Concordia e Lucchini: parla il sindaco Anselmi
PIOMBINO 28 settembre 2013 — Nel giro di sette giorni due interventi del sindaco di Piombino Gianni Anselmi sono stati ospitati dal quotidiano Il Tirreno. Con la medesima soluzione grafica (articolo di richiamo in prima pagina e continuazione nella pagina delle lettere) il giornale ha rimarcato e ci ha fatto conoscere la posizione del primo cittadino riguardo a due importanti problemi: la destinazione del porto per lo smaltimento della Costa Concordia (articolo di venerdì 20 settembre) e la salvezza dello stabilimento Lucchini (articolo di venerdì 27 settembre). Qui di seguito potete leggere entrambi gli articoli tratti dalle pagine del giornale livornese. Nell’articolo del 20 settembre Anselmi dice che “la Città di Piombino e il suo porto non intendono partecipare a quella che rischia di apparire una macabra danza intorno ai resti esanimi di una fabbrica di emozioni” ed illustra le azioni che si stanno mettendo in essere per ospitare il relitto. Ricordato il “decreto emergenze” e il recente Accordo di programma, il sindaco dà notizia che “L’Autorità Portuale ha già bandito la gara d’appalto che, con l’utilizzo dei 112 milioni disponibili, che renderà operativo in tempi brevi (7 mesi) un adeguamento competitivo permanente del nostro scalo”. “ Le opere previste – precisa Anselmi — (banchina, fondali a ‑20, piazzali per 8 ettari) consentiranno (ci permettiamo di segnalare l’uso dell’indicativo) di accogliere in sicurezza il relitto ed avviare le complesse attività di smaltimento, per le quali il tessuto produttivo locale e regionale si dimostrerà assolutamente adeguato”.
Un impegno assolutamente perentorio sottolineato appunto dall’uso di quell’indicativo all’interno della frase “consentiranno di accogliere”.
Ribadito anche l’interessamento “all’idea del presidente Enrico Rossi di localizzare a Piombino un polo europeo d’eccellenza per la rottamazione delle grandi navi dismesse”.
Nel secondo intervento del 27 settembre si avverte la preoccupazione del sindaco per le sorti della siderurgia piombinese. Anselmi rivolgendosi al governo sostiene che “Piombino può essere il primo polo siderurgico europeo a ospitare una tecnologia alternativa all’altoforno per la produzione di ghisa: il Corex inquina meno, è competitivo e sperimentato, dà garanzie qualitative”. Con questo obbiettivo il primo cittadino sollecita interventi pubblici per incentivare l’iniziativa privata e in particolare chiede il “sostegno transitorio con la Cassa Depositi e Prestiti a chi accoglierà questa sfida”. Nell’articolo l’idea della rottamazione delle grandi navi viene ribadita e questa volta concepita in un ciclo di lavorazione che verrebbe a legarsi e ad incidere con la rinnovata attività degli stabilimenti siderurgici. “Piombino – scrive il sindaco – può essere proposta, come fa presso la UE il presidente Rossi, come polo europeo qualificato e certificato di rottamazione di grandi navi. Disporre di rottame a chilometro zero amplificherebbe la competitività del polo siderurgico”.
DAL TIRRENO — Venerdì 20 settembre 2013
NON GUERRA DEI PORTI MA PROGETTI SERI
di Gianni Anselmi
È andata in scena all’Isola del Giglio una straordinaria dimostrazione di efficienza da parte delle istituzioni, imprese e professionalità coinvolte nell’operazione di parbuckling della Costa Concordia. Tutto ciò, e ancor di più il dramma che ha riguardato tante famiglie e la comunità toscana, non meritano l’affronto di una poco dignitosa competizione fra località portuali circa la destinazione del relitto. La Città di Piombino e il suo porto non intendono partecipare a quella che rischia di apparire una macabra danza intorno ai resti esanimi di una fabbrica di emozioni, per ragioni di decoro istituzionale e perché abbiamo fiducia che gli argomenti che fanno di Piombino la destinazione naturale di ciò che resta della grande nave tornino presto, e senza equivoci, ad essere patrimonio condiviso di tutti i soggetti politici e tecnici, pubblici e privati in gioco. Noi abbiamo fornito la nostra disponibilità, come porto più prossimo al luogo del naufragio, a contribuire in sicurezza alla soluzione di una grave emergenza ambientale per la Toscana e il Giglio e a concorrere a quel riscatto della dignità che si è avviato con la perfetta riuscita del parbuckling. Abbiamo dal 2006, dunque ben prima della tragedia, un progetto di sviluppo del porto che aveva già goduto di finanziamenti statali e regionali. Questi sono stati recentemente riversati, con l’aggiunta di un importante ulteriore sforzo finanziario della Regione Toscana, nell’Accordo di Programma che ha seguito la recente approvazione del DL 43/2013 (cosiddetto “Decreto Emergenze”). L’Autorità Portuale di Piombino ha già bandito la gara d’appalto che, con l’utilizzo dei 112 milioni disponibili, renderà operativo in tempi brevi (7 mesi) un adeguamento competitivo permanente del nostro scalo. Le opere previste (banchina, fondali a ‑20, piazzali per 8 ettari) consentiranno (mi permetto di segnalare l’uso dell’indicativo) di accogliere in sicurezza il relitto ed avviare le complesse attività di smaltimento, per le quali il tessuto produttivo locale e regionale si dimostrerà assolutamente adeguato. Noi lavoriamo perché i tempi di adeguamento del porto coincidano con quelli di sistemazione e spostamento del relitto, e siamo ansiosi di dimostrarlo a chi avanza dubbi strumentali in proposito. E riteniamo che la soluzione dell’emergenza Concordia, al di là delle ricadute territoriali di breve termine che può favorire, sia un segmento coerente con un progetto di innovazione territoriale che stiamo mettendo in campo per reagire alle vicende critiche che riguardano il nostro apparato produttivo. Nell’ambito articolato delle progettualità innovative conseguenti al riconoscimento dello stato di Area di Crisi Complessa siamo interessati all’idea del presidente Rossi di localizzare a Piombino un polo europeo d’eccellenza, secondo standard ambientali e operativi di prim’ordine, per la rottamazione delle grandi navi dismesse. Aprire questo profilo industriale, oltre ad avere una autonoma utilità in termini occupazionali, genererebbe condizioni di competitività per un riqualificato apparato siderurgico, perché a Piombino potremmo avere l’unico forno elettrico italiano collocato su un porto e per di più alimentato dalla disponibilità di rottame “a chilometro zero” e dunque senza oneri logistici. Se letta in questa prospettiva, si può agevolmente comprendere che la disponibilità di Piombino ad accogliere e trattare nel suo porto la Concordia non risponde ad un approccio campanilistico e men che meno speculativo, ma è parte coerente di un progetto di innovazione e qualificazione industriale di lungo periodo e non episodico. Questa città, che ha illustrato nel mondo la storia dell’industria italiana e fronteggia oggi una crisi durissima del modello di sviluppo novecentesco, è ancora in campo con progetti, idee, senso di sé. Con la convinzione di poter dire cose nuove perché ha molto da raccontare, e di contribuire, anche nel tempo che viene, alla promozione della civiltà del lavoro del nostro Paese.
DAL TIRRENO — Venerdì 27 settembre 2013
SIDERURGIA, L’INNOVAZIONE È LA SALVEZZA
di Gianni Anselmi
Le vicende che riguardano la siderurgia italiana e in particolare i gruppi Riva e Lucchini, con le pervasive implicazioni per l’indotto, rendono non più rinviabile una assunzione di responsabilità diretta nel settore da parte dello Stato. Credo che ciò debba avvenire anche in deroga agli strumenti di intervento in essere, e che debba dispiegarsi con la profondità temporale sufficiente a evitare ulteriori pesantissime conseguenze di ordine sociale e a creare le condizioni di una prospettiva competitiva e durevolmente sostenibile. Non si pone il problema della rinazionalizzazione di un comparto che annovera eccellenze in grado di misurarsi con le inedite dinamiche competitive globali; ma è urgente non abbandonare a un destino inerziale patrimoni industriali che hanno qualificato l’economia italiana e favorito il progresso di intere comunità. Il futuro del modello di sviluppo italiano passa da una difesa della nostra struttura industriale e non da una presa d’atto rinunciataria dei suoi limiti. Per questo serve una politica di intervento pubblico che si connoti sotto il profilo strategico con il sostegno a investimenti privati in grado di catalizzare la riqualificazione dei territori, e nel breve termine fronteggiando le emergenze per assicurare che la transizione verso nuovi condivisi scenari si dispieghi evitando traumi sociali e lesioni alla dignità dei lavoratori.
A Piombino la presenza di un commissario di governo in Lucchini, l’approvazione del DL 43/2013 e la sottoscrizione dell’Accordo di programma per il potenziamento infrastrutturale e la bonifica dell’area portuale, con il riconoscimento dello stato di Area di crisi complessa ai sensi dell’art. 27 del Decreto sviluppo configurano le condizioni di scenario per un protagonismo proattivo delle istituzioni. Sono già in campo i contenuti di un progetto di innovazione territoriale che affianchi allo sviluppo portuale e viario la modernizzazione tecnologica dell’apparato siderurgico, la bonifica e la reindustrializzazione leggera delle aree dismesse, la ricerca di processo e di prodotto e sulle tecniche di bonifica, l’efficientamento energetico. Piombino può essere il primo polo siderurgico europeo a ospitare una tecnologia alternativa all’altoforno per la produzione di ghisa: il Corex inquina meno, è competitivo e sperimentato, dà garanzie qualitative. Proponiamo al Governo di verificare le condizioni — o crearle — perché l’UE, interpretando le linee del Piano Tajani e con le leve finanziarie disponibili, ne favorisca la realizzazione affiancando un privato a condizioni incentivanti. Piombino può essere il primo sito siderurgico italiano sul mare ad ospitare un forno elettrico, con i vantaggi logistici ed economici per l’approvvigionamento del rottame. Chiediamo un sostegno transitorio con la Cassa Depositi e Prestiti a chi accoglierà questa sfida. Con un Corex da un milione di tonnellate/anno e un forno elettrico da 800mila il polo Lucchini potrebbe stare in campo solidamente anche riducendo la capacità produttiva installata (oggi 2,3 milioni tonn/anno), tutelando l’occupazione e l’ambiente e collocandosi nella fascia alta dell’innovazione siderurgica. Piombino può essere proposta, come fa presso la UE il presidente Rossi, come polo europeo qualificato e certificato di rottamazione di grandi navi. Una prospettiva da approfondire. Disporre di rottame a chilometro zero amplificherebbe la competitività del polo siderurgico. Piombino è il porto più vicino al relitto della Concordia. Stiamo lavorando con l’Autorità Portuale per accoglierlo. Non partecipiamo a competizioni con altre aree portuali, siamo la destinazione naturale della nave. A Piombino ha sede un’impresa siderurgica, la Magona, che soffre di difficoltà competitive e di scelte della proprietà che ne penalizzano l’operatività. Ci aspettiamo che il MISE ottemperi agli impegni assunti sull’abbattimento dei costi energetici. L’auspicabile concretizzarsi di questo assetto non può prescindere dalla necessità di minimizzare o evitare discontinuità produttive e costi sociali non sostenibili. Per questo è necessario che il Governo assicuri, utilizzando le leve di politica industriale, una prosecuzione dell’operatività dell’altoforno Lucchini per il tempo necessario alla definizione di uno scenario progettuale, procedurale e finanziario nel quale collocare con certezza di tempi e risorse gli incentivi pubblici (compresi quelli in campo fiscale) e le intenzionalità private. Qualunque scelta strategica non può prodursi sulle macerie sociali e produttive di un territorio. Chiediamo al Governo di tornare a tracciare a Piombino, come nel secolo scorso, i segni di una politica industriale che guardi lontano. Che mobiliti intelligenze, competenze, attitudine al rischio. Lo si può fare, lo si deve fare prima che la rabbia cancelli la speranza.