Dentro l’accordo niente, al massimo propaganda
PIOMBINO 29 dicembre 2018 — Nella giornata di ieri si sono svolte le assemblee informative sull’accordo tra OO.SS e azienda alla presenza di solo 100 persone. Questo è indicativo della distanza tra i sindacati e i lavoratori che non si sentono coinvolti nelle scelte che vengono fatte a loro nome. Ai lavoratori che hanno chiesto il testo scritto questo è stato negato con la sola la lettura dello stesso con una pesantissima violazione delle elementari regole di democrazia sindacale.
I contenuti dell’accordo prevedono il rientro in azienda di un numero bassissimo, indefinito ed indefinibile, di lavoratori nei reparti attivi e provenienti dagli stessi in base a due soli criteri, quali anzianità di reparto e carichi familiari, ignorandone molti altri. Le postazioni interessate saranno quelle che avranno almeno il 55% dei giorni lavorativi e di questi il 20% sarà assegnato alle rotazioni per un minimo di 2 giorni ad un massimo di 4 sui quali potranno ruotare da una persona fino all’assurdo di ben 4 persone che si dividerebbero 1 giorno di lavoro al mese. Nell’accordo non è stato previsto il numero massimo di giornate di “affiancamento” nei quali i cassaintegrati si dovranno recare a lavoro a proprie spese (trasporto e mensa) pertanto il passaggio da “lavoratore in affiancamento” a “lavoratore pronto” resterà a discrezione dell’azienda, con il lavoratore in balia della stessa con la speranza di entrare nel “favoloso mondo di Aferpi” per 1/4 giorni al mese. Chi se la sentirà di rivolgersi al delegato di reparto se il passaggio ritarderà, con il rischio di una relazione negativa così che l’azienda possa far entrare un altro lavoratore al suo posto (questi lavoratori lavoreranno gratis in quanto in cig!). Anche coloro che rientreranno in azienda in questa assurda forma non saranno esentati dal partecipare ai corsi che la Regione organizzerà presso i centri per l’impiego ai quali i lavoratori dovranno obbligatoriamente recarsi a spese proprie pena la perdita della cig!. Alla richiesta di “che fare” per dare un ristoro economico a persone che prenderanno 800 euro di cassa integrazione e che, partecipando a corsi di formazione e affiancamento, scenderanno a 500–600 euro mensili, la risposta è stata “la Regione non ha i soldi, è inutile mobilitarsi l’unica speranza è il lavoro”. In conclusione, un accordo che non risolve i problemi e che divide ancora di più i lavoratori.Ancora una volta niente mobilitazioni, niente lotte, attesa e affidamento che l’“imprenditore buono” faccia la propria parte!
Noi ribadiamo che imprenditori buoni non esistono, non a caso Jindal ha preteso di inserire negli accordi che, in assenza di ammortizzatori sociali, potrebbero partire le lettere di licenziamento. Soltanto con una reale mobilitazione che porti l’attuale governo a smettere di ignorare Piombino si potrà far ripartire un territorio che sta scivolando velocemente verso la miseria e l’emigrazione.
Associazione Articolo 1- Coordinamento Camping Cig