Comuni e Parchi ovvero la teoria del caos
La recente intervista al presidente della Società dei Parchi Val di Cornia, Luca Sbrilli, pubblicata su “Il Tirreno” del 22 Ottobre è la più esplicita testimonianza del caos che regna nelle amministrazioni comunali di questa zona. Una verifica che conferma la teoria del caos.
Vediamo alcuni punti, con l’impegno a ritornare sull’argomento quanto prima come l’importanza dei temi necessita.
Il 19 marzo 2012 il Comune di Piombino, anche a seguito della necessità di esplicitare in modo organico le modalità di esercizio del “controllo analogo” richiesto per le Società in house, ha modificato statuto e convenzioni con la Società parchi Val di Cornia. Si apprende che nessuno degli altri Comuni ha approvato modifiche simili e che dunque lo statuto vigente della Parchi è sempre quello vecchio non includendo le attuali norme europee e italiane.
Del resto la disattenzione all’osservanza delle norme non è caso sporadico dato, ad esempio, che lo stesso Comune di Piombino ha approvato nel 2006 un regolamento sulle modalità di indirizzo e controllo sulle società partecipate, Soc. Parchi compresa, che prevede la presentazione in consiglio comunale insieme al Bilancio Comunale del Piano operativo di ogni società partecipata ma questo non è mai successo.
Le relazioni tra i Comuni e la Società dei Parchi sono regolamentate da una convenzione e da un contratto di servizi. Lì sta scritto che i Comuni riconoscono un contributo desumibile dal “conto economico previsionale” redatto annualmente dalla Società ripartito tra i Comuni in proporzione al numero degli abitanti residenti ed ai servizi effettivamente attivati. Il presidente della Parchi ammette candidamente che non si applica più solo il Contratto di servizi ma che esso deve intendersi integrato dall’accordo preso in sede di conferenza dei sindaci lo scorso 20 febbraio. Pare di capire che quei criteri non sono più validi anche se ancora scritti e mai cancellati.
Peraltro il Comune di Piombino già aveva revocato alla società la gestione delle aree destinate alla sosta dei mezzi da Torre Mozza fino a Baratti e dunque azzerato gli introiti derivanti dalla loro gestione ed il Comune di San Vincenzo pur avendo stabilito in quella Conferenza dei sindaci di dare alla Società dei Parchi un contributo di 330mila euro ha deciso successivamente di portarlo a 144mila.
Pare di capire insomma che ogni Comune fa ciò che vuole.
Un bel caos nella forma e nella sostanza.
Sulla sostanza, in particolare, ritorneremo.