Contro la maggioranza e si dimenticano della città

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PIOMBINO 19 novem­bre 2015 — Al di là di resp­in­gere il tono piut­tosto offen­si­vo che pun­tual­mente si ripresen­ta da parte del M5S su ogni azione del mio par­ti­to, vor­rei gar­bata­mente repli­care a quan­to affer­ma­to nel­la nota di oggi a fir­ma di Daniele Pasquinel­li in mer­i­to soprat­tut­to alla pro­pos­ta di delib­era di una Com­mis­sione denom­i­na­ta di “garanzia e con­trol­lo” da parte delle cosid­dette “mino­ranze”.
Occorre innanz­i­tut­to pre­cis­are che il cli­ma che da subito si è rigi­da­mente instau­ra­to in questo Con­siglio comu­nale, molto diver­so per con­tenu­to e qual­ità dal prece­dente, è un cli­ma il cui obi­et­ti­vo dichiara­to e pun­tual­mente pale­sato è soltan­to quel­lo di con­trastare la mag­gio­ran­za e di cer­care osti­nata­mente tut­to quan­to sia poten­zial­mente sbaglia­to nel­la sua azione. Tut­to il resto viene in sec­on­do piano, com­pre­so quan­to può gio­vare questo atteggia­men­to ai nos­tri cit­ta­di­ni. Tut­to questo non aiu­ta cer­ta­mente a costru­ire un per­cor­so a van­tag­gio del­la cit­tà.
La vicen­da dei quartieri, tan­to sbandier­a­ta come una vit­to­ria volu­ta e ricer­ca­ta, offre abbon­dante tes­ti­mo­ni­an­za di cosa inten­da il M5S come svol­gi­men­to di una polit­i­ca a sosteg­no del­la cit­tad­i­nan­za, col risul­ta­to che oggi i quartieri non ci sono, quan­do con un po’ di buon sen­so, e soprat­tut­to sen­so civi­co e real­is­ti­co, pote­va­mo tut­ti assieme scon­giu­rare ques­ta even­tu­al­ità: ma il M5S vol­e­va i quartieri sen­za la pre­sen­za del PD, ques­ta è la ver­ità.
Ma ritor­nan­do sul­la pro­pos­ta di delib­era per la cos­ti­tuzione di una com­mis­sione di garanzia e sul per­ché la posizione del mio par­ti­to è sta­ta con­traria: mi lim­i­to a riportare pochi pun­ti che ho avu­to modo di relazionare in sedu­ta con­sil­iare (i ver­bali sono con­sulta­bili da chi­unque) in rap­p­re­sen­tan­za del mio par­ti­to.
Pri­ma di tut­to sgom­bri­amo il ter­reno dall’ipotesi assur­da che il Pd non voglia la trasparen­za delle pro­prie azioni. Sem­mai si guar­di altrove quan­do ad esem­pio si invo­ca l’uso del­lo stream­ing solo per certe occa­sioni, ma non quan­do si dis­cu­ta del pro­prio par­ti­to. Come pos­si­amo osservare…di quale trasparen­za par­liamo ?
La trasparen­za isti­tuzionale (pen­so a ques­ta si riferisca quel­la allu­sione) è garan­ti­ta dai pas­sag­gi isti­tuzion­ali pre­visti e con­tem­plati dal­la statu­to, dal rego­la­men­to e dal­la legge, attra­ver­so i pas­sag­gi nelle rispet­tive com­mis­sioni — che ricor­do essere quat­tro più quel­la delle pari oppor­tu­nità — oltre alle sedute con­sil­iari e a tut­ti i pas­sag­gi delle varie con­feren­ze dei capi grup­po (di cui lo stes­so Pasquinel­li fa parte). Almeno questo si potrà con­di­videre.
Inoltre: se non rius­cis­si­mo a far lavo­rare bene questi liv­el­li isti­tuzion­ali (di cui lo stes­so esten­sore del­la nota non solo rico­pre il ruo­lo di pres­i­dente di un grup­po, ma anche di autorev­ole vice pres­i­dente di una impor­tante com­mis­sione, la quar­ta) come si potrebbe rime­di­are? Istituen­do un’altra com­mis­sione che, come si prevede­va in quel­la pro­pos­ta di delib­era, si sarebbe occu­pa­ta di tut­to? Una com­mis­sione che di fat­to avrebbe “asfal­ta­to” tutte le altre oggi esisten­ti? Pro­prio di tut­to si sarebbe occu­pa­ta (bas­ta andare a leg­gere quel­la pro­pos­ta), ma così facen­do che sig­ni­fi­ca­to avrebbe avu­to l’esistenza delle attuali com­mis­sioni? Addirit­tura la Giun­ta sarebbe sta­ta mes­sa in pesante dis­cus­sione? La con­feren­za capi grup­po non avrebbe avu­to più il com­pi­to di impostare e piani­fi­care le sedute con­sil­iari in quan­to sur­ro­ga­ta da ques­ta com­mis­sione (bas­ta leg­gere la pro­pos­ta di delib­era agli atti).
Devo anche ricor­dare che sia la pres­i­den­za che la vice pres­i­den­za sareb­bero andate di dirit­to alle oppo­sizioni, ma allo­ra era questo il vero obi­et­ti­vo… Anche per­ché a ques­ta com­mis­sione non sareb­bero state asseg­nate solo alcune e con­di­vise com­pe­ten­ze (ipote­si che si sarebbe potu­ta ver­i­fi­care) ma tut­to — pro­prio tut­to — quan­to riguar­da la vita ammin­is­tra­ti­va e il gov­er­no di ques­ta cit­tà. Questo allo­ra era il vero obi­et­ti­vo: un roves­ci­a­men­to di fat­to del respon­so elet­torale. Che c’entra trasparen­za e sfac­ciatag­gine in tut­to questo? La nos­tra rispos­ta è sta­ta chiara e net­ta, oltreché traspar­ente, a queste con­dizioni non è pos­si­bile accogliere sim­i­le pro­pos­ta, ques­ta sì, inde­cente.
Sul pun­to rel­a­ti­vo alla pub­bli­ciz­zazione dei “deb­iti fuori bilan­cio per ques­tioni giudiziarie” riten­go che la rispos­ta data dal pres­i­dente del grup­po Pd sia sta­ta esauri­ente, esaus­ti­va e soprat­tut­to seria, lad­dove con una sem­plic­ità che tut­ti pos­sono com­pren­dere, persi­no i più osti­nati detrat­tori, richia­ma alla nec­es­saria atten­zione ver­so casi che potreb­bero innescare con­tenziosi inter­minabili per avere vio­la­to, a liv­el­lo isti­tuzionale, la tutela del­la pri­va­cy. Da qui una gius­ta pru­den­za, sem­mai riman­dan­do a un mag­giore appro­fondi­men­to ques­ta tem­at­i­ca. Dov’è lo scan­da­lo?
La ver­ità è che lo “sfac­cia­to” non va ricer­ca­to nel Pd, ma in chi a dis­pet­to persi­no del pro­prio manda­to (che non voglio immag­inare sia sta­to asseg­na­to dai suoi elet­tori col solo obi­et­ti­vo del dis­fat­tismo a tut­ti i costi) con­tin­ua con questo atteggia­men­to che non si può nep­pure definire di oppo­sizione per­ché non è così che un’opposizione seria e respon­s­abile si com­por­ta. La quale, sep­pure non rin­un­cian­do alla dife­sa delle pro­prie e legit­time ragioni, dovrebbe agire sem­pre cer­can­do la migliore soluzione, anche medi­a­ta se nec­es­sario, per gli inter­es­si del pro­prio elet­tora­to e di tut­ta la cit­tà.

Rinal­do Bar­sot­ti, con­sigliere Pd nel Con­siglio comu­nale di Piom­bi­no

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