Dopo gli etruschi il rococò a Baratti

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PIOMBINO 18 giug­no 2015 — Di fronte alle polemiche e proteste sul­la real­iz­zazione del così det­to “polpo­chiosco” a Barat­ti, il Sin­da­co ha rispos­to che è sta­to fat­to un ban­do pub­bli­co e che chi l’ha vin­to ha dirit­to di svol­gere la sua attiv­ità.
Rispos­ta inec­cepi­bile dal­la quale con­segue quin­di che se il risul­ta­to del ban­do è inde­cen­te­mente incom­pat­i­bile con i val­ori pae­sag­gis­ti­ci di Barat­ti, è col­pa di chi ha redat­to il ban­do e di chi l’ha approva­to. Infat­ti il ban­do è sta­to costru­ito in modo da ren­dere mar­ginale il prob­le­ma del­la qual­ità del man­u­fat­to dan­dogli un peso di soli 35 pun­ti sui 100 com­p­lessivi e lim­i­tan­dosi ad indi­care gener­i­ca­mente qualche mate­ri­ale da uti­liz­zare e per­me­t­ten­do un’al­tez­za spro­porzion­a­ta di mt.3,50. Ma oltre queste indi­cazioni non si è volu­to andare e non ci si è pre­oc­cu­pati di far val­utare pre­ven­ti­va­mente il prog­et­to da esper­ti del pae­sag­gio e tan­tomeno dal­la Soprint­en­den­za. Infat­ti con la scusa di essere di fronte a un pre­cario in uso per 120 giorni, il Comune stes­so ha adot­ta­to un com­por­ta­men­to furbesco e ha deciso di non tute­lare il pat­ri­mo­nio di tut­ti. Se però il pre­cario ver­rà tenu­to in essere per 180 giorni (come ammis­si­bile) il parere del­la Soprint­en­den­za diven­tarà obbli­ga­to­rio e in caso di parere con­trario, il gestore dovrà buttare via tut­to o la Soprint­en­den­za dovrà accettare il fat­to com­pi­u­to.
In com­pen­so il Comune, per vendere il polpo lesso, si pre­oc­cu­pa di avere un vinci­tore con alti titoli di stu­dio (diplo­ma di scuo­la media sec­on­daria e/o lau­rea) e con anni di espe­rien­za alle spalle (l’anzian­ità nel set­tore del­la som­min­is­trazione dei cibi viene pre­mi­a­ta): in prat­i­ca il Comune non si pre­oc­cu­pa min­i­ma­mente di facil­itare qualche gio­vane a far­si un lavoro almeno sta­gionale.
Il Comune priv­i­le­gia poi chi com­pra dai pesca­tori locali, ma si guar­da bene dal dare dis­po­sizioni sulle carat­ter­is­tiche dei luoghi dove il pesce sarà cuci­na­to per­me­t­ten­do in prat­i­ca di real­iz­zare un vero e pro­prio ris­torante di mare.
Quel­lo che si sarebbe dovu­to invece per­me­t­tere era sem­mai un sem­plice chiosco per vendere polpo e frut­ti di mare bol­li­ti o fres­chi come in altri pae­si e cit­tà è uso fare ( fish and chips in Inghilter­ra, moules et pommes frites in Bel­gio, frut­ti di mare e ostriche fres­che in sud Italia, ecc.).
Comunque da quest’an­no a Barat­ti sarà pos­si­bile man­gia­re polpo, arselle, cozze, ton­ni, squali e mag­a­ri balenot­teri in una deliziosa tor­ta nuziale in stile rococò vien­nese alla fac­cia degli etr­uschi, del pae­sag­gio del­la Marem­ma, delle architet­ture avveniris­tiche del Giorgi­ni e tut­to questo per ben dod­i­ci anni vis­to che, in base a con­ti seg­reti fat­ti dal Comune, tan­to occor­rerà al gestore per ammor­tiz­zare ques­ta capo di lavoro.
Di fronte a questo ridi­co­lo e inutile scem­pio che ha già fat­to inbes­tialire tan­ti stranieri meno rozzi degli ammin­is­tra­tori locali, vor­rem­mo anche conoscere le reazioni e le azioni di chi, oggi in Con­siglio Comu­nale, si è bat­tuto anni fa per sal­vare Barat­ti .

Comi­ta­to per Campiglia , Arch. Alber­to Pri­mi

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