Dove sono le riserve della nostra acqua?
SUVERETO 26 agosto 2015 — Leggendo l’intervista recente al Presidente di ASA Del Nista abbiamo due sensazioni, l’una positiva che cerca soluzioni per dare forza alla propria azienda proponendo l’unificazione con GAIA, ottenendo la creazione di un polo della costa Toscana per le aziende di gestione della risorsa idrica che potrà soltanto fare del bene ad una politica attenta alle pubbliche necessità. Quello negativo è invece il rivolgere le attenzioni al bacino idrico delle apuane, definito la vera riserva d’acqua della Toscana.
Con questa idea si continua a cercare soluzioni che invece sarebbe obbligo, oltre che buon senso, trovarle in casa propria, le riserve di acqua stanno sotto di noi e dobbiamo saperle governare per garantire risposte positive alle necessità di una popolazione e di tutte le sue attività. La realtà vera, purtroppo, è quella che oggi nessuno pensa di governare la risorsa acqua e trovano più facile ma anche miope, rivolgere lo sguardo altrove, pensando: andiamo a prenderla la dove l’acqua c’è. È pensiero corto, come per tutte le cose che affliggono il nostro paese, c’è troppo traffico, progettiamo altre strade e così via dicendo, evitando un ruolo concreto di lavorare per diminuire il traffico da una parte e diminuire consumi dell’acqua di falda dall’altra. Governare significa tenere al primo posto le necessità ambientali e soprattutto cercare risposte nelle potenzialità che ogni territorio dispone come risorse naturali, tra l’altro l’acqua è bene esauribile, quindi ragione doppia per evitare di attuare azioni che puntano soltanto a sfruttare quello che esiste senza pensare al domani.
Da questo punto di vista ritengo che, almeno nella Val di Cornia che conosco meglio, la risorsa idrica esiste ed è sufficiente per le necessità che abbiamo, non possiamo però dimenticare che il primo elemento per il governo oggettivo della risorsa idrica è il risparmio delle acque della falda profonda, che invece sono lasciate sempre al suo destino e le decisioni sul che fare le prende solo l’operatore che ha necessità, con una mancanza assoluta di governo che invece è essenziale. Basta pensare per le industrie, dove in passato è stato investito molto dalla pubblica amministrazione per avere condizioni di fornitura d’acqua non di falda, penso alla Fossa Calda nel periodo invernale e alle acque depurate di Piombino che, insieme all’acquedotto industriale, dovrebbero rispondere alle esigenze totali delle industrie. Oppure all’agricoltura dove si continua a vedere sistemi irrigui dannosi (vedi rotone) per le colture e per la falda stessa per l’alto consumo quantitativo con risposte molto basse dalla stessa coltura. Manca inoltre una politica del risparmio nei consumi potabili delle famiglie e delle attività commerciali, dimenticando che la prima fonte vera e concreta di acqua è proprio riposta nella capacità di risparmio sui consumi.
Confesso che preferirei di gran lunga un gruppo dirigente di ASA che persegue queste finalità, senza manie di grandezza, ma con la serena capacità di trovare soluzioni adeguate alle potenzialità di ogni territorio, perché deve essere chiaro che se ogni area omogenea, come appunto la Val di Cornia, non riesce a programmare il proprio futuro sulla base delle risorse presenti, soprattutto quelle esauribili, non potremo pensare a nessun futuro, la sostenibilità del modello di sviluppo sta proprio qui, non cerchiamo risorse sulla luna, utilizziamo le nostre e accettiamo sviluppi misurati su di esse, il resto è fantasia con sguardo corto che non traccia il futuro anzi taglia proprio le gambe al futuro che vorremmo.
Walter Gasperini