Diritto alla salute e diritto al paesaggio
Preso atto dell’errore urbanistico commesso ai Pozzetti e ormai accertate le responsabilità istituzionali credo sia necessario ed importante domandarci e ragionare su cosa sia il paesaggio, quale valore abbia e come lo percepiamo. Da qui ne deriverà un’idea di come fare per avere un buon paesaggio e come pianificare il territorio avendo rispetto anche del panorama. Per paesaggio noi dobbiamo intendere una determinata parte del territorio, così come è percepito dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni ( convenzione europea Firenze ottobre 2000 ). Penso poi che il termine popolazioni vada riferito non solo a quelli del luogo ma bensì a chiunque anche se non lo abita perché l’immagine che ne ha un turista può essere diversa da quella di un abitante. Tutelare e valorizzare il territorio diventa dunque un dovere al fine di salvaguardare l’identità del luogo di cui il paesaggio è l’aspetto. Possiamo allora ben dire che un buon paesaggio è un bisogno per tutti noi. Esso determina un senso di benessere, al contrario un cattivo paesaggio produce in noi un malessere. Ricordiamoci che un paesaggio degradato riduce i freni inibitori e contribuisce al degrado sociale e alla criminalità. Se ce lo possiamo permettere preferiamo una casa “ con vista “ che costa più di una analoga che si affaccia su una strada caotica. Negli alberghi le camere con vista costano di più di quelle sul retro. Un paesaggio o un panorama è bello perché riconoscibile come forma di un determinato luogo ed è brutto quando contiene elementi estranei che non si riconoscono come identificazioni del luogo. Un paesaggio equilibrato e ordinato produce calma, dona sicurezza alla psiche e garantisce un godimento estetico. Ecco perché siamo disturbati dalla vista di un edificio come quello dei Pozzetti che risulta essere una dissonanza casuale che irrompe in una armonia pittorica quale la vista del mare e della sua isola. Come fare quindi per pianificare in modo rispettoso del paesaggio? La cosa sarebbe molto lunga a dirsi ma d’ora in poi tutti coloro che si occuperanno di urbanistica qui a Piombino dovranno in particolar modo occuparsi con grande scrupolo delle scelte normative e dell’analisi di soglia. Le prime non dovranno essere blande al punto di vanificare l’obiettivo, soprattutto per l’aspetto paesaggistico nelle aree dove è consentita l’edificazione bisognerà regolamentare con molta cura, ma non dovranno essere troppo restrittive pena l’imbalsamazione dell’edificabile in forme accademiche poco realistiche. La redazione di una carta delle soglie è metodo semplice che permette di decidere dove mettere e come mettere una cosa in un territorio. Sembra che la Regione Toscana si stia muovendo proprio in questo senso introducendo nel nuovo piano paesistico la previsione di una nuova carta, quella dei punti visuali, come elemento di tutela aggiuntiva rispetto agli interventi di pianificazione. Auguriamoci che i prossimi amministratori piombinesi abbiano la sensibilità dimostrata soprattutto in questo periodo dai cittadini.