Costa Concordia: i dubbi di Legambiente
PIOMBINO 12 aprile 2013 — Legambiente, dopo incontri con autorità preposte, sente il bisogno di esternare dubbi e preoccupazioni. Ancora non esiste un progetto esecutivo delle opere portuali, non un progetto di massima e neppure un’idea precisa di dove andare a ricoverare il relitto della Concordia. Ci sono in ballo diverse soluzioni e posizioni dentro il porto, in cima alla nuova diga foranea, accanto alle vasche che sono state costruite in questi anni, e alcune varianti progettuali che dipendono da come verrà trasportata la nave, a rimorchio o in sella alla nave olandese.
In mancanza di un progetto esecutivo è difficile stabilire i costi ma comunque si è affermato che il lotto minimo cantierabile è di 100 milioni di euro, per partire con la progettazione ed esecuzione del primo lotto di opere. Inoltre vi è una prescrizione rigida per cui non possono essere appaltate le opere se contemporaneamente non vengono appaltati i lavori della 398 fino al Gagno, con una bretella che arriva fino alla parte orientale del porto per altri 50 milioni.
L’atteso decreto del ministro Clini per ciò che è dato sapere, contiene solo, come dice il sindaco, una ricognizione delle risorse finanziarie disponibili, totale 73 milioni e questi in parte già impegnati per altre opere come le bonifiche del SIN tra cui Città Futura e alcuni già spesi.
In questi termini l’operazione Concordia non sta in piedi, per cui per avere altri soldi c’e’ bisogno di un altro decreto, che trova le sue motivazioni nell’inserimento di Piombino nelle aree di crisi complessa.
Riassumendo, se dopo Il decreto Clini, il ministro Passera non firmerà un decreto con dentro almeno 150 milioni, le opere portuali e viarie non partiranno e poi, a breve giro, serviranno altre decine di milioni per completare le opere altrimenti Piombino rischia di trovarsi un porto formato da scheletri di opere incompiute, (vedi le enormi vasche per le banchine costruite e completamente vuote), che non avranno alcuna possibilità di utilizzo per traffici portuali o demolizioni navi.
Quali tempi per accogliere la Concordia? Il presidente dell’Autorità Portuale Guerrieri parla di 6–8 mesi per la diga foranea di 1150 metri e altri 9 mesi per concludere: le banchine, il bacino per la nave, il dragaggio e la strada 398. Ci permettiamo di avere qualche dubbio e valutarli come sottostimati. Inoltre, una volta approvati i decreti, che comunque devono essere convertiti in legge, solo per i progetti delle opere, le valutazioni di impatto ambientale, le autorizzazioni e tempi per gli appalti, occorreranno mesi. Tempi che cozzano con quelli promessi ai Gigliesi per cui la nave deve lasciare l’isola con la massima urgenza a Ottobre 2013, cioè tra 5 mesi.
Conclusioni, l’emergenza Concordia candida Piombino ad accogliere il relitto, ma non ha un porto adatto e non può rispettare la cronologia di rimozione e ricovero del relitto dati dalla Costa. Servono grandi opere ma i soldi pubblici non ci sono e vanno ricercati con Decreti che, ormai è chiaro, non sono giustificabili solo per la Concordia, ma per risolvere la crisi industriale di Piombino. Non vorremmo ritrovarci come per i fanghi di Bagnoli, quando venne sprecato tempo e denaro senza veder realizzato qualcosa di concreto per risollevare l’economia di Piombino, città che attraversa un grave periodo di crisi e ha necessità conclamate, ma per risolverle ha bisogno di legarle ad altre motivazioni ed altre emergenze?
Non vorremmo inoltre, che nel momento che la nave è stata disincagliata dal Giglio e il porto non è pronto, la soluzione facile sia un porto fuori dall’Italia.
Legambiente Circolo Val di Cornia