E l’assessora minacciò di mollare la giunta
PIOMBINO 12 dicembre 2015 – Il sindaco Giuliani è d’accordo, gli assessori anche ma l’atto di indirizzo sull’urbanistica nel comprensorio, predisposto da Martina Pietrelli, esponente renziana in giunta, non passa. Anzi, dopo giorni di attesa per giungere all’esame dell’esecutivo, il documento viene rinviato ad una prossima discussione. E addirittura la Pietrelli viene accusata di averlo esposto, prima dell’approvazione, ai partecipanti alla riunione, organizzata a Venturina da Cambiaverso, il gruppo di riferimento renziano nel Pd. Una cosuccia, che nei fatti non è avvenuta come testimoniano i due giornalisti invitati per effettuare alcune interviste, ma che si configurerebbe come il tentativo di accreditare esclusivamente ad una parte del partito indirizzi e linee programmatiche di un’istituzione.
Che la presunta pubblicizzazione anticipata dell’atto sia un pretesto, e neanche il migliore, lo comprendono perfino i bambini. Il fatto è che da tempo è in corso uno contro tra i vertici locali del partito e l’associazione che riunisce i renziani e di cui la Pietrelli è stata fin dall’inizio l’esponente di punta. Visioni contrapposte che si sono perfino acuite dopo la recente iniziativa al Calidario durante la quale il tentativo di estendere Cambiaverso al territorio provinciale ha visto prima la presentazione dell’iniziativa da parte di Carla Maestrini e poche ore dopo la rinuncia della stessa Maestrini ad aderire all’associazione di cui era stata promotrice. Tutto con motivazioni politiche da parte dell’attuale vicesegretaria federale che non sempre hanno convinto.
Era scontato che, alla fine, le divergenze avrebbero investito anche la giunta di Piombino con il sindaco e alcuni assessori finiti tra due fuochi: da una parte quello degli indirizzi e forse anche delle pressioni dei vertici del partito poco propensi ad accettare una renziana di Cambiaverso, come la Pietrelli, in uno dei ruoli più importanti della giunta e dall’altro l’esigenza di un rapporto con un’assessora con cui l’esecutivo ha diviso molti impegni e con cui verosimilmente vorrebbe continuare a lavorare.
Logorata da una convivenza difficile, questa volta è stata la Pietrelli a prendere l’iniziativa e, durante la seduta di giunta nella quale ha percepito più che mai il disimpegno e la mancanza del sostegno del partito, ha annunciato il proposito di mollare. Ai giornali ha dichiarato di pensare seriamente ad una rinuncia. “Sto riflettendo – ha detto — sulla mia posizione e valutando la opportunità politica di continuare il mio lavoro nell’esecutivo”.
Una dura presa di posizione che ha creato scompiglio all’interno del Pd ed ha ulteriormente acuito le tensioni. Tanto che i prossimi sviluppi del caso pare debbano registrare la presenza di interpreti non solo locali. Cosa possa accadere è difficile prevedere mentre, col solo metodo del buon senso, si può sostenere che divisioni politiche così nette difficilmente potranno trovare una composizione risolutiva.
La prima, e più banale conseguenza, ha riguardato il documento della Pietrelli che, per rispetto delle esigenze della giunta, finora non era mai stato pubblicato, mentre oggi è diventato di dominio pubblico tanto che è scontato aprirlo alla valutazione generale. Lo trovate qui di seguito.
ATTO DI INDIRIZZO SUL GOVERNO DEL TERRITORIO
Premessa. Le ragioni di una nuova pianificazione
La città di Piombino attraversa ormai da anni una fase di trasformazione profonda della propria struttura economica e sociale e di conseguenza della propria identità. Questo processo, simboleggiato e per molti versi accelerato dalla crisi della grande industria, non porta con sé solo elementi negativi o critici, che pure esistono e ai quali è necessario far fronte, ma mette in circolazione risorse ed energie che, se intercettate, possono diventare le basi sulle quali fondare la ricostruzione di condizioni di benessere e serenità durature nel tempo. I fattori che incidono e incideranno sono tanti e in buona parte indipendenti dalla volontà di chi amministra; ma è fuori discussione che è a chi amministra che spetta il compito di leggere correttamente le trasformazioni in atto e i bisogni della comunità, esprimere una visione e creare le condizioni per realizzarla.
L’urbanistica è lo strumento principale attraverso cui chi governa svolge questo compito; per questo, di fronte alle profonde modifiche della realtà in cui viviamo, la prima domanda da porsi è se il quadro delle regole del governo del territorio che ci siamo dati ormai più di 10 anni fa sia ancora attuale e adeguato.
La risposta deve partire innanzitutto dalla consapevolezza che l’impianto generale della nostra pianificazione si fonda ancora sulla centralità dell’industria, sia per la città di Piombino, che per il sistema economico locale che nel territorio della Val di Cornia si è consolidato nei decenni intorno a questa presenza; e che da qualche anno a questa parte, e oggi in modo conclamato, questa centralità non esiste più né ritornerà nel tempo, nonostante tutto quello che saremo in grado di fare per rilanciare la presenza industriale e manifatturiera in generale nella nostra realtà.
Al di là del giudizio che diamo sul processo di ridimensionamento dell’apparato produttivo industriale che, per la verità, ha interessato e interessa tutti i principali siti della nostra Provincia e, se vogliamo guardare più ad ampio raggio, anche del nostro Paese, questo fatto da solo basta a giustificare una revisione delle strategie del governo del territorio e una rilettura profonda del suo assetto fisico. Non si tratta, infatti, di dare un giudizio su questo fenomeno, ma di riconoscerlo, mettendo in campo le politiche e le strategie migliori per governarlo e volgerlo in positivo.
Esistono anche altre ragioni per rimettere mano ai nostri strumenti urbanistici.
Una ragione di carattere tecnico, ad esempio. Il nostro Piano strutturale è fermo a due leggi urbanistiche fa, figlio cioè della prima stagione dei piani strutturali, quelli nati con la legge regionale 5 del 1995. Nel frattempo la disciplina si è evoluta con due leggi urbanistiche successive, la legge 1 del 2005 e, di recente, nel 2014, la legge 65. L’esigenza di adeguamento tecnico dello strumento di pianificazione non è banale, perché comporta una revisione della filosofia normativa e dell’approccio disciplinare del Piano strutturale stesso e degli strumenti che da esso ne discendono, a partire dal Regolamento urbanistico. Su quest’ultimo pesa, inoltre, il dispositivo della Legge 65/2014 che, per spingere i Comuni all’adeguamento degli strumenti urbanistici alle linee dettate dalla legge stessa, ne accorcia di fatto la vita di due anni, collocando al novembre 2017 la fattibilità dei principali interventi di trasformazione.
Un’altra ragione è che alcune scelte del nostro Piano, tradotte in parte nello strumento attuativo del primo RU, sono di fatto superate. Si pensi ad esempio alle previsioni di espansione residenziale, oggi non solo in contrasto con il principio di non consumo di suolo su cui si incardina la legge 65/2014, ma anche non rispondenti alle reali esigenze abitative e alle potenzialità del mercato immobiliare, fortemente ridimensionate e compresse dalla crisi economica che dal 2008 in poi ha interessato il nostro Paese. Al contrario si è fatta strada in questi ultimi anni l’esigenza di riutilizzo e trasformazione del patrimonio edilizio esistente verso la residenza ma anche verso altri usi, produttivi, commerciali o turistici, tema che i nostri strumenti non consentono di affrontare in modo incisivo.
In questo quadro si collocano anche le previsioni di carattere pubblico, quelle cioè che coinvolgono aree e edifici di proprietà pubblica o che svolgono funzioni pubbliche. Anche queste, infatti, vedono nella valorizzazione immobiliare il motore delle operazioni di trasformazione di pezzi importanti della città, un motore, come detto in precedenza, oggi fortemente ridimensionato. In più, quasi tutte prevedono una serie di concatenazioni che le rendono di per sé difficili da attuare nei tempi previsti dal RU, per di più accorciati di due anni dalle disposizioni della legge 65/2014. Eppure anche lo scenario della città pubblica deve evolversi, dando risposte e offrendo opportunità a esigenze nuove nel campo dei servizi alla persona, dell’istruzione e della formazione, e della riqualificazione di aree degradate interessate da fenomeni di ghettizzazione e di marginalizzazione sociale.
Infine, ma non per ultima, c’è la scelta politica che l’attuale amministrazione intende fare nella direzione di una maggiore e migliore capacità di rispondere e incoraggiare l’iniziativa privata in altri settori dell’economia tradizionale, a partire da quello turistico e dei servizi ad esso collegati, il settore nel quale negli ultimi 20 anni si è registrato e visto il maggior tasso di cambiamento e sviluppo e sul quale si concentrano ancora oggi buona parte delle proposte di investimento che ci vengono sottoposte.
Tempi e temi
Questo atto, dunque, ha il compito di dettare gli indirizzi e le priorità su cui agire per modificare i nostri strumenti urbanistici.
Il primo punto che fissiamo è il tempo. Il 2016 dovrà essere l’anno in cui affrontare i temi che indichiamo.
Due saranno i campi di lavoro: l’avvio del procedimento per la redazione del nuovo Piano strutturale intercomunale, e le modifiche agli strumenti attuativi comunali, Regolamento Urbanistico e Piani particolareggiati.
La redazione del nuovo Piano strutturale seguirà la strada dell’ufficio del piano intercomunale, la cui ricostituzione è stata sottoscritta tra i Comuni di Piombino, Campiglia M.ma, San Vincenzo e Sassetta lo scorso 5 novembre. Questa attività incrocia sia l’esigenza di adeguamento alla legge regionale 65/2014, sia la volontà di revisione delle strategie generali della pianificazione locale. Le linee di azione e gli obiettivi saranno indicati, come previsto dalla convenzione, in un documento della conferenza dei sindaci che verrà poi sottoposto all’approvazione delle singole amministrazioni. L’obiettivo che la giunta del Comune di Piombino vuole indicare fin da ora è che nel 2016 si avvii il procedimento di revisione del Piano, delineando la cornice generale entro cui si muoverà la nuova pianificazione e anche le modifiche agli strumenti operativi vigenti del nostro Comune.
Per quanto riguarda, invece, il Regolamento Urbanistico e i piani attuativi comunali, in coerenza con quanto scritto nella premessa, individuiamo 6 temi sui quali dovrà concentrarsi il lavoro di revisione.
1) La ripianificazione delle aree industriali
2) Il rafforzamento dei settori produttivi non industriali
3) Il potenziamento dell’economia turistica
4) Il riuso del patrimonio edilizio esistente
5) La città pubblica. Riflessioni sulle previsioni pubbliche del Regolamento Urbanistico
6) L’adeguamento al nuovo piano paesaggistico e alla legge 65/2014 della Regione Toscana
Per ciascun tema indichiamo per sommi capi gli obiettivi da perseguire.
1) La ripianificazione delle aree industriali
Ridisegnare i 900 ettari di territorio occupati per decenni dalla grande industria è di per sé una sfida affascinante e unica nel panorama nazionale. Noi crediamo che lo si debba fare incardinando i progetti di investimento del gruppo Cevital in un assetto generale del territorio che consenta di dare spazio a nuove funzioni e risolvere alcuni dei problemi storici della nostra città, primo su tutti quello delle infrastrutture. Il nuovo tracciato della 398; la rivisitazione generale della rete viabilistica e ferroviaria interna con la rifunzionalizzazione di alcuni tratti verso il traffico passeggeri da e verso il porto, da e verso la città; lo sviluppo portuale; la rigenerazione urbana delle aree più vicine alla città e la riconnessione della città con il quartiere industriale del Cotone-Poggetto e con il porto; la memoria industriale come fattore di attrazione e di cultura: sono i principali obiettivi di carattere generale che la nuova pianificazione dovrà perseguire.
Riteniamo infine che, per la dimensione di carattere nazionale del sito — che ricordiamo è oggi inserito per la parte ambientale nel SIN, Sito di interesse nazionale — la sua collocazione al centro di un contesto di pregio ambientale e paesaggistico come quello della costa toscana, riconosciuto e valorizzato dal Piano paesaggistico regionale, l’impatto sulla dimensione strategica della pianificazione di area che comunque la rilettura di un’area di questa rilevanza comporta, anche la riconversione della Centrale Enel di Tor del Sale vada affrontata all’interno di questo quadro. Il Piano strutturale attuale indicava come obiettivo strategico la sua ridestinazione a carattere turistico-ricettivo. In questa sede ci preme confermare la bontà, a nostro avviso, dello scenario individuato nel PS, ma sottolineiamo che la concretizzazione di questo scenario deve fare i conti con due nodi cruciali: la bonifica dell’area, condizione imprescindibile per qualsiasi progetto di trasformazione, e la valutazione della necessità e fattibilità di un potenziamento o di una revisione delle destinazioni già oggi indicate dal PS in considerazione del contesto ambientale in cui l’area è inserita (Parco della Sterpaia e oasi naturale palustre).
2) Il rafforzamento dei settori produttivi non industriali
3) Il potenziamento dell’economia turistica
4) Il riuso del patrimonio edilizio esistente
Per tutti e tre i temi l’obiettivo generale è quello di rendere possibili trasformazioni e interventi oggi non consentiti. La finalità è intercettare investimenti che sappiamo essere possibili nei settori non tradizionali della nostra economia, e attivare una serie di interventi, minuti e non, di trasformazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Per il settore produttivo: la disponibilità delle aree per insediamenti di impresa è, unito alla carenza di infrastrutture, il principale punto critico da superare, a partire dall’ampliamento delle possibilità oggi previste all’interno dei lotti ancora disponibili del PIP di Montegemoli, per arrivare alle aree industriali dismesse.
Per il settore turistico: l’obiettivo principale sarà quello della diversificazione delle tipologie ricettive oggi presenti sul territorio e di un potenziamento generale della ricettività sul territorio comunale. In questo senso è da superare la norma del PS che prevedeva solo la categoria alberghiera nel caso delle realizzazione di nuove strutture ricettive. A fianco al tema della ricettività riteniamo decisivo sviluppare quello dei servizi turistici, dalla rivisitazione del sistema della mobilità della città e del territorio, all’individuazione di aree e percorsi per attività sportive e del tempo libero in grado di qualificare l’offerta turistica.
Per il riuso del patrimonio edilizio esistente: vogliamo cogliere il duplice risultato di aderire alla filosofia del riuso e della riqualificazione dell’esistente, e rispondere alle mutate esigenze dei cittadini e delle imprese sia in campo abitativo, che in quello commerciale e per finalità produttive, ricettive e pubbliche verso cui facilitare la riconversione dell’ampio patrimonio edilizio della città.
5) La città pubblica. Riflessioni sulle previsioni pubbliche del Regolamento Urbanistico
L’obiettivo è creare le condizioni per far partire anche le previsioni legate al patrimonio pubblico contenute nel RU, indicando le priorità. In questo senso riteniamo utile una rilettura generale di questa parte. In particolare pensiamo ci sia da lavorare sulle seguenti previsioni: il completamento del polo scolastico che prevede sia il trasferimento dell’ITI e la sua ridestinazione per finalità pubbliche, sia l’individuazione di una nuova sede per l’ITC e la conseguente riconversione residenziale dell’edificio scolastico; il trasferimento di parte degli uffici Comunali con la riconversione del palazzo non storico a fini abitativi e/o ricettivi; il trasferimento e la costruzione di alcuni impianti sportivi (vedi palazzetto dello sport, campi da tennis, polo sportivo dei Ghiaccioni); la realizzazione del resort d’epoca con annesso ristorante al Castello.
6) L’adeguamento al nuovo piano paesaggistico e alla legge 65/2014 della Regione Toscana
Questo punto, di carattere più tecnico, è comunque un obiettivo importante perché comporterà un lavoro attento di lettura del territorio, di ripristino del limite urbano e dei confini della città e del conseguente stralcio e/o ridefinizione di alcune previsioni, in particolare quelle di carattere residenziale collocate fuori dal sistema insediativo, e in generale di quelle in contrasto con i principi della Legge 65/2014 e con gli indirizzi del piano paesaggistico.
GLI STRUMENTI
E’ facile capire che gli strumenti interessati dal lavoro di revisione saranno più di uno, ma quale o quali sarà di volta in volta necessario modificare sarà l’obiettivo che vogliamo raggiungere a determinarlo e, naturalmente, competenza della struttura tecnica comunale indicarlo.
In questa sede possiamo però già indicare l’attivazione di alcuni strumenti per ogni singolo punto, che non escludono ovviamente la messa in campo di altre azioni.
1) Per raggiungere l’obiettivo n. 1 “La ripianificazione delle aree industriali” intendiamo avvalerci della strada dell’accordo di pianificazione con la Regione Toscana ai sensi dell’art 128 della L.R. 65/2014, comprendendo all’interno delle aree oggetto dell’accordo anche quella della centrale Enel di Tor del Sale. Il coinvolgimento della Regione è, infatti, indispensabile, per la dimensione, il livello e l’impatto delle scelte che si dovranno compiere in queste aree, così come altrettanto indispensabile è il coinvolgimento degli altri comuni che con noi hanno deciso di condividere le strategie della nuova pianificazione di area. Inoltre, l’art. 128 mette a disposizione dei finanziamenti specifici per la progettazione che, nell’attuale situazione di scarsità di risorse, è quanto mai opportuno intercettare.
2) Nell’ambito dell’obiettivo n. 3 “Potenziamento dell’economia turistica” è fin da quest’anno in programma la redazione di un nuovo piano particolareggiato della Costa Est, strumento scaduto nel 2011. Il percorso è già stato avviato all’inizio del 2015, con la raccolta delle proposte da parte dei soggetti privati e degli operatori della zona. Nel 2016 procederemo alla redazione del Piano, alla sua adozione e alla sua approvazione. Ovviamente, come detto in precedenza, per cogliere in pieno l’obiettivo sarà necessario modificare anche altri strumenti, di carattere preordinato, come il Regolamento Urbanistico e il Piano strutturale, e gli altri piani attuativi che disciplinano le coste, a partire dal piano della costa urbana in scadenza nel 2016.
3) Vista l’adesione riscontrata in sede di elaborazione del nuovo Regolamento edilizio e di avvio del nuovo Piano della Costa est, pensiamo sia utile riprendere lo stesso metodo di coinvolgimento e partecipazione. Daremo, dunque, inizio al lavoro con la pubblicazione di un avviso per chiedere a chi ha una proposta, un progetto, anche semplicemente un’idea per Piombino, relativamente ai temi indicati in questo atto, di inviarla al Comune. Piombino cambia sarà il life-motive di questa fase di ascolto e di elaborazione che servirà principalmente per la modifica del Regolamento urbanistico. L’avviso resterà in pubblicazione dal 1 gennaio al 28 febbraio 2016.
4) Per l’obiettivo n. 6 “L’adeguamento al nuovo piano paesaggistico e alla legge 65/2014 della Regione Toscana”, come atto preliminare il settore programmazione territoriale del Comune predisporrà un documento ricognitivo per evidenziare le principali criticità e fornire all’amministrazione comunale tutti gli elementi per compiere gli aggiustamenti necessari per superare o rivedere le previsioni non conformi alla disciplina regionale.
LE RISORSE
Siamo consapevoli che per portare a termine un lavoro così complesso in un anno di tempo sono necessarie risorse straordinarie, sia in termini economici che umani.
Per questo riteniamo utile individuare fin da ora le strade da percorrere per gli atti più importanti e gli impegni che la giunta è in grado di assumere.
Per la redazione del piano particolareggiato della Costa est affideremo un incarico all’esterno. Le risorse saranno stanziate nel Bilancio di previsione 2016.
Per le aree industriali, l’attivazione dell’accordo di pianificazione ci consente di avere accesso ai finanziamenti regionali per l’avvio della progettazione, ai sensi dell’art. 128 della Legge regionale e dunque ci dà la possibilità di avvalersi, se necessario, di un supporto esterno, o comunque di finanziare l’attività di ufficio relativa a questa parte.
Anche per la redazione del Piano strutturale intercomunale sarà necessario avvalersi di un incarico esterno. La Regione ai sensi della legge regionale 65/2014 stanzia ogni anni dei contributi ai quali abbiamo già chiesto di accedere. In ogni caso, per il 2016 prevediamo solo la fase di avvio del procedimento, che sarà cura dell’ufficio di piano redigere e portare all’approvazione del vari consigli comunali.
Per il resto, il lavoro sarà svolto dal personale del settore programmazione territoriale del Comune di Piombino con le modalità organizzative stabilite dal dirigente.