Discorso sul metodo a proposito di sicurezza

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 8 mag­gio 2018 — Dare una val­u­tazione di ciò che suc­cede in con­siglio comu­nale (aper­to a tut­ti) attra­ver­so le parole ripor­tate sui social, in grup­pi e grup­pet­ti­ni vari, può essere con­sid­er­a­to alla stregua del­lo spac­cia­re l’ ”arte del Big­na­mi” come cor­ret­to approc­cio allo stu­dio.
Per costru­ire un’ opin­ione obi­et­ti­va, non vizia­ta in parten­za, occor­rerebbe quan­tomeno andare a ver­i­fi­care come si sono svolte le dis­cus­sioni nell’aula con­sil­iare.
Poi avrete sem­pre tem­po per esprimere le vostre val­u­tazioni.
Un buon inizio potrebbe essere assis­tere ai con­sigli comu­nali e soprat­tut­to a quel­lo del 27 aprile scor­so dove, all’ordine del giorno, era anche la famosa mozione di Ric­car­do Gelichi e Francesco Fer­rari sul­la sicurez­za, tema tan­to caro ulti­ma­mente che, volente o nolente, pare abbia procu­ra­to una grossa fet­ta di voti ad una pre­cisa cor­rente polit­i­ca. Ma tant’è, non è questo il pun­to. Il pun­to è la neces­sità dell’uomo di doc­u­men­tar­si.
Oggi è pos­si­bile leg­gere gli ordi­ni del giorno, le mozioni, ascoltare gli stream­ing dell’attività che alcu­ni cit­ta­di­ni svol­go­no in nome e per con­to di altri, in totale trasparen­za e legit­ti­mati da un voto. È fon­da­men­tale sfruttare un tale demo­c­ra­ti­co stru­men­to per avere un approc­cio curioso, che non deleghi la ricostruzione di quan­to avviene a chi cer­ca glo­ria a suon di “like” sui social, ormai triste metro del­la cul­tura popo­lare mod­er­na.
Veni­amo al mer­i­to, quin­di. Il Movi­men­to 5 Stelle ha pro­pos­to alcune mod­i­fiche per ren­dere effi­cace la mozione in dis­cus­sione. Siamo in dis­ac­cor­do sul­la pre­sen­za dell’esercito a Campiglia. Fac­ciamo due con­ti. Le caserme più vicine dis­tano chilometri, quin­di non è chiaro dove si appog­gereb­bero le squadre di tale eserci­to. Ovvi­a­mente, non sono sta­ti quan­tifi­cati i costi. Però è sta­ta tol­ta la Polfer, che pat­tugli­a­va la stazione e oltre­tut­to pote­va salire sui treni ed esercitare una for­ma di con­trol­lo anche a bor­do. Abbi­amo con­tes­ta­to l’u­ti­liz­zo del­la vig­i­lan­za pri­va­ta, sper­i­men­ta­ta nel recente pas­sato con cospicui costi, invi­tan­do ad uti­liz­zare tali risorse per raf­forzare pun­tual­mente le fig­ure pro­fes­sion­ali più effi­caci (vig­ili, forze del­l’or­dine .…).
A noi inter­es­sa sia il fat­tore sicurez­za in sé sia la percezione del­la stes­sa da parte del cit­tadi­no. Questo per­ché una percezione di insi­curez­za e di inca­pac­ità di colpire chi delinque por­ta al fatal­is­mo: i cit­ta­di­ni ten­dono a non denun­cia­re nem­meno più i fat­ti di cui sono vit­time o di cui ven­gono a conoscen­za. Questo rischia di pro­durre una peri­colosa dis­tor­sione fra realtà uffi­ciale e vita reale.
Ecco per­ché abbi­amo appog­gia­to il fat­tore tele­camere, non abbi­amo det­to di no. Abbi­amo sot­to­lin­eato che le tele­camere sono uno stru­men­to di con­trol­lo soprat­tut­to a pos­te­ri­ori, per­ché per­me­t­tono di indi­vid­uare dopo l’avvenuto crim­ine e, se siamo par­ti­co­lar­mente for­tu­nati, anche chi lo ha commes­so. Abbi­amo con­sid­er­a­to questo stru­men­to alla stregua di uno stru­men­to inves­tiga­ti­vo con, anche in questo caso, costi da val­utare e pon­der­are atten­ta­mente. Abbi­amo sta­bil­i­to che è fon­da­men­tale resti­tuire la cit­tà ai suoi abi­tan­ti, a tut­ti i suoi abi­tan­ti, incor­ag­gian­doli ad uscire e ad aggre­gar­si social­mente anche in quelle zone che sareb­bero “scon­sigli­ate”, per­ché comunque dove il sin­go­lo fal­lisce il grup­po può rompere situ­azioni sco­mode. Abbi­amo sostenu­to il deco­ro, il con­trol­lo, l’ asso­lu­ta neces­sità di incre­mentare il numero delle unità delle forze dell’ordine, il fat­to che ci sia una mag­giore comu­ni­cazione tra i cor­pi in modo che le infor­mazioni non vadano perse. Soste­ni­amo la certez­za del­la pena e con­dan­ni­amo le leg­gi svuo­tacarceri che han­no con­seg­na­to questo paese alla mer­cé di crim­i­nal­ità più o meno orga­niz­za­ta. Soste­ni­amo la cit­tad­i­nan­za e il fat­to che in un paese “sovra­no” il cit­tadi­no , don­na o uomo che sia, pos­sa e deb­ba pot­er esercitare il pro­prio dirit­to di essere tale sem­pre e comunque. E non è nem­meno che sia qual­cosa di impos­si­bile, sec­on­do noi. Non è fan­ta­sia.
Solo che, a dif­feren­za di altri, non cre­di­amo di dover vin­cere le elezioni facen­do leva sul­la pau­ra. Andat­e­vi ad ascoltare le parole dei nos­tri por­tav­oce, di tut­ti i con­siglieri e soprat­tut­to doman­date, doman­date sem­pre. Il pri­mo pas­so per essere un cit­tadi­no libero è essere pien­amente con­sapev­ole che non è solo nos­tro dirit­to criti­care, per costru­ire, chi ci gov­er­na, ma anche nos­tra pre­cisa respon­s­abil­ità.

Movi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no

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