Concorda, Genova si muove a passo di carica
GENOVA 24 marzo 2014 - Come ha sempre fatto: Genova e la Liguria di muovono a passi felpati e sempre con l’umiltà del giocatore destinato alla panchina nel business dello smantellamento della Costa Concordia. Cominciò in autunno il governatore Claudio Burlando con una dichiarazione remissiva, quasi paterna: “Se Piombino non ce la fa, noi abbiamo pronti i porti di Genova e La Spezia”. Gran cuore ma sotto, sotto una malcelata convinzione: “I livornesi quel relitto non lo vedranno mai: sono così indietro con i lavori”. Poi, nei giorni di Natale, una candidatura un po’ più netta (“Noi ci siamo”), seguita da una mozione approvata il consiglio comunale per iniziativa del Pd nella quale si invitava il sindaco ad attivarsi per far arrivare la Concordia a Genova”. Nei giorni scorsi un altro affondo di cui ha dato notizia sul Tirreno, Alessandro De Gregorio il quale ha riportato una dichiarazione — stile primo Burlando — del capogruppo Pd, Simone Farello: “Nessun egoismo territoriale in quanto siamo i primi a sostenere che Piombino sia la scelta naturale per la vicinanza territoriale e come forma di risarcimento per gli effetti negativi del tragico evento. Se però non ci fossero le condizioni oggettive per far ricadere la scelta sul porto toscano, a questo punto si dovrebbero abbandonare tutte le valutazioni politiche e puntare esclusivamente sul porto industriale che presenta le condizioni tecniche migliori per la realizzazione del lavoro”. Di nuovo quindi in panchina ma con la speranza che il titolare non possa giocare. Non per nulla Luciano Guerrieri ha dichiarato che la concorrenza è forte e Genova è il candidato più agguerrito.