Una corsa a lasciare il cerino acceso in mano ad altri
PIOMBINO 17 dicembre 2016 — Non sembra proprio che gli incontri di Rebrab nella giornata di venerdì 16 dicembre con il presidente della Regione Toscana, il sindaco di Piombino e le segreterie Fim Fiom Uilm abbiano portato alcuna novità. Lo dimostrano il silenzio di Rossi, le contraddittorie prese di posizione di Giuliani, le differenziazioni in seno al mondo sindacale e le preoccupazioni espresse dalla stampa locale.
Del resto, l’ultima relazione del Commissario Nardi avvertiva sui seri rischi che correva il progetto di Aferpi. Soprattutto, durante il consiglio comunale aperto l’amministratore delegato Azzi ammetteva sostanzialmente che niente è stato ottenuto sul piano dei finanziamenti. Nei giorni scorsi era così cominciata la corsa a chi più si distanziava da Rebrab. I sindacati maggioritari, strenui difensori del cosiddetto modello Cevital-Piombino, messi alle strette dai fatti, sollecitavano l’intervento del governo. Il sindaco Giuliani si vantava del fatto di aver “irritato” Rebrab (salvo poi affrettarsi ad aggiungere che ancora lui ci crede…) e chiedeva anche lui un maggior intervento del Governo.
Spiccano, in questo contesto, due interventi dei giorni scorsi. Il primo è quello del consigliere regionale Anselmi. L’arrivo di Cevital fu il lancio della sua campagna elettorale finita male verso il Parlamento; oggi, nelle vesti di ex “sindaco che salva la città”, vuole trasformare la fine di Cevital nella sua nuova campagna elettorale. Dimentico di essere stato in prima linea con il governatore Rossi a sponsorizzare il progetto Cevital, oggi si presenta come uno dei più decisi critici di Rebrab, dei suoi ritardi e della sua inaffidabilità e si spinge fino a criticare Rossi, accusandolo di non aver fatto sufficienti pressioni sul Governo.
L’altro intervento che spicca è quello del Commissario dell’Autorità portuale, Guerrieri, il quale — guarda caso — solo adesso esplicita chiaramente che le concessioni portuali per il pontile ex-Lucchini scadono a febbraio 2017 e che il loro rinnovo è subordinato alla presentazione di piani industriali e finanziari credibili, tuttora mancanti. Nel momento in cui ci rallegriamo per questa possibilità di condizionare le decisioni di Aferpi (no acciaio? no porto), ci domandiamo due cose:
- perché finora tutto ciò non era stato chiarito?
- per caso, non si trasformerà questa presunta minaccia in ulteriori occasioni di rinvio?
Ci piacerebbe che lor signori facessero autocritica. E fa tenerezza il tentativo di molti di lasciare il cerino in mano a qualcun altro…
Chi quei concetti li ha elaborati da un anno e sulla fragilità del progetto ha insistito fin dall’inizio, è sempre stato oggetto di ostracismo, insulti e accuse. Noi abbiamo chiarito la nostra posizione il 6 dicembre in consiglio comunale a Piombino: saremmo stati ben lieti di essere smentiti, ma in concreto la vicenda Cevital-Aferpi non è mai decollata e non sta per finire, è già finita. Ciò che non è stato fatto in due anni non può essere fatto ora in due mesi.
Quel che veramente ci dispiace della vicenda Cevital-Aferpi è il fatto che per quasi due anni sono stati illusi i lavoratori e non si sono ricercate alternative. Il tempo concesso a Rebrab è stato tempo sottratto a ricercare soluzioni vere alla crisi del territorio e al momento della decretazione ufficiale della fine di Cevital/Aferpi ci ritroveremo al punto di partenza. Dunque, ora basta attese di incontri che saltano; basta notizie che rendono fumoso il dibattito, basta false promesse.
Cominciamo tutti seriamente ad elaborare insieme gli interventi che portino davvero a produrre di nuovo acciaio a Piombino, assieme ad altre misure di sostegno ad uno sviluppo diversificato da proporre ed imporre al governo ed alle istituzioni regionali e locali, nel quadro di una politica industriale all’altezza dei tempi. Pensiamo a creare nuovo lavoro e lavoro nuovo per qualità sociale e ambientale: altro che Variante Aferpi!
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG
Associazione Lavoro Salute e Dignità
Associazione Restiamo Umani