Controparte è un’inadeguata giunta comunale
PIOMBINO 4 luglio 2017 — Pur comprendendo e condividendo le sincere preoccupazioni e la totale buona fede degli organizzatori e dei partecipanti al corteo di ieri contro la chiusura de canile, non possiamo esimerci dal sollevare alcuni interrogativi. Cè stata una sentenza del tribunale con relativa ordinanza, pertanto la richiesta di prorogare la permanenza dei cani nell’attuale canile che significato può avere? Una soluzione di questo tipo non è più nelle disponbilità nè del Comune nè del querelante, per cui il corteo finisce nei fatti (e al di là della buona fede dei partecipanti) con l’offrire all’amministrazione comunale un asset per cercare di uscire dignitosamente da un vicolo cieco in cui si è cacciata a causa di una gestione inadeguata perseguita da anni e al contempo con il riproporre l’additamento del querelante “intransigente” come responsabile ultimo dello spostamento forzato dei cani; per non parlare poi della contestazione di una sentenza da parte di un’istituzione pubblica. Tant’è che alla manifestazione ha partecipato con toni rassicuranti e grati l’amministrazione, nella figura dell’assessore all’ambiente che da anni gestisce il capitolo canile nel peggiore dei modi possibili.
Esiste un progetto per un nuovo canile fin dal 1995: ci sono state offerte di costruzione di un nuovo canile a costo zero per il Comune, respinte. Anni di inettitudine ostinata.
Non solo. Mentre si pensava allo spostamento del canile già dall’anno 1995 , con impegno di soldi pubblici per progettazioni e studi di fattibilità, si sono buttati via centinaia di migliaia di euro in un canile fatiscente e non a norma per averne l’accreditamento, sapendo che gli strumenti urbanistici imponevano la delocalizzazione di quella struttura, tanto che si rilasciavano concessioni edilizie per insediamenti residenziali in possimità di un canile che si sapeva essere privo delle necessarie opere di insonorizzazione
Una sfilza di errori e contraddizioni davvero imbarazzante!
Nel 2015 un cittadino, legittimamente ricorre in tribunale; ad ottobre viene emessa una sentenza, ma il Comune non la rispetta, procede con il reclamo e continua a non far niente, sostenuto dalla fiducia nel ravvedimento comprensivo del tribunale e nel buon cuore del querelante! Parte anche una raccolta di firme a sottolineare l’indignazione dei cittaini.
Nel frattempo sono pervenute all’amministrazione proposte e suggerimenti di collaborazione da parte di associazioni animaliste del territorio: proposte di adozione, proposte di spostamento verso canili vicini ben strutturati e disponibili all’accoglienza degli animali e dei volontari, proposte di lancio di una campagna di adozioni fatta in tempi utili e con maggior serenità. Proposte tutte respinte, incomprensibilmente. Niente è stato fatto. Solo fiduciosa attesa, mentre si predisponevano, in ritardo, strumeneti burocratici ordinari, in un contesto che di ordinario aveva solo l’immaginazione.
Lo stesso ricorrente, additato oggi alla pubblica indignazione, aveva più volte avanzato proposte di conciliazione. Respinte anche queste e, peggio ancora, taciute.
Tutto ciò è inaccettabile: eticamente, politicamente, amministrativamente e risulterà molto oneroso per le tasche dei cittadini che dovranno accollarsi le ingenti spese giudiziarie (appesantite dal reclamo), oltre al notevole costo del nuovo canile, in un momento tanto critico per la città.
*Carla Bezzini è consigliere comunale di Un’Altra Piombino