­tes­i­mo mese dell’ Era CEVITAL. Trop­po como­do dare la col­pa solo a Rebrab. Ieri alla man­i­fes­tazioni tut­ti gli inter­ven­ti, del sin­da­co e dei sin­da­cati con­fed­er­ali, han­no evi­den­zi­a­to le colpe e le inadem­pien­ze di Rebrab, dimen­ti­can­do le pro­prie (fir­matari di accor­di sin­da­cali e di ben due accor­di di pro­gram­ma) che sono mag­giori, o quan­tomeno alla pari, di quelle dell’imprenditore “chiam­a­to” a sal­vare la fab­bri­ca nel 2014. Sen­za dimen­ti­care gli accor­di sin­da­cali peg­gio­ra­tivi del salario e dei dirit­ti.
Delle respon­s­abil­ità di Rebrab sem­bra però non tenere di con­to il pres­i­dente Enri­co Rossi, grande assente ieri su quel pal­co, che con­tin­ua ad aiutare ed avere fidu­cia nell’imprenditore algeri­no attra­ver­so inter­ven­ti eco­nomi­ci pub­bli­ci a tito­lo di garanzia per even­tu­ali presti­ti che Afer­pi chiederà alle banche per acquistare blu­mi e bil­lette da lam­inare.
Intan­to sono giá pas­sati ven­ti mesi e la fab­bri­ca è fer­ma; il 30 giug­no è sem­pre più vici­no ed i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età, allo sta­to dei fat­ti, non potran­no più essere uti­liz­za­ti. Niente di quel piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to da Cevi­tal nel 2015 è sta­to real­iz­za­to, eppure all’epoca tut­ti (e sot­to­lin­eamo tut­ti) lo con­sid­er­arono ido­neo per tornare a pro­durre acciaio a Piom­bi­no. Ora si dan­no tutte le colpe a Rebrab e si pren­dono le dis­tanze dall’uomo dell’anno 2015 del­la Val Di Cor­nia. Ma intan­to, con la vari­ante urban­is­ti­ca Afer­pi, l’am­min­is­trazione comu­nale intende fare omag­gio a Cevital/ Afer­pi del­l’area del Quaglio­dro­mo ad uso indus­tri­ale e di un trac­cia­to del­la 398 che porterà il traf­fi­co pesante sot­to le finestre dei res­i­den­ti al Cotone Pogget­to e non solo.
Vogliamo ricor­dare che chi con­tes­ta demo­c­ra­ti­ca­mente col­oro che non sono abit­uati ad essere con­tes­ta­ti potrebbe rap­p­re­sentare la pun­ta di un ice­berg for­ma­to da quei lavo­ra­tori, a com­in­cia­re da quel­li del­l’in­dot­to, i quali stan­no sof­fren­do eco­nomi­ca­mente e psi­co­logi­ca­mente, insieme alle loro famiglie, ormai da trop­po tem­po e sen­za intravedere un futuro.
A chi si scan­dal­iz­za dei fis­chi e delle con­tes­tazioni, vor­rem­mo ricor­dare una frase di San­dro Per­ti­ni, indi­men­ti­ca­to Pres­i­dente,: “LIBERO FISCHIO IN LIBERA PIAZZA”.
Infine vogliamo dire agli “attori” del mod­el­lo Piom­bi­no che i lavo­ra­tori non sono più dis­posti ad “aspettare Godot “. Lo dici­amo anche in francese: “en atten­dant Godot”. Così capis­cono tut­ti.

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