Il Comune soccombe a spese della cittadinanza
SAN VINCENZO 29 marzo 2018 — Le tesi sostenute dal Comune, spesso basate su di una inspiegabile flessibilità nell’interpretare le regole, sono state regolarmente demolite da sentenze che continuano ad esporre la cittadinanza a costi eclatanti, vedi per ultimi i casi della Barcaccina e dell’ex Faro.
Anche la vicenda del Bayahibe e le risposte dell’assessore Massimiliano Roventini alla recente interrogazione presentata dal nostro gruppo in consiglio comunale lo confermano.
L’assessore, come prassi ultimamente, si è limitato a leggere una risposta scritta dagli uffici.
Non piace alla giunta assumersi la responsabilità delle scelte politiche che hanno contribuito ad alimentare questa vicenda, sulla quale il Consiglio di Stato ha posto un suo giudizio definitivo oltre due anni fa.
Sono numerose, ad esempio, le delibere di giunta nelle quali sono affidati incarichi ai legali di procedere con infiniti ricorsi dimostratisi poi assolutamente infondati.
La sentenza del Consiglio di Stato 5663/2015 riguardante il ricorso del condominio Belmare avverso il Comune e la Società Acquachiara ha annullato il permesso di costruire ed il piano spiaggia per quanto riguarda la scheda 6.1 e di tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali.
Ebbene la scheda 6.1 costituisce il fondamento giuridico e pianificatorio della costruzione dello stabilimento e del rilascio della concessione demaniale del 2008, pertanto anch’essa è stata annullata dalla sentenza stessa.
Se ci fosse bisogno di dimostrare il rapporto di consequenzialità tra la scheda e la concessione basterebbe chiedersi perché, se il bando di gara era stato assegnato nel 2002, la concessione fu rilasciata solo nel 2008, cioè due anni dopo l’approvazione del piano spiaggia. Oppure chiedersi perché tra le premesse della concessione e come primo allegato troviamo proprio la scheda 6.1.
Questo l’assessore o gli uffici, sembrano non averlo neanche sospettato, forse proprio a causa delle succitate lacune in campo giuridico.
Paradossale il passaggio nel quale si afferma che il concessionario non avrebbe commesso abuso perché il titolo era, al tempo, considerato legittimo.
Il Consiglio di Stato ha definitivamente dimostrato che il permesso non era valido per sostanziali differenze tra gli elaborati
dell’autorizzazione paesaggistica e quelli del permesso a costruire, pertanto è evidente che un’opera abusiva è stata realizzata su quel tratto di spiaggia, il che basterebbe ad imporre la revoca della concessione stessa.
Tragicomica l’affermazione che la progettazione dell’area inizierà una volta demolito il Bayahibe, come se non si dovesse aver pensato già da anni a cosa fare per ridare decoro ad un’area francamente umiliata dall’amministrazione negli ultimi anni.
Se in tutto questo siano da individuare ulteriori profili penali da perseguire oltre a quelli già oggetto di un procedimento per abuso edilizio, lo decideranno i giudici che riceveranno la risposta all’interrogazione in tempi brevi.
E’ in ogni caso inspiegabile come si permetta alla proprietà di continuare ad operare in queste condizioni e sorge spontaneo chiedersi anche, visto che sono iniziati i lavori per la realizzazione del chiosco stagionale, cosa succederà quando la Procura toglierà i sigilli e si dovrà procedere alla demolizione con le strutture precarie in aderenza all’edificio mai terminato.
Di una cosa siamo certi, questa è una classe politica che alimenta la sfiducia nella giustizia e nelle istituzioni attraverso la strenua difesa degli interessi privati e la continua forzatura delle norme a favore di certi soggetti che, evidentemente, contano più di altri.
Se non si procede alla demolizione del fatiscente cantiere del Bayahibe ed alla revoca della concessione demaniale alla Società Acquachiara, il ricorso per ottemperanza non potrà essere evitato con ulteriore aggravio di costi per le casse pubbliche.
Pende sulla vicenda anche la richiesta, da parte dei ricorrenti, della nomina di un commissario prefettizio ad acta.
C’è da aspettarsi che, come al solito, quando qualche autorevole esterno mette gli occhi sull’operato di questa amministrazione, anche stavolta il Comune dovrà soccombere, a carissime spese per la cittadinanza.
Gruppo Consiliare Assemblea Sanvincenzina