Della crisi si discute solo a Piombino

· Inserito in Lettere, Vicenda Lucchini
pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 22 mar­zo 2014 — Le notizie sul­la ven­di­ta del­lo sta­bil­i­men­to Luc­chi­ni destano non poche pre­oc­cu­pazioni per il futuro di migli­a­ia di lavo­ra­tori e per l’economia dell’intera Val di Cor­nia. Da tem­po ave­va­mo chiesto al Sin­da­co seguire la vicen­da e di farne partecipe il Con­siglio Comu­nale. In realtà, dopo una comu­ni­cazione dei rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali alla fine del 2013, il Con­siglio Comu­nale di Campiglia non è sta­to più coin­volto. Non ha mai dis­cus­so dei dif­fi­cili prob­le­mi del­la Luc­chi­ni, dell’ampliamento del por­to, dell’individuazione dell’area di crisi indus­tri­ale e dei pro­gram­mi per affrontar­la. Tut­to è rimas­to con­fi­na­to a Piom­bi­no.
La pri­ma con­sid­er­azione è che le sor­ti del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co non inter­es­sano solo Piom­bi­no, ma l’intera Val di Cor­nia e oltre. Da qui proven­gono molti degli occu­pati del­la Luc­chi­ni e dell’indotto ed era del tut­to logi­co che tutte le isti­tuzioni pren­dessero parte alla dis­cus­sione, non lim­i­tan­dosi solo a tes­ti­mo­ni­are sol­i­da­ri­età ai lavo­ra­tori.
La sec­on­da con­sid­er­azione è che sarebbe servi­to un ruo­lo atti­vo dei Comu­ni dell’area per indi­vid­uare pro­ces­si di rein­dus­tril­i­az­zazione e diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va. Le risposte alla crisi indus­tri­ale non potran­no venire sola­mente dal com­par­to siderur­gi­co. In realtà si è scel­to di cir­co­scri­vere a Piom­bi­no i con­fi­ni del­la crisi. E’ una scelta che non con­di­vidi­amo per­ché la Val di Cor­nia può con­tribuire al riu­so delle aree indus­tri­ali piom­bi­ne­si, come può con­tribuire allo svilup­po di altri com­par­ti pro­dut­tivi. Tra questi non ci sem­bra­no irril­e­van­ti, ad esem­pio, il com­par­to dell’industria agroal­i­menta­re, al momen­to del tut­to trascu­ra­ta, o la logis­ti­ca con­nes­sa ai traf­fi­ci por­tu­ali. Di questo non si è mai dis­cus­so. Sono sta­ti per­si anni preziosi.
La terza con­sid­er­azione riguar­da il por­to. E’ sta­to deciso di des­tinare oltre 100 mil­ioni di euro per la real­iz­zazione di una grande opera marit­ti­ma di cui non si è mai dis­cus­so nei Comu­ni che, menten­do, con­tin­u­ano a rac­con­tare di aver piani­fi­ca­to insieme il ter­ri­to­rio. Per di più restano tutt’oggi molto vaghe le sue final­ità. In orig­ine è sta­to det­to che ser­vi­va per accogliere la “Con­cor­dia”, poi si è par­la­to di opere fun­zion­ali al rilan­cio del­la siderur­gia, poi del polo europeo per la rot­ta­mazione delle navi e infine anche di pos­si­bili uti­lizzi per fini cro­ceris­ti­ci. Ci per­me­t­ti­amo di ril­e­vare uno serio sta­to di con­fu­sione che è bene non avere quan­do si real­iz­zano opere pub­bliche, tan­to più se richiedono inves­ti­men­ti così ingen­ti sot­trat­ti ad altri pro­gram­mi.
In realtà sono sta­ti per­si anni preziosi nei quali, sen­za mai appro­fondire i prog­et­ti, sono state rin­corse soluzioni mira­col­is­tiche in un otti­ca sem­pre più cir­co­scrit­ta al Comune di Piom­bi­no, con il tac­i­to assen­so di tut­ti gli altri Comu­ni. Troppe volte è sta­ta omes­sa la ver­ità e la ver­i­fi­ca tra ciò che si dice­va e ciò che si face­va. I risul­tati sono sot­to gli occhi di tut­ti. Non pen­si­amo che le soluzioni siano sem­pli­ci, ma è cer­to che la stra­da segui­ta da chi ha gov­er­na­to ha inde­boli­to la coe­sione del ter­ri­to­rio e la ricer­ca di pos­si­bili soluzioni.

Comune dei Cit­ta­di­ni

Commenta il post