Comodo lasciare la patata bollente in mano ad altri
PIOMBINO 15 luglio 2017 — Come recita un antico detto popolare: “ la colpa morì fanciulla”. Concetto che vale anche per il caso dei finanziamenti subordinati di ASIU. È ormai noto a tutti che per riuscire a pagare le tredicesime 2012 e le quattordicesime 2014 dei dipendenti, ASIU ha acceso due finanziamenti (rispettivamente di 260mila e 400mila euro) con la Banca Popolare di Vicenza subordinandoli all’acquisto di azioni della stessa. Azioni diventate carta straccia in seguito alla svalutazione del capitale aziendale, “gonfiato” nel suo valore, prima della quotazione obbligatoria in borsa. I procedimenti giudiziari verso i vertici della banca sono tuttora in corso. Qui però non si sta parlando di privati, qui si parla di un’azienda pubblica: è lecito “giocare in borsa” con i soldi dei cittadini? In quegli anni gli organi di controllo dove erano? I sindaci soci della partecipata non si sono mai accorti che l’azienda accendeva finanziamenti presso istituti bancari a rischio? Gli assessori competenti dove erano? Eppure gli occhi di tutta la Val di Cornia erano puntati costantemente su questa partecipata. Qualcuno tenterà di scaricare la colpa sul collegio sindacale che ha il solo compito di certificare il bilancio, ma in questo caso non si tratta di falso in bilancio, si tratta di una scelta amministrativa sbagliata e oltretutto sarebbe alquanto strano che gli amministratori ASIU l’avessero fatto al di fuori di un mandato politico. Abbiamo la netta impressione che anche in questo caso assisteremo alla corsa per lasciare la patata bollente in mano ad un altro, ma per noi la cosa è molto chiara e speriamo che lo sia anche per i cittadini. Le possibilità sono due: o le amministrazioni della Val di Cornia non si sono mai accorte di nulla, e nel caso sono responsabili del mancato controllo, oppure sapevano ed hanno fatto finta di non vedere. Inoltre entro marzo 2017 era in corso un accordo transattivo con la Banca Popolare di Vicenza, con cui era possibile sottoscrivere un documento in cui si chiedeva di rinunciare ad intraprendere azioni legali contro la banca stessa, in cambio di un “indennizzo” pari al 15 % del valore azionario posseduto inizialmente. Che decisione è stata presa in merito? È stato firmato quell’accordo o si è deciso di intentare un procedimento contro l’istituto bancario? Anche in questo caso, qualsiasi decisione sia stata presa, sarebbe bene fosse resa pubblica, dato che stiamo operando con i soldi dei cittadini.
MoVimento 5 Stelle Piombino
E’ davvero una brutta pagina, sulla quale andrebbe fatta chiarezza. In primis con nomi e cognomi e non per essere colpevolisti a prescindere, ma perché con soldi pubblici serve trasparenza, sempre!!