Comune, senza fine la diatriba con i revisori dei conti
PIOMBINO 1 ottobre 2014 - “Non succederà nulla tanto più che i rilievi fatti dall’organo di revisione non funzionano”. La risposta, fornita in consiglio comunale dal ragioniere capo del Comune Nicola Monteleone alle preoccupazioni della consigliera di 5 Stelle, Susy Ninci, è la più perfetta sintesi circa la posizione che la maggioranza al Comune di Piombino sta assumendo sulla vicenda delle contestazioni del Collegio dei sindaci revisori al bilancio consuntivo 2012. La Ninci, di fronte alla proposta della giunta di approvare comunque un atto in presenza del parere “non favorevole” dei sindaci revisori, si era preoccupata di domandare che ripercussioni ne potessero derivare.
La vicenda ormai sta invecchiando tra tesi e contratesi e rischia di trascinarsi ancora con esiti peraltro incerti. Un essenziale riassunto delle puntate precedenti può partire dal gennaio 2014 quando i nuovi revisori dei conti del Comune di Piombino osservarono il bilancio consuntivo 2012 rilevando “gravi irregolarità” e arrivando a ritenere che l’ente “non avesse rispettato, per l’anno 2012, il patto di stabilità nonostante ne fosse stata data formale comunicazione “ al Ministero dell’interno. A dar corpo al rilievo del Collegio soprattutto i rapporti intercorsi tra il Comune e la società in house “Piombino Patrimoniale srl”.
Il 22 luglio scorso, richiamando la relazione dei sindaci revisori, la sezione toscana della Corte dei conti ha esaminato i rilievi e sostanzialmente si è pronunciata in due direzioni. Attraverso una serie di valutazioni ha chiesto innanzi tutto al Comune l’adozione “entro sessanta giorni delle consequenziali misure correttive ai fini del successivo esercizio dell’attività di controllo”. Quindi – seconda decisione – si è riservata “di procedere ad ulteriori approfondimenti circa l’operazione di riacquisizione di immobili dalla società Piombino Patrimoniale srl, interamente partecipata dall’ente, ai cui tali beni erano stati precedentemente alienati”.
Ad oggi non ci sono comunque notizie su questo annunciato approfondimento.
Nell’ultimo consiglio comunale la giunta ha portato all’approvazione alcune deliberazioni: la prima concernente i provvedimenti da adottare in seguito alla richiesta della Corte dei conti toscana, la seconda riguardante variazioni al bilancio di previsione 2014 per 230 mila euro compresa la definizione di 83mila euro di debiti fuori bilancio ma esclusi 142mila euro derivanti, secondo quanto ha riferito l’assessore Lido Francini, da variazioni riguardanti il fondo di solidarietà e decise a metà settembre dal Ministero dell’interno, le altre attinenti al riconoscimento di debiti fuori bilancio.
Sui provvedimenti richiesti dalla Corte dei conti e sulla variazione di bilancio il collegio dei revisori ha espresso parere non favorevole mentre ha dato il proprio ok al riconoscimento dei debiti fuori bilancio. L’organo di revisione è giunto alle sue decisioni attraverso una dettagliata serie di rilievi che in sede di consiglio comunale sono stati in particolare contestati dall’assessore Francini e dal ragioniere capo Monteleone.
Si è discusso soprattutto della prima delibera riguardante i provvedimenti richiesti dalla Corte. Il funzionario Monteleone al riguardo ha ribadito il pieno rispetto delle regole da parte dell’ente in ogni passaggio ed ha parlato dei rilievi mossi dalla Corte (risultato di amministrazione, fondo di svalutazione, svincolo di residui vincolati) indicando come in gran parte (vedi procedura per superare gli squilibri del bilancio 2012 utilizzando anche entrate in conto capitale) si sia registrato un difetto di comunicazione alla stessa Corte da parte dei revisori che avrebbero mal compilato i questionari da inviare.
Una circostanza che, secondo diverse versioni in antitesi rispetto a quella del Comune, viene contestata essendo quei questionari basati su un programma di compilazione ricco di sistemi di controlli incrociati, nell’ambito della stessa tipologia di domande e fra tabelle inserite in punti diversi dello stesso documento. Ovvero una serie di opzioni, migliorate nel tempo e volte a testare la complessiva coerenza delle informazioni inviate e l’assenza di errori. In presenza dei quali la procedura non accetta neanche l’inoltro.
Fatto è che per il Comune, convinto di aver rispettato la legge, non si è posto neanche il problema di dover correre ai ripari mettendo in campo provvedimenti correttivi. Vero è che minimi sarebbero quelli previsti in delibera.
Si sta quindi viaggiando per tesi contrapposte e argomentazioni valutate con criteri diversi come è emerso anche nel dibattito in aula. Dove per esempio si è assistito alle pesanti accuse della consigliera Marina Riccucci che, in una sintesi da lei stessa definita “un po’ provocatoria”, ha chiesto, senza peraltro ottenere risposte, quali fossero i “gioielli di famiglia” ceduti nel 2012 per superare lo squilibrio di bilancio e quali ripercussioni possano derivare dal comportamento del Tesoriere etichettato come “censurabile” in un documento ufficiale del Comune consegnato ai consiglieri prima della seduta. E ancora quale consistenza potesse avere, al fine di giustificare un bilancio definito “fallimentare”, il riferimento “all’incapacità degli sindaci revisori di elaborare perfino un questionario”.
Oppure l’intervento opposto del consigliere Marco Mosci per il quale non esiste ormai possibilità di scelta: di fronte alla fiducia da lui riaffermata verso il sindaco ed il ragioniere capo, non resta che ritirare la stessa fiducia al collegio dei sindaci revisori.
In sede di votazione si sono pronunciati a favore delle delibere proposte dalla giunta i gruppi del Pd, di “Spirito Libero” e della “Sinistra per Piombino”. Contrari invece Rifondazione comunista, il Movimento Cinque stelle, Forza Italia e “Un’altra Piombino”. Non ci sono stati astenuti.