Due mozioni per evitare l’accerchiamento da rifiuti
PIOMBINO 24 febbraio 2019 — Nel corso della manifestazione promossa dal Comitato di Salute Pubblica Piombino-Val di Cornia svoltasi il 23 febbraio sono state poste alle forze politiche, tra le altre, due domande.
Con la prima si chiedeva l’impegno ad annullare con un provvedimento di natura urbanistica la destinazione che attualmente può permettere a RIMateria di realizzare nella zona LI53 la famosa discarica per 2.500.000 metri cubi di rifiuti speciali e di dare alla zona un’altra destinazione.
Con la seconda un altro impegno ad annullare la deliberazione con la quale era stata preassegnata alla società Creo un’area di 23.000 metri quadrati nel Piano per gli insediamento produttivi Apea di Colmata.
Ad ambedue la consigliera comunale Carla Bezzini ha risposto positivamente ricordando che aveva già posto all’attenzione del Consiglio comunale di Piombino due mozioni.
Le due mozioni in effetti erano state presentate il 18 febbraio.
La zona LI53 attualmente è definita F6 dal Regolamento urbanistico cioè tra quelle che “comprendono le aree e gli impianti di trattamento dei rifiuti civili e industriali di Ischia di Crociano, collocati all’interno della grande area industriale di Piombino. In coerenza con le previsioni del Piano Provinciale dei Rifiuti sono ammessi tutti gli interventi impiantistici e di nuova edificazione necessari al funzionamento ed al potenziamento della discarica”.
Nella mozione, fatta la storia dell’uso di quella zona e ricordato tra l’altro che la LI53 è una discarica abusiva, così come l’ha definita l’attuale direttore di RIMateria, utilizzata da Lucchini per circa dieci anni, si invita il Consiglio comunale
- a esprimere una valutazione negativa sulla previsione di discarica sulla LI53 proposta da RIMateria;
- a esprimere la necessità di rivedere la normativa del Regolamento urbanistico al fine di stralciare dalla zona F6 tutta l’area relativa al progetto sopra esposto;
- ad affermare la necessità che quest’area sia destinata ad altre classificazioni, quali possono essere D14 (nautica), D5 (piccola e media industria, attività artigianali); non escludendo la sua destinazione a verde pubblico al fine di aumentarne la disponibilità in un’area fortemente occupata da attività industriali presenti e dismesse.
Si invita inoltre il sindaco e la Giunta comunale
- a predisporre gli atti necessari per adottare una simile variante prima della scadenza della legislatura e comunque a manifestare alla Regione Toscana, già nella presente fase di Valutazione di Impatto Ambientale la propria contrarietà all’insediamento proposto da RIMateria, chiedendo alla stessa Regione Toscana la sospensione di ogni decisione almeno fino all’insediamento della nuova Giunta comunale dopo le elezioni amministrative del prossimo maggio.
In altre parole:
- per ora si faccia in modo che nessuno prenda decisioni che possano limitare ogni libertà di scelta e prima della legislatura si adotti una variante che permetta, una volta approvata, di bonificare l’area e permettere l’insediamento di attività produttive ben diverse fino a pensare, se si vuole, di piantarci tanti di quegli alberi di cui la città ed in particolare quella zona hanno bisogno.
Una moratoria viene anche chiesta, nell’altra mozione per l’intera zona Apea che notoriamente ha avuto, dal momento in cui sembrava dovesse in tempi brevissimi essere il fulcro del nuovo sviluppo di Piombino ad oggi, una vita almeno travagliata che in realtà ha portato a niente. La moratoria serve proprio a riflettere su un fiasco urbanistico ed economico che non può non definirsi clamoroso.
E contemporaneamente si chiede di bloccare formalmente l’impianto di trattamento rifiuti basato sulla decarbonizzazione idrotermale nell’ Apea in loc. Colmata presentato dalla società Creo alla quale la Giunta comunale di Piombino l’8 giugno 2016 con deliberazione 148/2016 ha preassegnato (senza bando pubblico in area APEA all’ingresso di Piombino) un lotto di terreno di circa 28mila metri quadrati, per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti basato sulla decarbonizzazione idrotermale, adducendo come motivazione la richiesta di finanziamento presentata dalla stessa società ad Invitalia, che aveva chiesto la dimostrazione della disponibilità dell’area in cui era previsto l’insediamento. Il finanziamento richiesto, così come ogni altro finanziamento pubblico, del resto non è mai stato assegnato e la relativa pratica è ormai stata chiusa negativamente da Invitalia.
Ma quel terreno non è più rientrato tra quelli da assegnare e dunque non è ancora libero o come tale non è considerato dalla Giunta comunale.
In questo caso per il Partito Democratico, partito di maggioranza nel Consiglio comunale di Piombino, non dovrebbe essere difficile accettare la mozione dato che la stessa consigliera Bruna Geri nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, ha espresso ufficialmente e definitivamente la contrarietà sua e del suo partito a tale insediamento.
(Foto di Pino Bertelli)