Sulla Costa Concordia siamo al tiro alla fune
Non si era mai visto un ministro che, per chiarire le proprie posizioni, impegnasse il sito istituzionale del proprio dicastero riportando lettere intercorse tra lui ed uno dei più alti funzionari dello Stato. Ed invece, in una supposta “operazione trasparenza”, abdicando alla rivendicata sobrietà del governo dei tecnici per avvicinarsi al metodo-Grillo, Corrado Clini, titolare dimissionario del ministero dell’ambiente, ha reso pubbliche (www.minambiente.it) le note ufficiali degli ultimi dieci giorni sulla storia della Concordia. Ne viene fuori un quadro disarmante verso il quale il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, che ha ancora la nave sdraiata a due passi dal porto, non ha nascosto sconcerto e preoccupazione. Tra Governo, attraverso Clini, e Protezione civile è infatti in atto uno scontro che, a giudicare dagli atti resi noti dal ministro dell’ambiente, pare non trovare composizione. L’oggetto del contendere, ovvero la destinazione finale del relitto, richiama l’attenzione di altre istituzioni al punto che netta appare, per esempio la divisione, tutta interna al Pd, tra la Regione Toscana e la Regione Lazio, tra il Comune di Civitavecchia e il Comune di Piombino, tra un gruppo di parlamentari toscani ed un altro gruppo di parlamentari non solo laziali. Tutti diessini. L’otto marzo scorso il Governo, su proposta di Clini, ha adottato un provvedimento “autorizzando il Commissario delegato, previa verifica della fattibilità e della convenienza dell’operazione, ad adottare tutti i provvedimenti necessari a consentire il trasporto della nave Costa Concordia presso il porto di Piombino per lo smaltimento”. Nella sostanza il prefetto Gabrielli, capo della protezione civile e commissario per l’emergenza Concordia, avrebbe dovuto sovrintendere alla realizzazione di opere previste in circa 150 milioni di euro per adeguare il porto di Piombino in modo da poter accogliere il relitto. Lavori ingenti peraltro da concludere entro l’autunno del 2013 quando viene prevista la rimozione dalla nave dal Giglio.
Ma Franco Gabrielli non c’è stato ed in una lettera inviata il 13 marzo scorso (http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/concordia/Lettera_Gabrielli_13-03–2013.PDF) ha fatto sostanzialmente rilevare al Governo che quel che gli è stato chiesto va oltre i poteri a lui conferiti. Come egli ha sottolineato da mesi, infatti, per un’operazione del genere occorre nominare un nuovo commissario ad acta. E, infine, le risorse indicate come “stanziate ed effettivamente disponibili” ammontano a “cinque milioni di euro peraltro solo allorquando la società armatrice rifonderà le spese sostenute dalla struttura commissariale”.
Appena due giorno dopo il responsabile della protezione civile è tornato alla carica inviando una nuova lettera ai ministeri dello Sviluppo economico-infrastrutture e dell’Ambiente (http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/concordia/Lettera_Gabrielli_15_03_2013.PDF ). In essa viene richiesto di “attivare le dipendenti strutture ministeriali al fine di formulare una pertinente valutazione sulla fattibilità e sulla convenienza dell’operazione relativa al trasporto della nave Costa Concordia presso il porto di Piombino”. Di più Gabrielli ha domandato informazioni sui “costi complessivi delle opere infrastrutturali previste nel progetto di adeguamento del porto di Piombino, sulle risorse già stanziate ed effettivamente disponibili per tale scopo, nonché sull’entità e sulle modalità di reperimento di ulteriori fondi da destinare a tali interventi poiché, come è noto, al momento il Commissario delegato, dispone soltanto di 5 milioni di euro”. E poi la stoccata finale e la proposta alternativa a Piombino. Nella lettera Gabrielli infatti rappresenta ai ministri “la necessità di prendere in considerazione le possibili alternative alla opzione Piombino, tra cui il porto di Civitavecchia che è posto ad una distanza poco maggiore rispetto a quello di Piombino”.
L’indicazione di Civitavecchia non è casuale perché il Comune laziale ha un porto che non ha bisogno di investimenti essendo già pronto per accogliere navi del tipo della Concordia (da lì addirittura Schettino è partito nel tragico viaggio verso il Giglio), è distante solo alcune miglia in più dal Giglio rispetto a Piombino, ha un sindaco (Pietro Tidei) ed una giunta che stanno facendo il diavolo a quattro per proporsi come porto di smantellamento del relitto e sono riusciti a guadagnare il consenso di parlamentari e istituzione regionale. Clini non ha preso bene la esternazione di Gabrielli e ha risposto con una nota apparsa sull’Unità del 18 marzo (http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/concordia/Nota_Unitx_18_marzo_2012.pdf) e con una successiva lettera del 21 marzo diretta oltre che alla Protezione civile anche, tra gli altri, alla presidenza della Regione Toscana (http://www.minambiente.it/archivio/ comunicati/concordia/Lettera_Clini_21-03–2013_x2x.PDF). Nella nota all’Unità il ministro parla addirittura di una “cortina fumogena di disinformazione sulla Concordia che è nello stesso tempo irresponsabile e patetica”. Clini elenca otto punti che ripercorrono gli atti decisi dal Governo. In essi viene esplicitamente indicata la destinazione Piombino e, in risposta a Gabrielli, si afferma: “…non capisco perché il prefetto Gabrielli possa sovrintendere alle operazioni che la Costa Concordia sta realizzando nel grande cantiere del Giglio per il recupero del relitto ma non a quelle (nell’ambito dello stesso stato di emergenza) che l’Autorità portuale deve realizzare a Piombino. Sul finanziamento Clini puntualizza come sia “ falso che verranno spesi 150 milioni per smaltire la Concordia”. “La realizzazione degli interventi – scrive il ministro — rende possibile anche le operazioni sulla Concordia ma non è finalizzata a queste operazioni”. In particolare viene indicato dal titolare dell’Ambiente che “i costi dello smantellamento e dello smaltimento sono a carico della Costa Crociere, mentre sono a carico delle autorità competenti gli interventi già previsti e approvati dal piano regolatore portuale per l’adeguamento di fondali e banchine ai fini delle attività proprie del porto”. La lunga lettera alla Protezione civile suona come la riaffermazione completa e totale della scelta del porto di Piombino per il quale la Regione Toscana ha presentato un progetto “corrispondente alle indicazioni del ministero dell’ambiente per la gestione in sicurezza delle operazioni di smaltimento e bonifica”. Cosa che, secondo quanto fa presente il ministro, non è avvenuta per il porto di Civitavecchia. Il ministro insiste, nell’ultima parte della lettera su un particolare che riprenderà più in dettaglio in seguito. Egli infatti rileva che il relitto è un rifiuto e quindi Costa Crociere deve “aderire alla proposta della Regione Toscana”, competente in materia di gestione dei rifiuti.
Il 21 marzo il responsabile della protezione civile ha in ultimo preso atto ed in una nuova lettera al ministro dell’ambiente (http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/concordia/ Lettera_Gabrielli_21_03_2013.PDF) si è limitato a “rilevare che in ordine alla fattibilità dell’operazione Piombino, ad oggi non è dato conoscere il parere del competente ministro dello sviluppo economico”. E, così come aveva già fatto il 15 marzo, Gabrielli ha comunque ribadito che il progetto indicato dal Governo esula dalle competenze attuali del Commissario per l’emergenza Concordia mentre – ed è una nuova indicazione – “stante la non correlazione tra l’emergenza in rassegna e le attività necessarie da porre in essere nel porto di Piombino, le stesse potranno essere svolte da soggetti ordinariamente competenti a cui la normativa vigente già attribuisce i poteri per l’espletamento delle attività riconducibili all’emergenza di cui trattasi”.
Lo stesso 21 marzo il ministro ha inviato l’ultima lettera resa nota nel sito del ministero dell’ambiente (http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/concordia/Lettera_Clini_21-03–2013.PDF). Il tono è confidenziale (“Caro Gabrielli…”) ma la sostanza è ultimativa. Clini nella sostanza ribadisce di aver sul tavolo solo la proposta della Regione Toscana per Piombino e nessuna che riguardi Civitavecchia e richiama l’attenzione “sull’esigenza di rendere pubbliche se disponibili, altre proposte al fine di consentire la completa applicazione della delibera del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2013 in condizioni di chiarezza e trasparenza”. Che non ci sia un proposta – nero su bianco – diversa da quella toscana appare ormai evidente stante la quantità di volte che il ministro lo ha ribadito. Che invece ci sia un’opzione Civitavecchia, ovvero la possibilità di utilizzare il porto laziale che non ha bisogno di nuovi lavori, è un fatto che non emerge solo da una serie reiterata di prese di posizione del sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei, ma anche da una nota del nuovo presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti: che ha affermato; «Credo anch’io che la Concordia possa essere lavorata nel porto di Civitavecchia. Sono d’accordo con il sindaco Tidei che sta conducendo questa battaglia». Un’affermazione che ha suscitato la reazione del Governatore Enrico Rossi: “Penso – ha detto — che il presidente Zingaretti parli di una cosa che non conosce bene e che, spinto dalla legittima volontà di rappresentare gli interessi della propria regione, commetta un errore di valutazione”.
E all’indicazione di Zingaretti non è mancata anche la replica di Clini, apparsa nello stesso sito del ministero: “Ho già fatto presente al presidente Zingaretti e ho ricordato con una nota al prefetto Gabrielli che: 1 — Il relitto della Concordia è un rifiuto che va smantellato, recuperato e smaltito secondo le norme nazionali e le direttive europee in materia di rifiuti. A questo proposito la competenza è attribuita primariamente alla Regione Toscana. 2 — La Regione Toscana ha presentato nel novembre scorso la proposta per le operazioni di smantellamento, recupero e smaltimento nel porto di Piombino, che prevede anche l’utilizzazione delle infrastrutture industriali esistenti per il recupero dei materiali . Le operazioni sono a carico della società Costa Crociere, secondo il principio “chi inquina paga”. 3 — Non risultano pervenute altre proposte, che in ogni caso devono essere sottoposte a Costa Crociere ed approvate preliminarmente dalla Regione Toscana”.
L’accentuazione del concetto di rifiuto attribuito alla nave di fronte al parere autorevole di Zingaretti a qualcuno è apparso come un estremo rimedio per sostenere la tesi toscana di fronte alla più economica e temporalmente meno rischiosa (saranno conclusi in autunno i lavori al porto di Piombino?) indicazione di Civitavecchia. Un modo per dire che comunque tutti dovranno passare per una decisione conclusiva della Regione Toscana. E’ solo questo il senso di un’indicazione finale che, nella presentazione delle lettere sul sito, Clini ha voluto lanciare quando ha scritto:” Si rassegni chi si illude di poter giocare sulla transizione tra questo governo e il prossimo, per modificare la linea di rigore e scrupoloso rispetto delle leggi e direttive europee in campo ambientale”? Oppure sull’affare Concordia si è già deciso in modi che, per finalità che magari completamente sfuggono, vanno oltre alla ormai esigua sopravvivenza politica del governo tecnico e del suo ministro dell’ambiente? Vero è che chi è in campo a giocare questa partita con la maglia di Piombino non abbandona l’ottimismo nonostante e comunque l’oggettiva difficoltà per realizzare ingenti opere in poco tempo e – cosa molto significativa – malgrado il silenzio della Costa Crociera che si è limitata per ora ad una sola banale considerazione circa l’esigenza di concordare eventuali iniziative con le istituzioni. Scrive Giorgio Pasquinucci sul Tirreno del 23 marzo: “Il sindaco Gianni Anselmi esce visibilmente soddisfatto dall’incontro al ministero dello sviluppo economico. Il governo è intenzionato a varare il decreto per finanziare le opere nel porto di Piombino prima della sua scadenza. Un gol che chiude la gara, almeno quella giocata ieri, a favore di Piombino”.
Se fosse i “laziali” non considerano affatto la partita conclusa e persa. Addittura 20 deputati del Pd hanno inviato un’interrogazione urgente al ministro Passera. Nella sostanza gli chiedono se “stanziare 150–200 milioni” per lavori che “comporteranno un impegno temporale di uno o due anni” rientra nella “spending review”.