Contro il progetto RIMateria e per i referendum
PIOMBINO 22 settembre 2018 — Si è svolta questa mattina a Piombino la manifestazione organizzata dal Comitato di Salute Pubblica di Piombino e Val di Cornia e dal Comitato promotore dei referendum sul progetto RIMateria di cui Stile libero Idee dalla Val di Cornia ha approfonditamente parlato (Comitato promotore chiede due referendum).
Pubblichiamo di seguito l’intervento introduttivo letto ai manifestanti e alcune foto di per sé significative della partecipazione e del clima presente:
“Vogliamo per prima cosa rispondere a chi ci accusa di essere diretti e manovrati dalle forze politiche di opposizione.
Non è così: il Comitato di Salute Pubblica e il Comitato di Promozione del referendum contro la NUOVA DISCARICA è formato da cittadini che intendono capire e dare il loro contributo alla risoluzione dei problemi della nostra comunità. Vogliono per prima cosa che sia garantita la salute delle persone e la tutela dell’ambiente; per fare questo riteniamo sia necessario dare voce ai cittadini. L’opinione dei cittadini non può essere richiesta solo una volta ogni cinque anni! In particolare quando siamo di fronte a scelte che condizioneranno in modo pesante il nostro futuro come farà il nuovo progetto RIMateria. È indispensabile dare a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione.
IL REFERENDUM, SOTTOLINEIAMO CONSULTIVO, serve a questo!
Ringraziamo tutte le forze politiche di destra, centro e sinistra presenti oggi a questa nostra iniziativa, chiediamo loro di mettersi in ascolto e di portare nelle istituzioni locali, regionali e nazionali le nostre richieste, se le condividono! Abbiamo chiesto anche a chi ha già appoggiato parte delle nostre rivendicazioni di intervenire alla manifestazione senza le loro bandiere. Qui devono sentirsi tutti rispettati ed accettati indipendentemente dalla appartenenza politica o dalle idee che si hanno in merito ai quesiti referendari. Per questo vogliamo dare voce alle associazioni ed ai cittadini. I politici hanno molte occasioni per parlare ed agire all’interno delle istituzioni, oggi chiediamo loro e li invitiamo ad ascoltare.
Una cosa la condividiamo con la maggioranza che ci governa e che ci ha attaccato descrivendoci come burattini i cui fili sono manovrati dalle forze politiche a loro avverse.
Siamo d’accordo con la maggioranza quando afferma che RIMateria deve essere al servizio del territorio, delle bonifiche e delle aziende locali e che Piombino vuole valorizzare e qualificare le proprie bellezze naturali e paesaggistiche, favorire l’economia del turismo e dell’accoglienza, vuole la diversificazione economica come alternativa alla monocultura industriale, vuole salvaguardare l’ambiente e la salute dei propri cittadini. Anche noi cittadini di Piombino appartenenti ai due comitati vogliamo queste cose!
Proprio perché le vogliamo abbiamo promosso il referendum!
Siamo convinti che il nuovo progetto industriale presentato da RIMateria e sottoposto ad approvazione regionale per quanto riguarda l’impatto ambientale va in direzione opposta!
Proprio perché non riteniamo le persone dei burattini abbiamo pensato al referendum consultivo. Certi che nel confronto democratico tra idee diverse la popolazione saprà maturare l’indicazione più idonea, indicazione e non comando, il referendum è consultivo, indicazione popolare da dare ai politici che dovranno accettare, rifiutare o modificare il nuovo progetto di RIMateria.
La maggioranza cade nel ridicolo quando afferma che “Non ci sarà alcuna nuova discarica”! Basta leggere la descrizione del nuovo progetto dato dalla stessa SpA RIMateria alla Regione Toscana, testualmente:
- Attività di Trattamento e riciclo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 finalizzata al loro riutilizzo come MPS nell’ambito della MISP autorizzata con Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente prot. n.423 del 04/10/2017;
- Progetto definitivo della Variante 2 alle opere di chiusura della discarica Lucchini-riprofilatura con la discarica RIMateria;
- Progetto definitivo della nuova discarica su Area Li53.
Nel primo punto si afferma che RIMateria intende togliere le scorie presenti sull’area dove vuole fare la discarica, riciclarle ed utilizzarle per la messa in sicurezza dell’area stessa. Fra l’altro tale lavoro sarà affidato, secondo quanto scritto, ad una ditta esterna a RIMateria. La messa in sicurezza consiste nella impermeabilizzazione per impedire che le piogge possono raggiungere la falda superficiale e trasportare in essa gli inquinanti presenti nel terreno.…quindi una tombatura.
Il secondo punto dice che la discarica Lucchini non verrà chiusa come previsto ma portata alla stessa altezza della ex-Asiu ora discarica RIMateria, fino a 32 metri! Questo verrà fatto ponendoci sopra 350.000 metri cubi di altri rifiuti speciali.
Nel terzo punto si parla esplicitamente della costruzione della “nuova discarica”. Una nuova enorme discarica, come specificato nei documenti, da 2.500.000 metri cubi! Una “nuova discarica” sono le parole utilizzate da RIMateria per descrivere alla Regione Toscana il nuovo progetto!
La maggioranza ha studiato il progetto? Forse no!
Noi l’abbiamo fatto e ci siamo convinti che i nuovi spazi richiesti, in totale 2.850.000 metri cubi, niente hanno a che vedere con l’esigenze del territorio. La quantità è tale da dimostrare di per sé che il riferimento non sono le bonifiche del SIN o la ripresa produttiva delle acciaierie.
Si dice che la nuova discarica servirà ad accogliere il materiale non riciclabile derivato dagli smantellamenti degli impianti non più utilizzati della Lucchini e dalla rimozione dei cumuli abbandonati in area SIN: sono circa 36 ettari più altri 14 ricoperti da scorie LD, loppe, ecc. , ma stime della stessa RIMateria indicavano che la maggior parte di questi cumuli possono essere riciclati, non finire in discarica, e potremo dimostrare che lo stesso discorso vale anche per quanto riguarda le scorie dei moderni forni elettrici o gli smantellamenti.
La stessa ARPAT in un contributo di analisi mandato alla Regione Toscana mette in dubbio che il nuovo progetto, la nuova discarica, sia orientata al rispetto del principio di prossimità (trattare in loco la maggior parte dei flussi di rifiuti di una determinata zona).
Noi siamo convinti che la nuova discarica miri ad una sola cosa: intercettare il traffico nazionale dei rifiuti speciali. Siamo convinti che l’entità dell’aumento degli spazi di discarica richiesto, il nuovo piano industriale, sia stato suggerito dai privati che intendevano acquisire le azioni della SpA RIMateria. I privati cercano il massimo e sicuro stabile profitto, questi obbiettivi si raggiungono facilmente con le discariche per rifiuti speciali, una discarica come quella richiesta e con dimensioni di livello nazionale.
Per questo abbiamo stilato il secondo quesito referendario!
Nel secondo quesito referendario chiediamo di dire no alla cessione della maggioranza delle azioni ai privati che orienteranno, in parte lo hanno già fatto, la SpA RIMateria verso il mercato nazionale dei rifiuti speciali e abbandoneranno il criterio di prossimità (gestione dei flussi di rifiuti della zona) e la vocazione al riciclo dei materiali del SIN di Piombino. Questa era la funzione per cui era nata la TAP, il riciclo dei rifiuti siderurgici abbandonati nel SIN, oggi trasformata in RIMateria.
I nostri timori purtroppo sono fondati su dati di fatto: la necessità di ripianare un debito milionario fatto da Asiu e la volontà di vendere le azioni hanno fatto si che l’attuale discarica abbia raggiunto in due anni i 32 metri di altezza riempiendosi con i rifiuti speciali provenienti da dieci regioni italiane!
La maggioranza ha idee diverse sul nuovo progetto, del tutto legittimo! Ma non è altrettanto del tutto legittimo chiedere di confrontarsi pubblicamente in dibattiti insieme ad esperti del settore? Questo farebbe il referendum e alla fine del percorso i cittadini potrebbero esprimere l’opinione che liberamente si sono fatti.
La discarica ex-Asiu ora RIMateria è nata in una zona del tutto inadatta. Una discarica che avevano promesso non avrebbe superato i 9 metri ne ha raggiunti i 32 di metri! Un impianto che ci avevano detto era orientato al riciclo e avrebbe messo in discarica solo gli scarti, ma così non è stato.
Non doveva essere costruita una discarica così vicina ad abitazioni civili, vi sono case a 200 metri, fin dalla sua nascita ha visto la forte opposizione degli abitanti della zona. Non era il posto adatto: sulla strada di accesso alla città ed alla costa est, in una zona paludosa, su un terreno alluvionale dove il Cornia ha già allagato, con una falda superficiale prossima al piano di campagna, vicino al mare, tra il fiume Cornia ed il Fosso Cornia Vecchia. Ora dopo l’ampliamento della vecchia discarica Asiu si vuole continuare creandone una nuova nella zona confinante! Si è sbagliato a scegliere questa zona per la vecchia discarica e si vuole continuare a sbagliare costruendone una nuova più grande accanto!
Le ragioni per opporsi alla nuova discarica sono aumentate: un turista che si recherà a Piombino o alle spiagge, residence, Oasi Wwf, della costa est a vocazione turistica sarà accolto da questa enorme discarica. Come non pensare che sarà incoraggiato ad allontanarsi velocemente dal luogo? La nuova discarica si avvicina ancora di più al mare ed agli approdi turistici già presenti e a quelli progettati. L’agricoltura di qualità verso cui è orientata la Val di Cornia si può sviluppare solo se siamo in una zona ambientalmente protetta. La discarica impedisce proprio la diversificazione produttiva auspicata e orienta la nostra zona verso la monocultura del trattamento dei rifiuti. Molte sono le ditte che hanno ottenuto i permessi per istallarsi nel nostro territorio come ad esempio la CREO che intende trasformare i rifiuti in lignite(carbone) sempre poco distante dalla zona di Colmata ed a fianco dell’altra strada di ingresso a Piombino. Anche a questo progetto ci opporremo quando da ottobre partirà, secondo quanto leggiamo nei giornali, il confronto con la città.
Ma, si dice, i disagi originati dalla discarica spariranno con la sua messa a norma e la nuova discarica sarà fin da subito costruita secondo le norme tecniche che garantiscono il rispetto dell’ambiente. Anche su questo non siamo d’accordo con la maggioranza che appoggia il nuovo progetto. Una nuova discarica oltre che costruita bene deve sorgere lontano dalle abitazioni civili, su di un terreno adatto, in una zona adatta. Una discarica anche nel normale funzionamento determina un impatto ambientale ineludibile, pensiamo ai conferimenti e al traffico relativo, al fatto che i rifiuti depositati dai camion devono essere spianati e movimentati e solo dopo la loro sistemazione saranno ricoperti, magari solo prima della chiusura giornaliera della discarica, nel frattempo nell’aria si liberano odori spesso insopportabili. L’inquinamento odorigeno è stato spesso minimizzato o ridicolizzato.
Immaginate di dovere tenere chiusa la finestra in piene estate perché il puzzo ti prende alla gola! Immaginate di dovere richiudere la finestra la mattina perché non conviene cambiare aria alle stanze. Quanti piombinesi quando passano davanti alla discarica per andare al mare sulla costa est chiudono i finestrini dell’auto! Gli abitanti di Colmata con il puzzo ci sono restati tutto il giorno da due anni! Con puzzi diversi e non sopportabili, diversi da quelli derivati dai rifiuti urbani a cui erano quasi abituati o rassegnati. In questi ultimi due anni sia il ritmo dei conferimenti che il tipo di conferimenti hanno originato odori insopportabili, molto di più di quelli che caratterizzavano la discarica quando accoglieva rifiuti urbani. I disagi sono aumentati a dismisura. Oggi la discarica è solo per rifiuti speciali, i rifiuti urbani vanno a Grosseto. Ci dicevano che la discarica serviva al territorio e per le bonifiche, ci dicevano che avrebbero messa norma gli impianti. Per anni siamo stati accanto ad una discarica priva dei requisiti impiantistici minimi previsti dalla legge e le norme tecniche di riferimento, in queste condizioni circa il 70% del biogas che si sviluppava dalla discarica finiva in aria, biogas composto in buona parte da metano, uno dei gas che incrementano fortemente la cappa che crea il riscaldamento globale. Per vedere iniziare in modo spedito i lavori di messa a norma abbiamo dovuto aspettare troppo! Talmente tanto che i NOE sono intervenuti per sequestarla ed imporre interventi e tempi certi per la sua messa a norma. Oggi la sembra che il sequestro sia terminato perché i lavori di messa a norma sono stati quasi completamente effettuati. Rammentiamo un altra nostra richiesta, i carotaggi per scoprire se la Lonzi e RaRi hanno creato una situazione di pericolo con i loro depositi. Ricordiamo che circa un terzo dei conferimenti con cui si è effettuato il rialzo della discarica sono stati forniti dalle suddette ditte indagate per traffico illecito di rifiuti e ricordiamo che il sindaco si è impegnato a farli eseguire per togliere ogni dubbio che dentro la discarica pur con il massimo impegno ed onesta dei lavoratori di RIMateria ( mai messo in dubbio la correttezza dei lavoratori) i manigoldi che dirigevano le due ditte livornesi siano riusciti a conferire rifiuti pericolosi che lì, nella nostra discarica, non possono restare.
Queste sono alcune delle motivazioni per cui abbiamo presentato il primo quesito referendario!
Per dire NO ad una nuova enorme discarica per rifiuti speciali da 2.500.000 metri cubi, più grande di quella attuale ed ubicata in una zona completamente inadatta. Per dire NO ad una discarica che provocherà un ulteriore inaccettabile impatto negativo in un ambiente che deve invece essere bonificato. Per dire NO ad una discarica che danneggerà le prospettive di sviluppo economico della nostra zona per tutti quei settori che richiedono un ambiente privo di inquinamento e di puzzo! Per dire No ad una discarica che ha il solo scopo di fare soldi e profitti che andranno in mano ai privati. Il pubblico quando non avrà più la maggioranza delle azioni non avrà più nessuna capacità di indirizzo: così è in tutto il mondo perché dovrebbe essere diverso per Piombino?
La maggioranza ha idee diverse dalle nostre sul nuovo progetto RIMateria, questo è del tutto legittimo e speriamo di potere confrontarci, ricercare, dialogare per capire chi ha saputo meglio individuare la migliore strada per la tutela degli interessi della nostra comunità.
Quello che riteniamo illegittimo è avere detto che i quesiti referendari sono illegittimi! La legittimità dei quesiti referendari, la decisione di ritenerli compatibili con le regole stabilite dal Comune non spetta a loro! Spetta ad una commissioni di tecnici comunali che decideranno non in base a convinzioni politiche o al giudizio che hanno sul progetto RIMateria ma in base alle regole ed alle leggi. La maggioranza ha il diritto ed il dovere di propagandare le proprie idee ma non doveva esprimersi sulla legittimità dei quesiti referendari: questo spetta alla commissione tecnica comunale che sarà appositamente creata e non dovrà subire nessun condizionamento.
Vogliamo chiarire che non abbiamo nulla contro i lavoratori di RIMateria e della loro lotta per difendere il proprio posto di lavoro. Siamo contro lo stravolgimento della funzione di RIMateria, siamo contro il nuovo piano industriale e non contro i lavoratori. Riteniamo che RIMateria possa divenire una risorsa per il nostro territorio se rispetterà il principio di prossimità e l’indirizzo verso le bonifiche. Bonifiche che fra l’altre cose la nostra amministrazione non ha mai fatto partire nemmeno quando erano di sua competenza ed erano finanziate.
Apprendiamo dalla stampa che il 24 settembre verrà portato all’approvazione dei soci Asiu l’accordo definitivo per la vendita del 30% delle azioni di RIMateria a Unirecuperi. Come Comitato Salute Pubblica di Piombino-Val di Cornia facciamo un appello ai sindaci proprietari di RIMateria affinché la ratifica dell’accordo definitivo sia sospesa fino a quando la commissione esaminatrice del Comune di Piombino si pronuncerà sulla ammissibilità dei quesiti referendari. Sarebbe un segnale di rispetto sia verso il Comitato promotore del referendum che delle 3.000 firme di semplici cittadini allegate alla richiesta.
Video e foto di Luigi Faggiani
Foto di Pino Bertelli