Il Comune offre 33.500 euro e una pietra tombale
PIOMBINO 13 giugno 2018 — Mentre proseguono ancora i lavori per il nuovo canile a Montegemoli, quei lavori la cui fine è stata annunciata prima a novembre 2017, poi a dicembre dello stesso anno, poi a marzo 2018 ed adesso a giugno, è andato avanti anche il contenzioso tra il Comune di Piombino e ed i coniugi Simona Salini/Alessandro Napoleoni, proprietari e residenti in un immobile posto in prossimità del vecchio canile municipale, contenzioso avente ad oggetto le immissioni di rumore prodotte dalla presenza di cani all’interno della struttura comunale ed il conseguente disturbo che tale rumore provocava.
Una storia, raccontata più volte da Stile libero, conclusasi sfavorevolmente per il Comune di Piombino. Il Tribunale di Livorno il 19 giugno 2017
ha ordinato “la cessazione delle immissioni intollerabili provenienti dal canile comunale e dunque lo spostamento dei cani eccedenti il numero di cinque (da collocarsi come indicato dal CTU ing. Frosini nel supplemento di perizia), spostamento da eseguirsi immediatamente alla comunicazione del presente provvedimento e comunque non oltre 8 giorni dalla suddetta comunicazione“e
ha condannato il Comune di Piombino “a pagare alla parte ricorrente la somma di euro 50,00 al giorno per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento a decorrere dal nono giorno successivo alla comunicazione”.Il provvedimento del giudice era basato sopratutto sulla perizia redatta dal CTU ing. Stefano Frosini, nominato dal Tribunale di Livorno, che documentava il superamento della normale tollerabilità delle emissioni prodotte dall’abbaiare dei cani presenti nel canile, che non deve superare i 3 decibel del rumore di fondo, mentre i valori che erano risultati variavano tra 29,0 decibel e 7,4 decibel.
Ma la storia non è finita qui.
I proprietari dell’immobile, dopo la pronuncia del giudice sul procedimento cautelare, hanno chiesto anche un risarcimento per il periodo antecedente l’insorgenza del contenzioso, ancorando il periodo di riferimento per tale risarcimento alla data di inizio della loro residenza nel loro immobile. E non solo. Gli stessi hanno anche evidenziato una mancata piena esecuzione del provvedimento del giudice cautelare e cioè “lo spostamento dei cani eccedenti il numero di cinque (da collocarsi come indicato dal CTU ing. Frosini nel supplemento di perizia), spostamento da eseguirsi immediatamente alla comunicazione del presente provvedimento e comunque non oltre 8 giorni dalla suddetta comunicazione”.
I proprietari hanno poi trasmesso al Comune di Piombino un invito alla Negoziazione Assistita chiedendo il riconoscimento in loro favore di un importo transattivamente determinato in 40mila euro ciascuno e quindi in totale 80mila euro per i danni alla salute.
Nello svolgimento della negoziazione tra i legali delle due parti è emersa una volontà conciliativa, dice la deliberazione della Giunta comunale n. 149 del 6 giugno 2018peraltro non molto chiara, tesa ad evitare il perdurare del contenzioso in sede civile a fronte del riconoscimento di un indennizzo complessivamente stabilito in 35mila euro, con la rinuncia ad ulteriori azioni e/o pretese risarcitorie.
Il Comune di Piombino ha sentito il suo legale avvocato Carlo Moschini, il quale ha manifestato l’opportunità di andare verso una soluzione conciliativa, attesi tutti i potenziali rischi derivanti da una eventuale prosecuzione del contenzioso di merito per le evidenze emerse già nel procedimento cautelare e per la costante giurisprudenza relativa ad analoghe vicende aventi ad oggetto il diritto alla salute.
E così al Comune di Piombino non è rimasto che accogliere le indicazioni del legale fino ad arrivare a dichiararsi disponibile ad un accordo transattivo che preveda il versamento ai coniugi Saltini/Napoleoni di 33.500 euro, specificando che nel verbale di avvenuta conciliazione dovrà essere specificato che l’importo sarà versato ed accettato a copertura di tutti i lamentati danni sino ad oggi, con rinuncia esplicita a pretendere il pagamento di penali, nonché a presentare querela per l’asserita mancata osservanza del provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Livorno.
Ecco, il vero problema sembra proprio questo: “l’asserita mancata osservanza del provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Livorno” e non tanto il risarcimento pecuniario. Il fatto, insomma, che non sia stata rispettata la prima parte dell’ordinanza del Tribunale ( “la cessazione delle immissioni intollerabili provenienti dal canile comunale e dunque lo spostamento dei cani eccedenti il numero di cinque (da collocarsi come indicato dal CTU ing. Frosini nel supplemento di perizia), spostamento da eseguirsi immediatamente alla comunicazione del presente provvedimento e comunque non oltre 8 giorni dalla suddetta comunicazione”).
Cosa che, pare di capire, il Comune non vuole ammettere e ciò rende difficile, così come una fonte autorevole ci ha confermato, un eventuale accordo transattivo teso a evitare, è di nuovo il Comune che parla, una eventuale “querela per l’asserita mancata osservanza del provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Livorno”.
Vedremo nelle prossime puntate come evolverà la cosa.
Non mi torna. Lessi mesi fa che il gestore Enpa si era accollato il pagamento della penale, con tante grazie da Chiarei. Infatti l’ Enpa ha posto molti barattoli nei negozi per raccogliere i soldi. Davano per scontato di avere superato il numero di cinque cani del sanitario avendoci detenuto alcuni cani di pertinenza del rifugio. E va bene. D’ altro lato credo che l’ Enpa percepisca tuttora il corrispettivo del servizio per un canile rifugio che non c’è. Ora leggo che il Comune vuole conciliare con una cifra. Capirei che la penale non sia stata pagata finora né dal Comune né dall’ Enpa. E quindi non capisco come stiano le cose. A prescindere da un fatto che sarebbe imprescindibile e cioè che i cittadini non dovrebbero pagare per comportamenti illegali degli amministratori. Grazie.