Dieci anni di sentenze ma non succede nulla
SAN VINCENZO 10 marzo 2018 — Stanno per compiersi dieci anni da quando è iniziata la vertenza giudiziaria tra il condominio Belmare e la società Acquachiara con il Comune di San Vincenzo, per la costruzione dello stabilimento balneare Bayahibe di via del Tirreno.
Nel corso di questo lungo periodo si sono succeduti vari ricorsi al TAR della Toscana e al Consiglio di Stato.
Cinque sono state le sentenze favorevoli al condominio Belmare, senza più alcun livello di giudizio (dopo le ultime due del Consiglio di Stato) al quale i soccombenti (proprietà e Comune) potessero ricorrere.
A seguito dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato del giugno 2017, il Comune emise l’ordinanza di demolizione con la quale imponeva alla società Acquachiara di ripristinare lo stato preesistente alla costruzione entro il mese di settembre 2017, con il conseguente obbligo, in caso di inadempienza della medesima, di dover procedere (come previsto dalla legge) direttamente, come amministrazione comunale, alla demolizione del manufatto.
Nonostante tutto questo, passati ormai vari mesi, il silenzio avvolge la vicenda e non si avverte nessun segnale di voler assolvere agli obblighi imposti dalle sentenze.
Vista l’inattività sia della società Acquachiara, sia del Comune, il condominio, tramite il proprio legale, a metà del mese di novembre 2017 notificò un atto di significazione al Comune stesso, con il quale, evidenziando che il Consiglio di Stato aveva decretato l’annullamento della concessione edilizia, della delibera consiliare del piano di spiaggia e della delibera consiliare della variante gestionale al Regolamento Urbanistico, nonché di tutti gli atti ad essi presupposti, connessi e consequenziali, non solo sollecitava l’amministrazione pubblica ad attivarsi prontamente per la demolizione, ma anche a revocare la concessione dello stabilimento balneare su area del demanio arenile, in virtù delle normative di legge che prescrivono tale revoca, qualora il concessionario si renda responsabile di gravi violazioni edilizie.
E da allora?
Non solo l’amministrazione comunale non si attiva per la demolizione, ma neppure si degna di replicare all’atto di significazione, trasgredendo così ad un obbligo di legge.
Ma cosa devono fare i cittadini che combattono per dieci anni per vedersi riconoscere un proprio diritto e addirittura quando ben cinque sentenze, a questo punto neppure più appellabili, riconoscono questo diritto?
Quando le cause intercorrono tra soggetti privati è più facile pensare che possano verificarsi ritardi nell’adempimento degli obblighi che derivano dal giudicato; quando invece una delle parti è un pubblico soggetto, e questi deve adempiere, è veramente incomprensibile come si cerchi di disattendere, eludere, procrastinare un obbligo, cioè qualcosa che è dovuto perché giudizialmente sancito e quindi, come tale, divenuto un dovere da assolvere.
Le amministrazioni pubbliche elettive non possono non fondare la loro essenza sui principi di legalità e rispetto per l’autorità giudiziaria, valori che troppo spesso in politica si enunciano, ma poi si dimenticano quando si è parte interessata e si devono riconoscere i diritti dei cittadini.
Le amministrazioni pubbliche infine, nel decidere le proprie azioni, dovrebbero anche, con grande senso di equilibrio e prudenza, soppesarne gli effetti economici, in quanto gestori di risorse della collettività, che non devono essere messe a rischio per un mero esercizio di potere.
Si fa al riguardo presente che il Comune di San Vincenzo è già stato condannato, per la vicenda Bayahibe, alle spese giudiziarie per diecimila euro, oltre le spese di difesa per ben oltre cinquantamila euro e potrebbero non finire qui!
Condominio Belmare
Chiamate Striscia… vedrai si muovono.