Così si spacca il movimento, parola di sindaco
PIOMBINO 14 aprile 2017 — Su una proposta, presentata dal consigliere comunale di Rifondazione comunista Fabrizio Callaioli, tesa a svolgere un “consiglio comunale aperto” il giorno prima della riunione che si svolgerà al Ministero dello sviluppo sul “caso Aferpi”, presumibilmente il 19 aprile, PD, Sinistra per Piombino, Sindaco, Presidenza e Vicepresidenza del Consiglio hanno votato a sfavore e la riunione richiesta non si farà. Hanno votato favore Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Ferrari Sindaco- Forza Italia.
Può succedere.
Quello che lascia stupiti sono invece le dichiarazioni del sindaco che riportiamo integralmente sotto, insieme alla presa di posizione ufficiale del MoVimento 5 Stelle Piombino.
Il sindaco dice che dopo tante discussioni “le posizioni sono ormai chiare e ben definite”. Sarebbe interessante sapere quali sono queste posizioni.
Sono quelle espresse nell’ultimo comunicato di Fiom, Fim e Uilm che chiedono “continuità produttiva dei treni di laminazione, tenuta dell’ammortizzatore sociale, proroga oltre il 1° luglio della legge Marzano e finanziamento del piano industriale nella sua interezza”? Se così è il sindaco dovrebbe spiegare invece perché il Comune di Piombino ha accettato un masterplan Aferpi che riduce il piano industriale da due forni elettrici a uno e perché ha inserito in una variante del piano strutturale e del regolamento urbanistico una previsione di aree destinate all’agroindustriale ed alla logistica di cui non si sa assolutamente niente. Di fatto accettando l’ennesimo documento Aferpi più prodotto della fantasia che piano industriale sia pur ridotto. E per favore non si ripeta la tesi “non dobbiamo dare alibi a Rebrab” che non è degna di un sindaco.
Il sindaco ha anche dichiarato recentissimamente che se non verranno date garanzie (su che cosa come abbiamo visto non c’è affatto chiarezza) bisogna pensare a qualcosa di alternativo ma che siamo già pronti, c’é il “progetto Piombino”. Sarebbe bene che il sindaco dicesse in cosa consiste, al di là delle roboanti dichiarazioni passate e presenti, in cosa consiste il “progetto Piombino” che lui cita dato che francamente è difficile capirlo. Ad esempio dovrebbe dire se consiste in ciò che una parte della maggioranza che lo sostiene (il coordinamento Spirito Libero) ha scritto recentemente:«Se Cevital non convince, anche ben sapendo che non vi è certo la fila di soggetti siderurgici pronti a venire e che le migliori ipotesi non prevedono una ripresa della produzione ma solo la laminazione, dobbiamo essere pronti a chiudere con tale esperienza e a guardare agli altri scenari.…. Per questo occorre scrivere da subito un nuovo accordo di programma che metta risorse per terminare le opere marittime delle aree attualmente opzionate da Cevital, rendendole disponibili a chi già oggi potrebbe esserne interessato…Abbiamo poi una programmazione urbanistica che, col nuovo Piano Strutturale che prenderà avvio entro giugno, dovrà individuare nuove aree per insediamenti turistico ricettivi».
È questo? Se questo è, altro che “progetto Piombino” esistente e “posizioni ormai chiare e ben definite”, c’è ben da discutere e soprattutto discutere alla luce del sole.
Infine un’ultima motivazione. “Inoltre, dice il sindaco, non sono emersi i presupposti per raggiungere una linea unitaria di azione all’interno del movimento che potesse tradursi in un documento condiviso. Presentarsi in un consiglio comunale senza una visione unitaria avrebbe rischiato di spaccare ulteriormente il movimento dei lavoratori”. A parte che ci si dovrebbe spiegare cosa vuol dire “il movimento” prima e “il movimento dei lavoratori” poi, si rende conto il sindaco che è a capo di una istituzione publica, il Comune, che per definizione rappresenta tutti i cittadini? Si rende conto che il confronto tra posizioni diverse è il sale della democrazia? Si rende conto che la discussione tra tesi diverse rafforza e non indebolisce? Si rende conto che con questa tesi fa la figura di colui che nasconde la polvere sotto il tappeto senza capire che, come suol dirsi, “nascondere la polvere sotto il tappeto significa preparare guai per il futuro”?
Grande è la confusione sotto il cielo ma non per questo la situazione è favorevole.
Massimo Giuliani, sindaco di Piombino
La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo sulla base di una concomitanza di fattori diversi – afferma Giuliani — Innanzitutto l’inopportunità e soprattutto la poca utilità di un consiglio il giorno precedente la riunione al Mise del 19, senza elementi nuovi che potessero creare la base per una discussione proficua e concreta. In questi mesi sono state molte le occasioni di confronto e di ascolto da parte dell’amministrazione comunale delle ragioni espresse dai movimenti, dalle associazioni, dai lavoratori e le posizioni sono ormai chiare e ben definite. Molto più utile sarà organizzare un consiglio comunale con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, delle associazioni, degli studenti e delle categorie, non appena ci saranno delle novità, probabilmente dopo la riunione del 19.
Un altro aspetto che ha fatto propendere per questa scelta è stata la modalità di organizzazione del consiglio. Non sarebbe stato possibile, in così poco tempo, organizzare un consiglio comunale aperto con la partecipazione di tutti i cittadini, come non è mai stato organizzato. Il consigliere che ha proposto la seduta straordinaria del 18 non ha accettato tra l’altro alcuna mediazione per verificare la fattibilità di proposte alternative.
Inoltre non sono emersi i presupposti per raggiungere una linea unitaria di azione all’interno del movimento che potesse tradursi in un documento condiviso. Presentarsi in un consiglio comunale senza una visione unitaria avrebbe rischiato di spaccare ulteriormente il movimento dei lavoratori. Tutte queste motivazioni hanno indotto i capigruppo a non accettare la richiesta avanzata da Rifondazione Comunista, con l’obiettivo però di convocare il consiglio dopo il 19 quando saranno disponibili altri elementi da valutare e da approfondire nella maniera più opportuna.
MoVimento 5 Stelle Piombino
Parole e concetti, quando sono ripetuti all’infinito senza trovare attuazione, perdono qualsiasi tipo di significato. Troppo spesso abbiamo sentito inneggiare al dialogo, al confronto, e al dibattito democratico, quasi mai abbiamo visto tradurre questi presupposti in azioni concrete. Stamattina la Conferenza dei Capigruppo del Comune di Piombino ha deciso che il Consiglio Comunale aperto sulla vertenza AFRPI, richiesto dal capogruppo Callaioli per il 18 aprile non si farà e lo ha fatto con i voti contrari di PD, Sinistra per Piombino, Sindaco, Presidenza e Vicepresidenza del Consiglio, mentre si erano espressi a favore Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Ferrari Sindaco- Forza Italia. Crediamo convintamente che, alla vigilia di uno snodo cruciale come quello dell’incontro al MISE del 19 aprile, sarebbe stato importante aprire una discussione franca non solo fra le forze politiche, ma anche fra tutti gli esponenti di sindacati, associazione e società civile, al fine di dare un chiaro mandato al Sindaco ai tavoli istituzionali. La nostra opinione è che la città di Piombino si sia ormai rassegnata ad un rapido declino, prova ne è che, nonostante il dramma sociale che si sta consumando, cittadini e lavoratori sono sempre più distanti dalla partecipazione alla protesta. Anni di illusioni, di imbonimento e di mezze verità, hanno portato i cittadini ad allontanarsi dall’interesse verso le sorti della fabbrica ed a pensare di essere in balia di un ineluttabile destino. Noi rifiutiamo questa logica e crediamo nella possibilità per i cittadini di essere partecipi della costruzione del loro destino, di incidere e di pretendere. È ovvio che tutto questo passa da un democratico processo di confronto e di dibattito. Noi crediamo anche che, giunti a questo punto, vadano prese delle decisioni nette, perché l’unica cosa che sicuramente non possiamo più permetterci è di continuare a galleggiare verso il niente. Qual’è ad ora la prospettiva per i lavoratori? Altri due anni di ammortizzatori sociali? E dopo? Sicuramente niente agroalimentare, nessun altro tipo di diversificazione e probabilmente neanche siderurgia. Bisogna avere il coraggio di cercare di staccare la spina a questo progetto, verificare il più celermente possibile se i termini contrattuali ce lo consentono o in caso contrario individuare immediatamente i responsabili di una scelta tanto scellerata. Solo una volta liberati da questo fardello saremo liberi di programmare scelte alternative, sempre considerando che ormai non è più solo il problema dei lavoratori diretti e dell’indotto, ma di un territorio intero che non vuole più essere legato alle mancate promesse di un’azienda estera e vuole riavere la disponibilità di un territorio enorme che rischia di essere perso per sempre. Questo percorso è ormai inevitabile per chiunque voglia bene a questa città, ma chiaramente per prendere decisioni forti occorre un forte mandato e questo lo si ottiene solo attraverso il confronto con la politica e con i cittadini. Questo alla maggioranza che governa il nostro Comune non interessa, evidentemente ha paura di sapere cosa pensano i cittadini, salvo poi inneggiare all’unità nell’interesse di Piombino quando fa più comodo.