Per il Comune incatenarsi è contro il regolamento
PIOMBINO 16 giugno 2017 — Siamo ormai ad un passo dal disastro. Tra poco più di dieci giorni duemila lavoratori possono essere licenziati, perdendo anche gli ammortizzatori sociali di cui stanno usufruendo. Nonostante le promesse ufficiali, il decreto della manovra economica è stato approvato e non contiene l’emendamento che poteva consentire di prorogare gli effetti della “legge Marzano”, tra cui l’obbligo del mantenimento a lavoro dei dipendenti diretti, impedendo il licenziamento. Se si voleva fare un provvedimento del genere, quello era il momento e la prassi sicura, dato che la manovra economica ha tempi ristretti e corsie preferenziali per l’approvazione.
Quindi ora il pericolo che fra pochi giorni ci siano migliaia di persone che perdono quelle poche garanzie si fa sempre più concreto e che queste vadano ad aggiungersi all’altro migliaio di espulsi dal lavoro come i dipendenti dell’indotto siderurgico e delle attività comunque in crisi in questo territorio. La crisi sociale ed economica di questo territorio subirà una brusca accelerazione.
Per questi motivi sento il dovere di intervenire pubblicamente, per quello che può contare il mio impegno civico, senza la presunzione di avere un grosso peso politico.
Faccio comunque appello a tutti, singoli cittadini, associazioni culturali di varia estrazione, associazioni e categorie economiche di manifestare pubblicamente il loro pensiero in quanto siamo tutti sulla stessa barca e il disastro colpirà tutti. Faccio appello alla mobilitazione, in questo momento inadeguata alla rilevanza della situazione.
In particolare chiedo che sia manifestata pubblicamente la solidarietà al gruppo di lavoratori e cittadini organizzati nel Coordinamento Articolo 1 che in questi giorni manifestano in piazza Cappelletti a cui è stato detto ufficialmente, dalle istituzioni comunali, che incatenarsi è contro il regolamento, non tenendo di conto del contesto e della gravità della situazione.
Personalmente sono disponibile anche a condividere e subire eventuali provvedimenti che possono essere presi per chi, incatenandosi, come gesto simbolico, per la propria dignità e la ricchezza del territorio, manifesta anche fuori dai regolamenti.
*Adriano Bruschi è presidente di Legambiente Val di Cornia