Diario di un turista in cerca di servizi
PIOMBINO 9 agosto 2018 — 8 agosto 2018 alle 9:35 prendo a Cecina un treno diretto a Campiglia Marittima, il cui arrivo era previsto per le 10:02. Arrivo con qualche minuto di ritardo, ma non do peso alla cosa; mi dirigo verso il bar, ma lo trovo chiuso con cartello VENDESI. Esco dalla stazione in un arroventato giorno di agosto e mi sembra di essere ad Addis Abeba, senza l’ombra di poliziotto. Spinto da una necessità, chiedo alla biglietteria di scambiarmi una banconota per avere in cambio monete per poter usufruire della toilette, ma la biglietteria è priva di moneta e l’ operatore dichiara di essere lì solo per controllare la biglietteria automatica. Chiedo se c’ è un mezzo per raggiungere Venturina e mi viene risposto che c’ è un bus a bordo del quale è possibile acquistare il titolo di viaggio. Nel frattempo, mi dirigo velocemente verso un bar esterno alla stazione e chiedo di poter usufruire della toilette, ma il gestore, seccato, risponde che l’ ha appena pulita e l’ ha chiusa al pubblico. Mentre lancio qualche impropero al suo indirizzo, vedo allontanarsi il mio pullman delle 10:20 e scopro, con raccapriccio, che il prossimo sarà alle 11:45. Per località turistiche sono lacune, anzi voragini, imperdonabili! Vinto, mi dirigo a Venturina a piedi dove giungo affranto e distrutto dal caldo alle 11:30 di un torrido giorno di agosto, riflettendo sul fatto che sembra che allettare il turista offrendo servizi che altrove sono una realtà scontata non sia affatto il punto forte delle nostre pur amene località turistiche.
Tiziano Rombai, Commissario Sezione Lega Piombino e Val di Cornia
Ci sarebbe tanto da scrivere in proposito ma ne risulterebbe solo un’infinita lista di noiose contraddizioni e inettitudini di un’area geografica destinata, insesorabilmente, all’oblio. Basterà dire, concedetemelo per realtà vissute sulla pelle, che l’ignoranza purtroppo regna sovrana, così come il menefreghismo, l’insofferenza, l’invidia e, passatemi anche questa, l’assoluta ottusità di un popolo destinato, pian piano, a scomparire. Non c’è gioia sui vostri volti, non esiste il minimo cenno di benvenuto quando si scende da queste parti. Sembrate seccati di vedere degli sconosciuti approdare nelle vostre stazioni, tra le vostre vie, sulle vostre spiagge. Ma non siete un luogo di turismo? E allora? Non c’è accoglienza, all’opposto, date l’impressione di aspettare l’errore dell’altro, lo spunto, l’opportunità per attaccar briga e sfogare la vostra rabbia sul prossimo, meglio se non di qui, così da evitare noiosi strascichi… Sembrate gelosi del vostro mare, ma non fate niente per salvaguardarlo dall’erosione, vorreste che nessuno, tranne voi, usufruisse delle vostre pinete, ma stanno seccando tutte, ve ne siete accorti? Lasciate che vi demoliscano, poco a poco, le peculiari colline che vi circondano; che vi sommergano le aree agricole di pannelli solari; che vi asfaltino le spiagge per lungimiranti porti in cui, tranne i pochi privilegiati, non va nessuno… mentre, sarà una coincidenza, la vostra sabbia scompare. Siete vecchi, se non di età, almeno di mentalità; quel tipo di vecchiaia che vi rende ignoranti e gretti, monotoni e sgradevoli, come le vostre impersonali case cubiche e i vostri marciapiedi da terzo mondo. Non c’è gioia nella vostra aria, pur impreziosita dal mare, ma solo noia, amarezza, rancore. La vostra limitatezza, ne sono certo, vi ha già materializzato la classica frase “se non ti piace, non ci venire” oppure “tornatene a casa tua”… argomenti tipici d’una mentalità già morta e sepolta, epitaffi di muschiose tombe d’un cimitero sempre più abbandonato.