Del social housing proprio non ce n’era bisogno
PIOMBINO 7 settembre 2019 — La costruzione di 80 alloggi in social housing a San Rocco oramai è un progetto definitivo, comprese le opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione che, in piccola parte, sono già state avviate. Si tratta di un intervento urbanistico adottato ed approvato dalla passata amministrazione, che impegna inevitabilmente la nuova. In tal senso non si può più tornare indietro. Il percorso normativo è legittimo, ma rimarcare che non lo abbiamo condiviso e che di fatto siamo costretti a subirlo è opportuno sottolinearlo. Da più parti le opposizioni nella scorsa consigliatura mostrarono in modo chiaro la loro contrarietà. Vi furono diverse obiezioni, in particolare il riferimento è ad ulteriore suolo occupato a scapito delle direttive regionali che pongono la questione del riutilizzo dell’esistente. Piombino ha un patrimonio immobiliare ingente e vi sono molti immobili invenduti, pertanto non vi è la necessità di nuove costruzioni. Lo strumento del social housing ha caratteristiche funzionali alle periferie metropolitane, dove i principi di integrazione e di socializzazione nascono da un esigenza di limitare il disagio diffuso con strumenti che tendano a riqualificare le aree urbane degradate. Queste situazioni nei piccoli centri non sono realistiche, oltretutto condizionano ulteriormente un mercato con prezzi in netto ribasso rispetto al valore passato delle abitazioni che ha fisiologicamente calmierato in generale anche gli affitti. Di fatto si tratta di un impegno di edilizia di massa, sfruttando uno strumento di tipo sociale. Un insediamento di questo genere interviene in un ambito urbanistico già fortemente saturo e senza un filo conduttore armonico che ne abbia accompagnato la crescita negli anni, come del resto è accaduto un po’ in tutti i quartieri cittadini.