Così né si risolvono i problemi né si alleviano i dolori
PIOMBINO 25 marzo 2016 — Era tutto scritto ma non corrispondeva a ciò che veniva detto. Molto addirittura non era scritto ed era dunque inutile parlarne. Fin dal 24 aprile 2014, quando fu firmato l’accordo di programma per la riqualificazione ambientale e produttiva del polo siderurgico di Piombino, e, a maggior ragione, dal 30 giugno 2015, quando fu siglato l’altro accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo e Aferpi acquistò la ex Lucchini, era chiaro che gli interventi lì citati, da quelli infrastrutturali a quelli di incentivazione delle iniziative imprenditoriali, o non sarebbero stati realizzati per niente o avrebbero dovuto attendere tempi lunghi. Tempi che non avrebbero coinciso nemmeno con le esigenze di mantenimento dei posti di lavoro esistenti, figurarsi con quelli da creare.
Ma la propaganda ebbe la meglio ed anche di fronte a dimostrazioni documentate di ciò che sarebbe accaduto i responsabili politici ed istituzionali di maggioranza, locali, regionali e nazionali, preferirono declamare l’impossibile. Ciò che è avvenuto dopo lo sanno tutti ma spesso continuano con la propaganda, scaricando sempre le responsabilità su altri. La burocrazia è una vittima preferita, ad esempio, per nascondere in realtà l’ incapacità di capire regolamenti e procedure e soprattutto di capire che a problemi complessi occorre rispondere con soluzioni complesse, da gestire non da esorcizzare. Governare vuol dire fare così ed invece si è preferito immaginare e rincorrere scorciatoie impossibili. Eppure gli esempi negativi c’erano stati (la Concordia non arrivata, il tunisino eletto salvatore della patria e ridotto nelle giuste dimensioni da semplicissime informazioni ufficiali, l’azienda pubblica locale che invece di fare il proprio mestiere, cioè raccogliere i rifiuti urbani, si proponeva per grandiosi progetti salvo rimanere schiacciata da un debito impensabile, i lavori della ss 398 sempre finanziata ma mai realizzata e chi più ne ha più ne metta). C’erano stati ed erano evidenti ma invece di proporre pubblicamente riflessioni e discussioni si è preferita la propaganda.
Salvo accorgersi che effettivamente almeno i tempi non tornano e che sono guai. Guai per i cittadini, naturalmente, giovani o anziani che siano.
Ma ciò che non torna non sono solo i tempi. Non torna ciò che in quei documenti c’è scritto ed anche ciò che in quei documenti non c’è scritto.
Ci sono scritti finanziamenti pubblici per interventi che sono solo titoli e non ci sono scritti interventi invece indispensabili. Ci sono scritti finanziamenti per il Corex e non ci sono scritti finanziamenti per i rifiuti industriali, ci sono scritte concessioni demaniali non si sa bene per cosa e non ci sono scritte le infrastrutture viarie e ferroviarie necessarie per far funzionare gli impianti le altre infrastrutture, sia pure incompiute. che saranno realizzate.
Ciò che non torna non sono solo i tempi, sono anche i contenuti, improvvisati quando ci sono e necessari ma inesistenti quando non ci sono.
La stucchevole propaganda elargita a piene mani né accorcia i tempi, né inventa i contenuti, né allevia le conseguenze che la gente vive sulla propria pelle.
Ma abbandonare la propaganda e rimettere la palla al centro è proprio così difficile?