Cosa fare dopo la Caporetto delle forze di governo
PIOMBINO 25 maggio 2017 — È ormai sotto gli occhi di tutti la Caporetto delle forze di governo (nazionali e locali) e dei sindacati sulla questione Aferpi. L’ aver coperto e assecondato per due anni il gioco al rimando di Rebrab senza costruire alternative ha messo la città sotto scacco costringendola a venire a patti con un imprenditore palesemente inadempiente.
Ora il governo deve recuperare ed esercitare tutta la sua responsabilità per uscire dalle sabbie mobili. Il faro da puntare restano gli accordi del 2015 e il contratto di compravendita, con gli indirizzi industriali a cui rimandano.
Va perseguita con tempestività ogni soluzione che consenta di centrare gli obiettivi di fondo, irrinunciabili per la sopravvivenza socio-economica dei lavoratori e del comprensorio.
Con urgenza ( e parliamo qui di poche settimane) occorre procedere a quanto segue:
- Assicurare la continuità produttiva degli impianti esistenti e il prolungamento delle tutele occupazionali e salariali ( legge Marzano e contratti di solidarietà) per un ulteriore biennio, anche mediante un nuovo accordo con la proprietà, se inevitabile. È comunque necessaria, anche oltre il biennio, una copertura con tutele che non escluda nessuno dei 2200 lavoratori dipendenti più l’ indotto, per i tempi necessari al riassorbimento di mano d’opera attraverso il rilancio produttivo e occupazionale della zona. Ulteriori cadute dei livelli occupazionali e salariali della zona sarebbero deleteri per tutta la comunità della Val di Cornia (e oltre) trascinandola in un degrado insopportabile e irreversibile. Un eventuale nuovo accordo dovrà puntare ad un assetto proprietario dell’ azienda siderurgica con ingresso di un nuovo partner con specifica esperienza, in posizione dominante rispetto a Cevital, che consenta la ripresa del colaggio di acciaio a Piombino. L’ accordo dovrà prevedere un piano industriale dettagliato, credibile non solo tecnicamente ma anche finanziariamente, complessivo (siderurgia, logistica e agroindustria) con relative precise cadenze cronologiche. La vigilanza del commissario di governo in materia dovrà esercitarsi con rigore e tempestività, senza concessioni di inadempienze e rinvii, pena l’ immediata riacquisizione, da parte dello Stato, delle aree e strutture cedute. Un eventuale contenzioso legale non può essere essere usato strumentalmente come uno spauracchio per imporre soluzioni raffazzonate con l’ attuale proprietà: le incertezze sono forti sia con che senza contenzioso e non mancano al governo chances di vittoria in tempi ragionevoli, mentre nelle more del procedimento la gestione dello stabilimento potrebbe essere assicurata con provvedimento di urgenza del Tribunale.
- È necessario che i sindacati si attivino, con urgenza, con il commissario Nardi per il pagamento del tfr ai lavoratori ex Lucchini servizi.
- Fermare qualsiasi manovra che vada nel senso della ulteriore riduzione di lavoro e di salario nelle ditte in appalto, come ad esempio si paventa per il personale femminile addetto alle pulizie civili; affrontare in un tavolo specifico i problemi occupazionali delle ex ditte in appalto nello stabilimento siderurgico, per le quali dovranno esserci coperture con ammortizzatori sociali come per i dipendenti diretti.
Oltre le urgenze, occorre comunque costruire una soluzione ponte verso un futuro che deve essere credibile a lungo termine, nell’ ambito di un piano siderurgico nazionale e con un ruolo rafforzato dello Stato nel settore; non già una ennesima, temporanea anestesia sociale che prepari un nuovo fallimento (vedi Lucchini e Serverstal). Alla conferma degli investimenti nei tre settori interessati, deve affiancarsi una decisa accelerazione, sia del pubblico che del privato, sui temi delle bonifiche, delle infrastrutture e della diversificazione economica. Tutto ciò è possibile con la partecipazione e mobilitazione dell’ intera collettività della Val di Cornia. Le organizzazioni sindacali devono abbandonare la linea di totale subalternità alle forze di governo e farsi promotrici di più incisive forme di lotta e di uno sciopero generale di zona sollecitando la adesione di tutte le categorie , delle associazioni, delle organizzazioni professionali e dei partiti politici.
Coordinamento Articolo 1 – Camping CIG