Diritti dei lavoratori autonomi colpiti da malattia
PIOMBINO 22 gennaio 2017 — Il Parlamento Europeo si è recentemente espresso in materia di scarsa protezione sociale per i lavoratori autonomi attraverso la risoluzione del 14 gennaio 2014 intitolata proprio “Protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi”.
Viviamo in un momento storico in cui un numero crescente di lavoratori autonomi a causa della crisi economica (scarso lavoro o lavoro remunerato a livelli molto bassi), in particolare le donne, si trovano al di sotto della soglia della povertà, ma non figurano ufficialmente come disoccupati. I lavoratori autonomi sono storicamente esclusi dagli ammortizzatori sociali applicati invece ai lavoratori dipendenti (cassa integrazione, mobilità…) ed ai disoccupati (Naspi, Asdi; Dis-Coll).
Rispetto alla tutela in caso di malattia sussiste un evidente discriminazione tra i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e quelli autonomi. I primi, infatti, possiedono tutta una serie di garanzie diversificate in caso di malattia (per esempio 180 giorni a stipendio pieno, divieto di licenziamento, possibilità di richiedere part-time, divieto di trasferimento, accesso alla legge 104….), mentre i lavoratori autonomi devono continuare a lavorare per vivere e curarsi poiché l’Inps non prevede l’indennità di malattia (per esempio per commercianti o artigiani) oppure prevede, per gli appartenenti alla gestione separata, garanzie irrisorie come i 61 giorni in 1 anno intero, chiaramente insufficienti in caso di patologie serie o prolungate, con diarie giornaliere molto basse.
Il 10 febbraio 2014 Daniela Fregosi, lavoratrice autonoma che si è ammalata di cancro al seno, appoggiata da ACTA Associazione Consulenti Terziario Avanzato, ha lanciato la petizione “Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano” che ha raccolto ad oggi oltre 100.000 firme ed è parte di una battaglia che sta riscuotendo forti consensi sociali non solo tra gli autonomi, ma anche tra i lavoratori dipendenti che la stanno firmando;
La suddetta petizione chiede al Presidente del Consiglio ed al Ministro del lavoro azioni fattibili e realizzabili, quali il diritto ad una indennità di malattia che copra l’intero periodo di inattività, il diritto ad un’indennità di malattia a chi abbia versato all’INPS almeno 3 annualità nel corso della sua intera vita lavorativa, l’ indennizzo relativo alla malattia uguale a quello stabilito per la degenza ospedaliera quando ci si deve sottoporre a terapie invasive (chemio, radio etc), il riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia e la possibilità di sospendere tutti i pagamenti (INPS, IRPEF), che saranno poi dilazionati e versati a partire dalla piena ripresa lavorativa senza maggiorazioni in termini di more.
Riteniamo che al finanziamento di un onere debba corrispondere un’indennità, mentre non è stato così in passato per la malattia del lavoratore autonomo con partiva Iva, a cui il versamento contributivo è peraltro richiesto a prescindere dal fatto che sia una malattia grave, evento involontario paragonabile ad un evento calamitoso.
Abbiamo appurato che il finanziamento dei sistemi di protezione sociale, soprattutto in periodi di crisi economica, permette di conciliare gli obiettivi sociali ed economici a lungo termine e contribuisce al mantenimento e allo sviluppo dell’economia.
La proposta che andiamo a fare deve essere quindi considerata un investimento e non una spesa.
Alcune amministrazioni locali hanno già presentato ed approvato il presente documento, ovvero i Comuni di Grosseto, Trento,Reggio Emilia, Sardara (Medio Campidano), Francavilla Fontana (BR), San Martino in Rio (RE), Perdasdefogu (Ogliastra), Povegliano Veronese (VR), Parma, Novellara (RE), Zevio (VR), Pescia (PT),e Puglia, Toscana e molte altre stanno seguendo il loro esempio.
Con queste premesse presenteremo la nostra proposta durante il prossimo consiglio comunale del 23 gennaio alle ore 17:00 nel quale inviteremo la nostra amministrazione ad entrare in contatto con le associazioni di categoria (commercianti, artigiani, professioni ordinistiche….) e trasversali come ACTA per raccogliere ulteriori informazioni e concordare azioni congiunte come per esempio campagne di informazione per i lavoratori autonomi (la maggior parte dei quali non è a conoscenza dei minimi diritti a cui hanno accesso) al fine di individuare le modalità concrete di intervento in supporto dei lavoratori autonomi colpiti da grave malattia, in quanto essi rappresentano un importante e fondamentale motore dell’economia non solo nei grandi centri ma anche e soprattutto nei piccoli.
Daniele Fioretti e Cristina Chesi, portavoce M5S Campiglia