Un Comune debole con i forti e forte con i deboli
CAMPIGLIA 16 novembre 2014 — Dalla stampa si apprende che il PD campigliese e il Sindaco Soffritti hanno respinto la proposta di attivare facilitazioni di vario genere per le nuove imprese giovanili che si stabilissero nel territorio, in particolare nel centro storico, motivando il voto contrario con la scusa che si tratterebbe di atti assistenziali e non facenti parte di un progetto più ampio che riguarda tutte le imprese anche esistenti.
Il Sindaco Soffritti ha poi lamentato ancora la mancata fusione di Suvereto con Campiglia e il conseguente mancato incasso di “milioni di euro” che avrebbero permesso di risolvere tutti i problemi.
Evidentemente PD e Sindaco dei problemi dei giovani se ne fregano allegramente e non sono in grado di capire che gli aiuti alla nascita di nuove imprese giovanili erano e sono normalmente attivate dalla regione Toscana e in tanti Comuni senza ridurle all’elemosina di €100 di contributo sull’affitto, che sono nulla rispetto a tutti i balzelli (tasse rifiuti, insegne, ecc.) che il Comune pretende.
Evidentemente poi il Sindaco non vuole o non è in grado di capire che ai cittadini di Suvereto non è andato giù quella che era una annessione e non una fusione, vista la differenza numerica tra Campigliesi e Suveretani, differenza che avrebbe conseguentemente fatto sì che dei presunti “milioni” solo poche centinaia di migliaia di euro sarebbero ricaduti sul territorio di Suvereto, che si sarebbe così venduto l’autonomia politica per il classico piatto di lenticchie.
Quello che il PD e il Sindaco non dicono è che i soldi che mancano o che non si vogliono dare per aiutare i giovani a creare nuove imprese e quindi lavoro, sono stati sperperati e continuano ad essere sprecati senza che chi governa abbiano fatto nulla e faccia nulla per evitarlo.
Questo è il caso della politica dissennata che il Comune di Campiglia ha portato avanti almeno da 20 anni sul tema delle cave.
Da quanto riportato in una lettera del Comune in risposta a parte dei quesiti posti in merito dal Comitato per Campiglia, risulta che dal 1994 al 2002 sono state fatte modifiche continue ai piani coltivazione, ai protocolli di intesa, alle quantità di scavo ammesse, alla destinazione dei materiali scavati sempre a favore dei cavatori e senza che il comune ne ottenesse alcun vantaggio economico al di là dei minimi inderogabili previsti dalla legge.
Se nel 1994 ci fu l’impegno della società proprietaria della Cava di Montecalvi a cedere quello che sarebbe diventato il Parco di San Silvestro a fronte di contributi anticipati, si arriva a prolungare la data di scadenza della concessione dal 2014 del 1997 al 2016 nel 1998 al 2018 nel 2002 quando a ben 16 anni dalla scadenza già si concede un raddoppio dei materiali di scavo (da mc. 4.865.000 a mc.8.507.000) senza alcuna giustificazione tecnica e guardandosi bene, di fronte ad una richiesta immotivata e distruttiva a lungo termine del territorio, dal pretendere un contributo sul materiale scavato superiore al minimo previsto per legge ( allora €/mc. 0,46).
L’applicazione di un contributo maggiore non era esclusa dalla legge 78/98 e quindi fu una scelta politica precisa che permise e permette alla attuale Soc. Cave di Campiglia di aumentare il suo giro d’affari di circa € 100.000.000,00 per un tozzo di pane, così come è stata una scelta precisa il non rispettare quanto dal 1998 prescriveva la legge sulla corresponsione dei contributi.
Grazie a quanto fecero il sindaco Banti e successivamente il sindaco Velo, oggi Campiglia si trova ad avere pagato quasi € 2.000.000 per il Parco di san Silvestro e ad essersi accontentato di €/anno 155.000 dal 2002 al 2009. Ad oggi quindi, mentre nella cava di Monte Calvi la proprietà continua ad attivare un giro di affari milionario, il Comune non prende più un euro e solo quando saranno stati scavati i mc. 8.507.000 concessi, potrà chiedere un pò di adeguamenti e comunque dovrà pagare alla ASL e alla Regione la quota parte dei contributi mai versati e ammontanti a diverse decine se non un centinaio di migliaia di euro.
Se poi si considera che alla SALES è stato concesso di corrispondere parte degli oneri facendo asfaltature di strade e marciapiedi ai prezzi medi stabiliti dal Comune senza confronti con altre ditte, si può immaginare, conoscendo l’andamento del mercato, che il Comune ci abbia rimesso i ribassi d’asta (varie decine di migliaia di euro) che sicuramente sarebbero stati proposti da altre ditte o dalla stessa SALES.
Tutto questo è detto per chiarire che il Comune di Campiglia da una parte dovrebbe smetterla con la retorica della bontà della passata politica, dall’altra ammettere una volta tanto che ha sempre favorito l’economia di cava di inerti in nome dell’occupazione, che per altro con tecniche di scavo più moderne sarà sempre minore. Così facendo l’amministrazione ha di fatto rinunciato a potenzialità economiche non indifferenti che oggi permetterebbero di realizzare una politica di promozione per le attività giovanili che graverebbero sul bilancio comunale di poche decine di migliaia di euro. D’altra parte visto che il Comune non ha detto nulla in merito alla proposta di nuova legge sulle cave che non modifica lo stato attuale a livello di contributi, e visto che non ha fatto nessuna formale richiesta di riadeguamento dei contributi nella stessa proposta di legge e in vista della finanziaria regionale del 2015, si può dire che l’Amministrazione di Campiglia non vuole toccare in alcun modo gli interessi dei cavatori e dimostra ancora una volta di essere debole con i forti e forte con i deboli.
p. il Comitato per Campiglia Alberto Primi