Contratti, accordi e addendum senza trasparenza
PIOMBINO 23 agosto 2017 – Può apparire impossibile ma sembra che il futuro di Piombino dipenda da un comunicato stampa. Sì perché da quel comunicato e solo da quel comunicato illustrativo delle scadenze inserite nell’addendum al contratto del 30 giugno 2015, sottoscritto tra la procedura di amministrazione straordinaria della Lucchini e il gruppo Cevital, e delle conseguenze della loro violazione in termini di risoluzione del contratto discende il gran dibattito locale sulla inadempienze di Cevital, sulla credibilità di Rebrab, sulla necessità o meno della risoluzione del contratto, sulle idee di possibili acquirenti (in questo caso entrano in campo “fonti autorevoli”) ed anche sul futuro sviluppo economico della Val di Cornia.
Tutto senza considerare ciò che davvero è successo. E senza la minima attenzione alla coltre di nebbia che sommerge tutta la faccenda.
Intanto è successo che il testo dell’addendum non è stato fatto conoscere.
Può darsi che quanto illustrato nel comunicato del ministero sia vero ma la fonte vera non è data conoscere. La motivazione data dal sindaco di Piombino secondo il quale alla sua pubblicizzazione si oppone uno dei firmatari, e cioé Cevital, è almeno risibile dato che siccome in ballo ci sono denari pubblici, e tanti, e dunque l’atto non è certo configurabile come un qualsiasi contratto tra privati, la sua pubblicizzazione è dovuta almeno per un banale motivo di trasparenza.
Renderlo pubblico eliminerebbe, tra l’altro, la possibilità che le parti diano interpretazioni diverse, cosa del tutto possibile ma certo non auspicabile.
Chi ha avuto la bontà di leggere il bilancio 2016 di Aferpi non può non aver notato che il tono (ma anche i contenuti) è ben diverso da quello scritto nel comunicato stampa del ministero e nella sua volgarizzazione.
In esso c’è sostanzialmente scritto che partendo dal fatto che il piano del giugno 2015 era troppo ambizioso e che il fabbisogno finanziario eccessivo ha creato problemi anche per la conduzione degli impianti di laminazione “si è pertanto doverosamente operato per, da un lato reperire le risorse finanziarie necessarie e, dall’altro per ottenere un maggior termine per il realizzo del “Progetto Piombino”.
Ed ancora: “L’obiettivo è stato raggiunto con la sottoscrizione in data 30 giugno dell’Addendum al contratto dei complessi aziendali
ex Lucchini siglato il 30 giugno 2015 ed agli atti ad esso connessi: con ciò si è sancita la percorribilità – d’intesa con la Amministrazione Straordinaria e, di conseguenza, con il Ministero dello Sviluppo Economico, del raddoppio dei tempi utili per il raggiungimento degli obiettivi caratterizzanti il progetto iniziale”.
Sì ci sono delle scadenze inserite in un “piano di azione” (sono probabilmente quelle ci cui parla il comunicato stampa del ministero) ma esse sono derubricate come argomenti di un’attività di monitoraggio e controllo. Non è un caso che “conseguentemente, il Consiglio di Amministrazione ha rivisitato la sua valutazione della capacità della società di continuare a operare come un’entità in funzionamento alla luce di questo sopravvenuto evento” e si è collocata nella prospettiva della continuità aziendale.
Insoma il senso è che si può andare avanti.
Sempre dallo stesso bilancio si apprende che “parallelamente, sono in corso le opportune attività mirate al prolungamento delle previsioni contenute nell’Accordo di Programma ex art. 252 bis e direttamente collegate alla proroga dei tempi per l’ applicazione dell’attività di monitoraggio e controllo da parte della procedura di A.S.”.
La frase apre lo scenario sull’accordo di programma sempre del giugno 2015. È ovvio che quell’addendum non può non avere ripercussioni anche per esso, dato che accordo di programma e cessione degli impianti della ex Lucchini sono strettamente legati ed anche qui si affaccia la questione dei denari pubblici a vario titolo erogati, le concessioni demaniali e quant’altro.
Ebbene di questa rivisitazione dal Comune di Piombino non è arrivata la minima comunicazione. O il Comune di Piombino non sa nulla o non vuole dare informazioni, nemmeno al consiglio comunale. Si è saputo solo, non da fonte comunale, che il 2 agosto c’è stato un incontro tra il presidente della Regione e un rappresentante del gruppo Jindal Steel&Power nell’ambito della revisione dell’accordo di programma per Piombino. Cosa voglia dire concretamente “revisione dell’accordo di programma per Piombino” non è dato sapere.
Un po’ poco.
Evidentemente la trasparenza è un orpello del quale si ritiene di poter fare a meno dimostrando così che non si è appresa la lezione degli ultimi anni caratterizzati proprio da realtà raccontate e smentite dai fatti con conseguente progressiva caduta di risorse, possibilità di scelta e credibilità.