Conglomix, il prodotto che nessuno ha usato
PIOMBINO 15 gennaio 2015 — «Sono perfettamente d’accordo con i rappresentanti locali e regionali di Legambiente sulla necessità di utilizzare il “conglomix”, materiale derivato dagli scarti industriali della Lucchini e prodotto da Tap per i lavori di ampliamento del porto di Piombino. Sarebbe infatti impensabile non tenere di conto di questo progetto strategico che viene portato avanti sul territorio da oltre dieci anni, che è stato sostenuto da finanziamenti regionali e dell’Unione Europea e che ha recentemente ottenuto le certificazioni provinciali per la sua commercializzazione». Queste erano le parole che pronunciava il sindaco di Piombino Gianni Anselmi a metà del 2013 in merito all’impiego di questo materiale cementizio prodotto dalla TAP dopo un lungo iter tecnico-amministrativo.
I risultati li sappiamo tutti: il conglomix non è stato utilizzato nemmeno per la costruzione delle opere portuali ed i ricavi della vendita da quando è stata autorizzata la commercializzazione sono stati pari a zero. La stessa Asiu dichiara nel bilancio al 31 dicembre 2013: «Il contratto sottoscritto con Sales per la fornitura di circa 60.000 tonnellate di conglomix non è stato ancora attivato, né si sono concretizzate le intese informalmente intercorse con la stessa Società in sede di Autorità portuale (che si doveva far carico di integrare i propri disciplinari di progetto) per fornire un analogo quantitativo di prodotto nell’ appalto del MISE del Porto».
L’idea originale ottima era quella di avere un prodotto finito riutilizzabile per vari scopi, in particolare per i sottofondi stradali ottenendolo dalla lavorazione delle scorie primarie di acciaieria, denominate anche “LD”, delle scorie secondarie note come “MS”, e del “Polverino di Altoforno” (PAF) provenienti dallo stabilimento siderurgico della Soc. Lucchini S.p.A di Piombino ed in particolare dal suo ciclo integrale. Una specie di calcestruzzo a basso prezzo da vendere nel mercato delle opere edilizie ed in particolare delle grandi opere pubbliche. La spesa sostenuta complessivamente si è aggirata sui 11 milioni di euro. I finanziamenti regionali intorno a 4 milioni (https://www.stileliberonews.org/tap-una-produzione-infinita-senza-clientela/)
Ciò detto è necessario anche ricordare che l’esigenza primaria di questa intrapresa industriale doveva essere quella di sostituire il materiale di cava al fine di poter ridurre l’escavo dei monti dietro Campiglia i cui effetti devastanti ed in continuo peggioramento ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Una lunga gestazione dal momento della ideazione (1999) e del finanziamenti ( 2004) nel corso della quale si è addirittura cambiato radicalmente il progetto. Si è cambiato anche il prodotto finale: doveva essere conglomerato idraulico catalizzato (CIC), è diventato conglomix.
Inaugurato l’impianto nel 2010, iniziano le prove tecniche del materiale prodotto e così nell’ agosto 2011 il presidente Murzi dichiara: «Ora abbiamo tutte le carte in regola». Nel gennaio 2013 arriva il via libera dell’Istituto superiore di sanità e subito dopo l’autorizzazione alla commercializzazione della Provincia di Livorno.
Il 9 agosto 2013 Asiu pubblica un avviso Avviso di selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato e pieno di n. 4 operai specializzati area impianti il presidente Murzi così lo presenta: «Secondo gli accordi intercorsi la Lucchini pagherà 20 euro per ogni tonnellata di materiale che conferirà alla Tap. Questo ci consente di ripagare completamente i costi di produzione e di avere la possibilità di mettere a disposizione il conglomix, eventualmente anche a costo zero, per progetti particolari di enti pubblici». Si prevedono 5–6 assunzioni da farsi entro l’anno in caso di richiesta del materiale prodotto. È sempre Murzi che parla, si può pensare anche ad un raddoppio. Viene svolta la prova scritta ed ai partecipanti che l’hanno superata si fa sapere che il 31 ottobre si svolgerà la seconda prova. Non succederà perché prima il concorso viene sospeso e mai più riaperto.
Se pensiamo
1. che Lucchini è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria il 21 dicembre 2012,
2. che il Tribunale di Livorno ha emesso la sentenza di stato di insolvenza il 9 gennaio 2013,
3. che già nel 2013 era chiaro che l’altoforno, e dunque il ciclo integrale, era più che a rischio fin dal 2008 data la vetustà e l’improduttività dell’altoforno,
4. che, come scrive la stessa Asiu nel giugno 2013 nel Piano operativo previsionale 2013 Linee guida piano industriale 2014–2017 parlando dell’impianto per la produzione del conglomix, «l’equilibrio economico dell’impianto attualmente non può prescindere dal corrispettivo di conferimento dei rifiuti siderurgici. La situazione Lucchini (ed in particolare il rischio di continuità aziendale che appare sempre più concreto) rappresenta in tale contesto un elemento di rischio evidente per la sostenibilità economica della Piattaforma. In data 8.5.2013 il Commissario Straordinario ha inoltre disdetto tutta una serie di contratti in essere (tra cui la convenzione TIA ed i conferimenti Conglomix) con la evidente finalità di avviarne una radicale rinegoziazione»
si ha il senso della improvvisazione e dell’ imprevidenza nella decisioni assunte.
Ancora una volta siamo di fronte alla macanza di una strategia.
Lo stesso Piano operativo proponeva alcune iniziative nessuna delle quali ad oggi è stata decisa o attuata (per leggere clicca qui).
Grave il comportamento di Asiu e grave il comportamento dei Comuni proprietari. Grave il comportamento delle forze di maggioranza che hanno espresso e esprimono ancora i governi dei Comuni.