Concordia, il “Sole” illumina il porto di Genova
PIOMBINO 30 maggio 2014 — Il titolo è secco e deciso: “La Concordia demolita a Genova”; nel testo dell’articolo mai una volta si usano verbi al condizionale, né si possono leggere avverbi tipo “forse”. Per il “Sole 24 ore”, che ha pubblicato, nella edizione cartacea, un lungo articolo (poi ripreso da siti, agenzie e tv) sulla destinazione del relitto del Giglio, non ci sono più dubbi. Solo qualche giorno di attesa per avere la conferma ufficiale dalla Costa Crociere sulla scelta del porto ligure come ultimo approdo della nave.
Prendiamo quindi atto che l’ufficialità ancora non c’è ma che difficilmente il giornale della Confindustria giunge a sbilanciarsi, come in questo caso, senza avere la “quasi” certezza di ciò che pubblica.
Quindi è assai probabile che tutto sia già stato definito, se addirittura non lo sia già da settimane. Nel caso, sicuramente prima delle elezioni.
Conviene quindi guardare con attenzione a ciò che il giornale scrive e, al riguardo, due passaggi ci sembrano fondamentali oltre alla conferma dell’indicazione che le operazioni di rigalleggiamento (dureranno una settimana) avverranno intorno al 20 luglio.
Il primo elemento è musica per le orecchie del Governo. L’armatore, infatti, rinuncerebbe, secondo il giornale, alla Turchia o ad eventuali altre destinazioni straniere per accettare l’indicazione governativa circa lo smaltimento in un porto italiano. Una posizione che all’Ansa il ministero dell’ambiente, Gianluca Galletti, ha così commentato: “Ho sempre lavorato in questa direzione, perché credo che la Concordia, da tragedia nazionale, debba diventare una possibilità di riscatto per il nostro Paese. Francamente che venga smaltita in Italia è un atto dovuto”.
Sembrano e sono lontane le perentorie affermazioni del ministro dell’ambiente del governo Monti, Corrado Clini, il quale non si è mai discostato da un ferreo concetto, a cui si sono sempre rifatti soprattutto il governatore Rossi ed il sindaco Anselmi: “La Concordia a Piombino”.
Quindi se l’accettazione di un porto italiano non è una concessione dell’armatore, di certo da parte della Costa è una riconsiderazione delle buone ragioni italiane pur di fronte a migliori preventivi di spesa per lo smaltimento, per esempio, in Turchia.
Il secondo elemento che si nota nell’articolo del “Sole” riguarda il Vanguard, ovvero il chiattone in grado di trasportare il relitto a grandi distanze. Pochi giorni fa il governatore Rossi si era scagliato contro l’uso della nave semisommergibile su cui Costa pareva orientarsi e oggi la stessa Costa sembrerebbe rinunciare a questa opzione per la quale aveva già in atto preaccordi firmati. Ovviamente quindi un punto a favore delle richieste del presidente della Regione. In realtà c’è da dire che, alla base dell’archiviazione del Vanguard, ci sarebbero soprattutto motivazioni tecniche legate alle possibilità di sollevamento dal mare del chiattone che può far risalire in superficie fino a 120mila tonnellate di ingombro. La Concordia al varo aveva una tazza di 114mila tonnellate ma, con l’acqua contenuta nelle parti basse dello scafo e con i pesanti cassoni, supera abbondantemente i limiti di azione della nave semi sommergibile.
Il risultato comunque è il ricorso all’uso dei rimorchiatori, qualcosa di rischioso e difficile per far arrivare il relitto a Genova in quattro-cinque giorni, ma comunque qualcosa che rappresenta un business per ditte italiane.
“Ora — ha puntualizzato Galletti — si tratta di verificare la sostenibilità ambientale del progetto presentato da Carnival su Genova”. Con queste premesse comunque non è difficile ipotizzare che il progetto finale dell’armatore per la destinazione della Concordia possa avere un esito favorevole nella Conferenza dei servizi che dovrà pronunciarsi ufficialmente entro metà giugno.
In questo quadro, più che la destinazione di Genova, è il modo scelto per rimuovere la nave a rappresentare una vera mazzata per le aspirazione del porto di Piombino. Una volta indicata la volontà di orientarsi su un porto italiano ed una volta rinunciato al Vanguard sarebbe stato naturale puntare sullo scalo più vicino per ricoverare e demolire il relitto. Invece il porto della Val di Cornia è stato bellamente ignorato quasi a suffragare la tesi secondo cui una opzione-Piombino non sia mai veramente esistita nonostante altisonanti proclami e reiterate rassicurazioni. Che, per la verità, dobbiamo ancora registrare. In merito il governatore Enrico Rossi ha oggi detto: “Genova è l’opinione della Costa che dovrà essere sottoposta a qualche valutazione e a qualche parere. Uno lo esprimeremo anche noi. Da parte mia dico: attenzione a portare in giro per 4 o 5 giorni questa nave che qualche problema di impatto ambientale lo avrà. Sul galleggiamento entro il 20 luglio, vedremo se ci riescono”. È invece sicuro di riuscire nell’impresa, cioè di concludere i lavori al porto di Piombino entro settembre, il commissario all’autorità portuale Luciano Guerrieri. “Per quanto ci riguarda — ha detto — stiamo procedendo con il programma che abbiamo già illustrato. Al momento siamo dentro la tempistica, e a settembre avremo dragaggi e accosto per accogliere una nave delle dimensioni e del pescaggio della Costa Concordia. Piombino è in grado di garantire tutto ciò e, al momento, non abbiamo niente che possa farci pensare il contrario”. Al riguardo ci corre l’obbligo di notare che Guerrieri parla di “accogliere la nave” che ovviamente va non solo ospitata, ammesso che davvero ci si riesca, ma anche demolita.