Con una mano si pianifica con l’altra si accumula
PIOMBINO 6 marzo 2018– Che il progetto RIMateria di realizzazione di una discarica per rifiuti speciali di 2.500.000 metri cubi nella zona cosiddetta LI53 (nella cartina sotto è indicata come AREA OGGETTO DI PROGETTAZIONE NUOVA DISCARICA, ndr), così come tutto il progetto che comprende anche l’attuale discarica Asiu e la vecchia discarica Lucchini (nella cartina sotto DISCARICA EX LUCCHINI APERTA, ndr), sia generato dalla primaria esigenza di risanare i conti di Asiu e della stessa RIMateria è un fatto ormai accertato.
Che la sua utilità sia legata concretamente e realisticamente soltanto o prevalentemente ai rifiuti industriali di Aferpi è tesi ardua da sostenere, date l’indeterminatezza degli sviluppi futuri di Aferpi e la stessa dizione dell’accordo di programma firmato il 24 luglio 2018 con il quale JSW, proprietaria di Aferpi, in materia di rifiuti e non solo, si è lasciata le porte completamente aperte per ogni decisione.
In realtà anche RIMateria si è lasciata aperte tutte le porte dichiarando esplicitamente che comunque il suo piano industriale (mai reso noto pubblicamente, ndr) e dunque l’intero progetto sottoposto ancora a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) reggono in ogni condizione. Cioè anche nel caso in cui non si trattino solo i rifiuti industriali locali ma anche quelli di altre zone della Toscana e dell’Italia.
Non a caso nella lettera che i legali della società Navarra hanno inviato l’11 febbraio 2019 ad Asiu, lamentando il fatto che non fosse ancora stato firmato il contratto di vendita del 30% delle azioni di RIMateria, si parla di spazi della discarica che sarebbero di spettanza della Navarra e di commercializzazione degli spazi della discarica. E Navarra non pensava certamente all’utilizzazione degli spazi della discarica per i rifiuti provenienti dal sito industriale di Piombino.
Niente di nuovo peraltro rispetto a quando la discarica attuale veniva gestita da Asiu e da RIMateria, l’una totalmente e l’altra prevalentemente pubbliche, e veniva utilizzata per il conferimento dei rifiuti speciali provenienti da ogni dove.
Anche per il futuro c’è da aspettarsi una situazione analoga e date le dimensioni del progetto RIMateria in misura anche maggiore.
Viene spontanea una domanda che, più che giuridica, è soprattutto politica: “Questa sicura utilizzazione futura è in linea con le previsioni urbanistiche come si sono formate nel tempo? Oppure tutto il processo attraverso il quale le previsioni urbanistiche si sono formate è andato nella direzione di un rapporto stretto con le necessità della zona industriale di Piombino ma contemporaneamente l’operatività della gestione della discarica e, come abbiamo visto, le concrete previsioni future sono andate nel senso opposto?”
Limitiamo pure il ragionamento alla sola discarica prevista nell’area LI53 e dunque al futuro.
Anche in questo caso la domanda è doverosa perché, esaminando un po’ l’attuale destinazione urbanistica di quella zona e ricostruendone la storia, è legittimo pensare che vi è stato uno stretto rapporto tra quella destinazione urbanistica ed il trattamento dei rifiuti della zona industriale limitrofa. E che dunque la volontà e/o la necessità di estendere ad essa l’esperienza dell’attuale discarica quasi esaurita, che ha raccolto i rifiuti speciali da ogni parte d’Italia, entra in contraddizione con tutta l’elaborazione che ha portato alle previsioni urbanistiche della zona.
Contraddizione politica, lo ripetiamo, non sta a noi l’aspetto giuridico.
Nell’occasione dell’approvazione da parte del Consiglio comunale di Piombino della Proposta di variante tesa a consentire il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’impianto Wecologistic è riemersa la norma d’attuazione del Regolamento urbanistico attuale per la quale tutte le zone F6 hanno la seguente destinazione:
art. 92 – Attrezzature ed impianti di interesse generale
F6 aree e attrezzature per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e attività assimilate
“Tali zone comprendono le aree e gli impianti di trattamento dei rifiuti civili e industriali di Ischia di Crociano, collocati all’interno della grande zona industriale di Piombino. In coerenza con le previsioni del Piano Provinciale dei Rifiuti sono ammessi tutti gli interventi impiantistici e di nuova edificazione necessari al funzionamento ed al potenziamento della discarica”.
Anche la zona LI53, quella sulla quale RIMateria intende costruire una discarica per rifiuti speciali (limitrofa all’area Wecologistic) ha destinazione F6 e dunque anche per essa deve essere rispettata la normativa del Regolamento urbanistico.
Il riferimento al Piano Provinciale dei Rifiuti è almeno datato ed incongruo dato che per i rifiuti urbani, che è l’unico ambito in cui il piano provinciale o regionale può dare prescrizioni, l’impianto di Ischia di Crociano non è più utilizzato. Per quel che riguarda i rifiuti industriali, invece, è nel Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche del 2014 che si possono e si debbono rintracciare indicazioni generali ed è la stessa RIMateria che ce lo insegna citandolo nel progetto presentato per la VIA: «Il principio di prossimità è esplicitamente richiamato (pag. 54) a proposito del polo siderurgico di Piombino:
“Sempre per quanto concerne i rifiuti speciali sarà promosso il completamento e l’adeguamento del sistema impiantistico al fabbisogno di trattamento espresso dal sistema produttivo, attuando il principio di prossimità al fine di ridurre la movimentazione nel territorio dei rifiuti stessi e favorendo una crescente autonomia a scala regionale per i flussi di maggior rilevanza economico-ambientale: i rifiuti del distretto cartario, fanghi dalla depurazione dei reflui urbani, rifiuti dalla siderurgia, dalla chimica, dal settore lapideo tra gli altri.”». E da questo fa scaturire l’affermazione più impegnativa: «L’Area, una volta realizzati gli interventi previsti dal presente progetto, sarà destinata al conferimento delle tipologie di rifiuti speciali già presenti sul territorio e che saranno ulteriormente prodotti dalle attività produttive presenti.
Quanto sopra in applicazione della normativa europea, nazionale e regionale di settore e in particolare secondo le previsioni del Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche approvato nel Novembre 2014 e in osservanza del principio di prossimità».
Quella normativa del Regolamento urbanistico dovrebbe permettere dunque solo la realizzazione di impianti che accolgano rifiuti industriali della zona. E poi lo facciano davvero nella gestione ordinaria, cosa che fino ad oggi non è successa.
Ma che il polo impiantistico attuale e futuro dovesse essere riservato ai rifiuti industriali di Piombino deriva anche dalla storia delle previsioni urbanistiche che quell’area ha avuto nel tempo.
2012/2014
Quando parliamo di sistema impiantistico vogliamo significare tutto il polo, quello la cui destinazione urbanistica è F6 che deriva dal Regolamento urbanistico adottato il 27 giugno 2012 e approvato il 25 marzo 2014:
Non l’ha modificata la Variante Urbanistica per l’attuazione del Piano Industriale Aferpi adottata il 28 ottobre 2016 ed approvata il 28 luglio 2017 che si è limitata a ridurre la previsione di circa 10 ettari per farla coincidere con i confini dell’ area occupata da Aferpi in proprietà o concessione demaniale, così come risultava nel Piano industriale allegato all’accordo di programma del 30 giugno 2015:
2008/2009
Il Regolamento urbanistico aveva incorporato la Variante al Piano Regolatore Generale vigente e al Piano Strutturale d’Area per la portualità, il distretto della nautica, il riassetto delle aree industriali e delle infrastrutture connesse adottata il 2 ottobre 2008 e approvata il 15 aprile 2009.
La Variante era la traduzione nello strumento urbanistico del Masterplan presentato dalla Lucchini che prevedeva l’ampliamento dell’area di smaltimento rifiuti urbani e industriali a cura della società Tecnologie Ambientali Pulite (TAP), la società gestita dall’Asiu e dalla Lucchini. Di qui la previsione evidenziata nella tavola sottostante in cui si vedono chiaramente le previsioni dell’area LI53 definite come “Ampliamento discarica R.S.U. e industriali”:
Con la Variante tutta la zona veniva destinata a Servizi generali e impianti tecnologici (F5), così come si vede nella cartina sottostante:
2008
Ampliamento discarica R.S.U. e industriali e classificazione della zona come F5 del resto non erano dizioni inventate in quell’occasione dato che il 13 febbraio 2008 la Giunta comunale di Piombino aveva approvato la Proposta progettuale per l’ampliamento della discarica di Ischia di Crociano vista l’estrema urgenza “con la quale è opportuno intervenire per dare certezza di continuità al servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti urbani e industriali non pericolosi”, prevedendo che all’interno di essa sarebbero stati riservati dei moduli per lo smaltimento dei rifiuti industriali prodotti dalla Lucchini. Nello stesso documento si definiva la discarica “a servizio del comprensorio industriale, oltre a ospitare i residui del trattamento dei rifiuti urbani”.
La localizzazione dell’ampliamento, come si vede dalla cartina sottostante, comprendeva proprio le aree della LI53:
Nella proposta, elaborata da Asiu, si avvertiva, dal punto di vista urbanistico, che “L’area oggetto dell’intervento è classificata, secondo le previsioni della vigente Variante generale, come sottozona “D2” ovvero “ambiti di espansione per nuovi impianti industriali, per la rilocalizzazione di quelli trasferiti e per la diversificazione produttiva di tipo industriale”…L’approvazione del progetto di ampliamento della discarica dovrebbe pertanto comportare una variante al PRG vigente al fine di estendere alle nuove aree interessate la destinazione di zona F5 “Servizi generali ed impianti tecnologici”…, già attribuita agli impianti esistenti nelle aree contigue in loc. Ischia di Crociano.
Cosa che, come abbiamo visto, veniva fatta nella prima Variante al Piano Regolatore Generale di pochi mesi dopo.
Si può sostenere in conclusione che le domande dalle quali siamo partiti (Questa sicura utilizzazione futura è in linea con le previsioni urbanistiche come si sono formate nel tempo? Oppure tutto il processo attraverso il quale le previsioni urbanistiche si sono formate è andato nella direzione di un rapporto stretto con le necessità della zona industriale di Piombino ma contemporaneamente l’operativa della gestione della discarica e, come abbiamo visto, le concrete previsioni future sono andate nel senso opposto?) possano esser considerate retoriche.
Glossario
I rifiuti
Le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sono definiti rifiuti. Vengono classificati secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e, secondo le caratteristiche in rifiuti pericolosi e non pericolosi.
I rifiuti urbani
Fanno parte dei rifiuti urbani:
- rifiuti domestici anche ingombranti rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade
- rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche
- rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali.
I rifiuti speciali
Fanno parte dei rifiuti speciali:
- i rifiuti da lavorazione industriale
- i rifiuti da attività commerciali
- i rifiuti derivanti dall“attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi
- i rifiuti derivanti da attività sanitarie
- i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti
- i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti
- altri.
(Foto di Pino Bertelli)