Debiti e rifiuti: lo chiamano senso di responsabilità
PIOMBINO 23 dicembre 2019 — Ha ragione il neo segretario del PD Simone De Rosas: su RIMateria si è superato ogni limite e la polemica ha travalicato ogni correttezza istituzionale.
A farlo però sono i sindaci di Campiglia e San Vincenzo che con sarcasmo attaccano un sindaco nei confronti del quale sarebbe opportuno il rispetto istituzionale e doveroso un linguaggio più contenuto. Invece leggiamo espressioni e toni assai poco consoni a rapporti tra istituzioni: a confondere i piani sono loro, che continuano a comportarsi come rappresentanti di partito più che come amministratori. Certi sarcasmi sono proprio fuori luogo, come quando affermano ironicamente che Francesco Ferrari legge tonnellate di carte scritte “senza conoscerle”. Le carte il sindaco Ferrari le conosce bene, le sta studiando da anni, a differenza di quanti solo dopo giugno hanno cominciato a leggerle e le narrazioni che continuano a sostenere ci fanno capire che forse le lacune non sono state ancora colmate. Rivendicano la loro responsabilità in quanto soci di Asiu nei cui confronti corre l’obbligo di intervenire: bene, tanta solerzia sarebbe stata necessaria quando si vantavano di Asiu come azienda modello, mentre questa accumulava decine di milioni di debiti e condannava la collettività ad importare tonnellate e tonnellate di rifiuti per ripianare quei debiti. Debiti e rifiuti: a questo ha portato quel senso di responsabilità. Ma dove hanno letto che il presidente Francesco Pellati avrebbe proposto di stralciare la LI53 dal progetto di RIMateria? Nessuno stralcio: solo accantonamento, per il semplice motivo che per conferire sulla LI53 dovrà prima essere fatta la MISP, poi dovrà essere monitorata e infine certificata. Solo dopo potrà avviare l’iter autorizzativo per l’AIA e questo vuol dire che passeranno alcuni anni prima di poter iniziare i conferimenti. E che la coltivazione della LI53 non sia affatto cancellata dai progetti futuri è dimostrato dal ricorso al TAR che la società RIMateria ha fatto sul riconoscimento di Colmata e Montegemoli come centri abitati. La nascita di una nuova discarica di 2 milioni e mezzo di metri cubi di rifiuti in quell’area è un enorme business cui certo la società non ha intenzione di rinunciare. Ciò che è impellente e vitale, nell’immediato, è la coltivazione della ex Lucchini, per la quale, in sede di assemblea dei soci Asiu, era stato proposto il ricorso a rifiuti 7.1.c : 450 mila metri cubi di rifiuti misti non pericolosi a contenuto organico con recupero di biogas. Contravvenendo con ciò alle prescrizioni dettate dalla Regione. Ora, si torna addirittura al progetto del 2018, quello cui la Regione ha concesso la VIA subordinata a una serie di prescrizioni stringenti che (se ottemperate) rendono insostenibile finanziariamente qualunque progetto industriale, dal momento che vincolano i conferimenti alle bonifiche e alla ripresa siderurgica: due dati immaginifici sui quali nessuna impresa può seriamente impostare un progetto che possa essere definito tale. Non c’è nessuna dicotomia o divergenza con il presidente Pellati, il quale ha solo assunto un comportamento deontologicamente consono al proprio profilo aziendale. I sindaci e il neo segretario sfidano il sindaco Ferrari a spendere energie per andare a manifestare a Roma e reclamare le bonifiche, anziché contrastare RIMateria. Bene, dato che in tutti gli anni passati di governo comunale, regionale e centrale, non hanno mai pensato di chiedere a gran voce il risanamento d quei 900 ettari “zeppi di veleni” (in realtà sono di più), lasciati fuori da tutti gli accordi economici, possono farlo ora, intervenendo direttamente presso la Regione e il Governo, di cui continuano a condividere la gestione politica. Dovrebbero infine sapere che RIMateria è posseduta al 60% da soggetti privati (cui loro l’hanno venduta) che hanno già i loro impianti di trattamento rifiuti in altre sedi e che in quel di Ischia di Crociano vedono solo il grande business di altre due enormi discariche in cui portare rifiuti da ogni dove con profitti da centinaia di milioni. Altro che bonifiche!
LAVORO & AMBIENTE
Aggiornamento del 24 dicembre 2019 ore 13:48
Dall’intervento della lista “Lavoro e Ambiente” si capiscono quattro cose:
- che il passato non passa e non deve passare perché sul “tanto peggio tanto meglio” l’attuale maggioranza ha vinto le elezioni comunali e ora ci sono quelle regionali;
- che dopo sette mesi che la maggioranza multicolore ha vinto le elezioni non si vede ancora uno straccio di proposta autonoma e/o alternativa su bonifiche e RiMateria che non sia quella di far fallire quest’ultima;
- che, dunque, in nome di lavoro e ambiente si vogliono produrre nuovi disoccupati e lasciare come sono gli attuali impatti ambientali con gli organi competenti che hanno invece valutato questa opzione come la peggiore;
- che la proposta dei sindaci di San Vincenzo e Campiglia di lavorare insieme su ciò che dovrebbe unire i cittadini della Val di Cornia (le bonifiche del SIN) non è ritenuta degna neanche di risposta.Vedremo nel tempo i risultati di questo atteggiamento.