E’ come se fosse caduto il muro di Berlino
PIOMBINO 1 giugno 2019 — Prendere oltre 900 voti come candidato sindaco, 860 come lista, attestarsi intorno al 5% e non entrare in Consiglio Comunale per 8 voti è ovvio che lascia molto amaro in bocca. In una campagna elettorale peraltro dominata dallo scontro tra due colossi come erano gli schieramenti che sostenevano Ferrari e Tempestini, con una ideologizzazione dello scontro al di là dei contenuti e piazzandoci al secondo posto tra le liste civiche dopo quella di Ferrari. Per prima cosa quindi ringrazio i 913 elettori che mi avrebbero voluto come sindaco. Subito dopo il fantastico gruppo dei 24 candidati che mi ha supportato e sopportato, insieme ai simpatizzanti e sostenitori che pur non candidandosi ci hanno aiutato. Però non sarei onesto se non riconoscessi che il risultato, al di là degli 8 voti che mi hanno impedito di entrare in Consiglio, è stato al di sotto delle mie aspettative. Hanno inciso tanti fattori, non ultimo una separazione dall’alleato di sempre, cioè il PD, sicuramente tardiva e probabilmente anche alcuni errori commessi in campagna elettorale. Ero io alla guida, me ne prendo io le responsabilità. Di certo abbiamo saputo tradurre in consenso solo in minima parte questa esigenza di cambiamento. Un merito però credo lo abbiamo avuto: quello di aver capito che un ciclo si stava chiudendo e quindi era necessario voltare pagina. Siamo una lista civica, ma pur appartenendo la gran parte di noi idealmente al campo del centro sinistra, abbiamo capito che lo scontro era tra cambiamento e conservazione, non tra destra e sinistra. Infatti Ferrari prende 1.110 voti in più delle liste di centro destra alle europee ed il PD quasi 900 in meno. Il 70% ha votato per cambiare, contro il 56% di cinque anni fa. A Piombino è come se fosse caduto il muro di Berlino: il vecchio sistema, economico e politico, incentrato sul binomio centralità della fabbrica e PD, è venuto meno perché da tempo non c’era più “pane e spolverino” e si volevano offrire ai piombinesi non più turismo o diversificazione, ma più rifiuti o almeno questa è stata la percezione. Ad essere rifiutato allora è stato il PD. Dopo una ampia discussione interna abbiamo deciso per coerenza con la scelta fatta e non riconoscendoci con nessuno dei due contendenti di non fare apparentamenti con nessuno, lasciando ai nostri elettori la possibilità di scegliere. E del resto, sarebbe pura illusioni pensare di spostare voti dando indicazioni. Anche se fuori dal Consiglio e valutando la possibilità di fare ricorso per verificare se vi fossero stati errori Spirito Libero continuerà ad esistere chiedendo conto a chi vincerà ed a chi sarà all’opposizione di confrontarsi con le nostre proposte. Personalmente, e l’avrei fatto anche se fossi stato in Consiglio Comunale, lavorerò per organizzare e costruire un nuovo gruppo dirigente che possa già a breve guidare questo movimento perché non si può essere per tutte le stagioni ed occorre prendersi le proprie responsabilità. 913 piombinesi al momento non saranno purtroppo rappresentati per un calcolo puramente matematico, ma faremo di tutto per portare la loro voce sulla scena politica della città.