LA PIETRELLI NELLA BUFERA DOPO LA PROPOSTA SULL' URBANISTICA

E l’assessora minacciò di mollare la giunta

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Redazione

PIOMBINO 12 dicem­bre 2015 – Il sin­da­co Giu­liani è d’accordo, gli asses­sori anche ma l’atto di ind­i­riz­zo sull’urbanistica nel com­pren­so­rio, pre­dis­pos­to da Mar­ti­na Pietrel­li, espo­nente ren­ziana in giun­ta, non pas­sa. Anzi, dopo giorni di atte­sa per giun­gere all’esame dell’esecutivo, il doc­u­men­to viene rin­vi­a­to ad una prossi­ma dis­cus­sione. E addirit­tura la Pietrel­li viene accusa­ta di aver­lo espos­to, pri­ma dell’approvazione, ai parte­ci­pan­ti alla riu­nione, orga­niz­za­ta a Ven­tu­ri­na da Cam­bi­aver­so, il grup­po di rifer­i­men­to ren­ziano nel Pd. Una cosuc­cia, che nei fat­ti non è avvenu­ta come tes­ti­mo­ni­ano i due gior­nal­isti invi­tati per effet­tuare alcune inter­viste, ma che si con­fig­ur­erebbe come il ten­ta­ti­vo di accred­itare esclu­si­va­mente ad una parte del par­ti­to ind­i­rizzi e linee pro­gram­matiche di un’istituzione.
Che la pre­sun­ta pub­bli­ciz­zazione antic­i­pa­ta dell’atto sia un pretesto, e neanche il migliore, lo com­pren­dono perfi­no i bam­bi­ni. Il fat­to è che da tem­po è in cor­so uno con­tro tra i ver­ti­ci locali del par­ti­to e l’associazione che riu­nisce i ren­ziani e di cui la Pietrel­li è sta­ta fin dall’inizio l’esponente di pun­ta. Visioni con­trap­poste che si sono perfi­no acuite dopo la recente inizia­ti­va al Cal­i­dario durante la quale il ten­ta­ti­vo di esten­dere Cam­bi­aver­so al ter­ri­to­rio provin­ciale ha vis­to pri­ma la pre­sen­tazione dell’iniziativa da parte di Car­la Maestri­ni e poche ore dopo la rin­un­cia del­la stes­sa Maestri­ni ad aderire all’associazione di cui era sta­ta pro­motrice. Tut­to con moti­vazioni politiche da parte dell’attuale vice­seg­re­taria fed­erale che non sem­pre han­no con­vin­to.
Era scon­ta­to che, alla fine, le diver­gen­ze avreb­bero investi­to anche la giun­ta di Piom­bi­no con il sin­da­co e alcu­ni asses­sori fini­ti tra due fuochi: da una parte quel­lo degli ind­i­rizzi e forse anche delle pres­sioni dei ver­ti­ci del par­ti­to poco propen­si ad accettare una ren­ziana di Cam­bi­aver­so, come la Pietrel­li, in uno dei ruoli più impor­tan­ti del­la giun­ta e dal­l’al­tro l’esigenza di un rap­por­to con un’assessora con cui l’esec­u­ti­vo ha divi­so molti impeg­ni e con cui verosim­il­mente vor­rebbe con­tin­uare a lavo­rare.
Logo­ra­ta da una con­viven­za dif­fi­cile, ques­ta vol­ta è sta­ta la Pietrel­li a pren­dere l’iniziativa e, durante la sedu­ta di giun­ta nel­la quale ha per­cepi­to più che mai il dis­im­peg­no e la man­can­za del sosteg­no del par­ti­to, ha annun­ci­a­to il propos­i­to di mol­lare. Ai gior­nali ha dichiara­to di pen­sare seri­amente ad una rin­un­cia. “Sto riflet­ten­do – ha det­to — sul­la mia posizione e val­u­tan­do la oppor­tu­nità polit­i­ca di con­tin­uare il mio lavoro nell’esecutivo”.
Una dura pre­sa di posizione che ha cre­ato scom­piglio all’interno del Pd ed ha ulte­ri­or­mente acuito le ten­sioni. Tan­to che i prossi­mi svilup­pi del caso pare deb­bano reg­is­trare la pre­sen­za di inter­preti non solo locali. Cosa pos­sa accadere è dif­fi­cile prevedere men­tre, col solo meto­do del buon sen­so, si può sostenere che divi­sioni politiche così nette dif­fi­cil­mente potran­no trovare una com­po­sizione riso­lu­ti­va.
La pri­ma, e più banale con­seguen­za, ha riguarda­to il doc­u­men­to del­la Pietrel­li che, per rispet­to delle esi­gen­ze del­la giun­ta, fino­ra non era mai sta­to pub­bli­ca­to, men­tre oggi è diven­ta­to di dominio pub­bli­co tan­to che è scon­ta­to aprir­lo alla val­u­tazione gen­erale. Lo trovate qui di segui­to.


ATTO DI INDIRIZZO SUL GOVERNO DEL TERRITORIO

Pre­mes­sa. Le ragioni di una nuo­va piani­fi­cazione
La cit­tà di Piom­bi­no attra­ver­sa ormai da anni una fase di trasfor­mazione pro­fon­da del­la pro­pria strut­tura eco­nom­i­ca e sociale e di con­seguen­za del­la pro­pria iden­tità. Questo proces­so, sim­bo­leg­gia­to e per molti ver­si accel­er­a­to dal­la crisi del­la grande indus­tria, non por­ta con sé solo ele­men­ti neg­a­tivi o crit­i­ci, che pure esistono e ai quali è nec­es­sario far fronte, ma mette in cir­co­lazione risorse ed energie che, se inter­cettate, pos­sono diventare le basi sulle quali fon­dare la ricostruzione di con­dizioni di benessere e seren­ità dura­ture nel tem­po. I fat­tori che inci­dono e incider­an­no sono tan­ti e in buona parte indipen­den­ti dal­la volon­tà di chi ammin­is­tra; ma è fuori dis­cus­sione che è a chi ammin­is­tra che spet­ta il com­pi­to di leg­gere cor­ret­ta­mente le trasfor­mazioni in atto e i bisog­ni del­la comu­nità, esprimere una visione e creare le con­dizioni per real­iz­zarla.
L’urbanistica è lo stru­men­to prin­ci­pale attra­ver­so cui chi gov­er­na svolge questo com­pi­to; per questo, di fronte alle pro­fonde mod­i­fiche del­la realtà in cui vivi­amo, la pri­ma doman­da da por­si è se il quadro delle regole del gov­er­no del ter­ri­to­rio che ci siamo dati ormai più di 10 anni fa sia anco­ra attuale e adegua­to.
La rispos­ta deve par­tire innanz­i­tut­to dal­la con­sapev­olez­za che l’impianto gen­erale del­la nos­tra piani­fi­cazione si fon­da anco­ra sul­la cen­tral­ità dell’industria, sia per la cit­tà di Piom­bi­no, che per il sis­tema eco­nom­i­co locale che nel ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia si è con­sol­ida­to nei decen­ni intorno a ques­ta pre­sen­za; e che da qualche anno a ques­ta parte, e oggi in modo con­clam­a­to, ques­ta cen­tral­ità non esiste più né ritornerà nel tem­po, nonos­tante tut­to quel­lo che sare­mo in gra­do di fare per rilan­cia­re la pre­sen­za indus­tri­ale e man­i­fat­turi­era in gen­erale nel­la nos­tra realtà.
Al di là del giudizio che diamo sul proces­so di ridi­men­sion­a­men­to dell’apparato pro­dut­ti­vo indus­tri­ale che, per la ver­ità, ha inter­es­sato e inter­es­sa tut­ti i prin­ci­pali siti del­la nos­tra Provin­cia e, se vogliamo guardare più ad ampio rag­gio, anche del nos­tro Paese, questo fat­to da solo bas­ta a gius­ti­fi­care una revi­sione delle strate­gie del gov­er­no del ter­ri­to­rio e una rilet­tura pro­fon­da del suo asset­to fisi­co. Non si trat­ta, infat­ti, di dare un giudizio su questo fenom­e­no, ma di riconoscer­lo, met­ten­do in cam­po le politiche e le strate­gie migliori per gov­ernarlo e vol­ger­lo in pos­i­ti­vo.
Esistono anche altre ragioni per rimet­tere mano ai nos­tri stru­men­ti urban­is­ti­ci.
Una ragione di carat­tere tec­ni­co, ad esem­pio. Il nos­tro Piano strut­turale è fer­mo a due leg­gi urban­is­tiche fa, figlio cioè del­la pri­ma sta­gione dei piani strut­turali, quel­li nati con la legge regionale 5 del 1995. Nel frat­tem­po la dis­ci­plina si è evo­lu­ta con due leg­gi urban­is­tiche suc­ces­sive, la legge 1 del 2005 e, di recente, nel 2014, la legge 65. L’esigenza di adegua­men­to tec­ni­co del­lo stru­men­to di piani­fi­cazione non è banale, per­ché com­por­ta una revi­sione del­la filosofia nor­ma­ti­va e dell’approccio dis­ci­pli­nare del Piano strut­turale stes­so e degli stru­men­ti che da esso ne dis­cen­dono, a par­tire dal Rego­la­men­to urban­is­ti­co. Su quest’ultimo pesa, inoltre, il dis­pos­i­ti­vo del­la Legge 65/2014 che, per spin­gere i Comu­ni all’adeguamento degli stru­men­ti urban­is­ti­ci alle linee det­tate dal­la legge stes­sa, ne accor­cia di fat­to la vita di due anni, col­lo­can­do al novem­bre 2017 la fat­tibil­ità dei prin­ci­pali inter­ven­ti di trasfor­mazione.
Un’altra ragione è che alcune scelte del nos­tro Piano, tradotte in parte nel­lo stru­men­to attua­ti­vo del pri­mo RU, sono di fat­to super­ate. Si pen­si ad esem­pio alle pre­vi­sioni di espan­sione res­i­den­ziale, oggi non solo in con­trasto con il prin­ci­pio di non con­sumo di suo­lo su cui si incar­di­na la legge 65/2014, ma anche non rispon­den­ti alle reali esi­gen­ze abi­ta­tive e alle poten­zial­ità del mer­ca­to immo­bil­iare, forte­mente ridi­men­sion­ate e com­presse dal­la crisi eco­nom­i­ca che dal 2008 in poi ha inter­es­sato il nos­tro Paese. Al con­trario si è fat­ta stra­da in questi ulti­mi anni l’esigenza di riu­ti­liz­zo e trasfor­mazione del pat­ri­mo­nio edilizio esistente ver­so la res­i­den­za ma anche ver­so altri usi, pro­dut­tivi, com­mer­ciali o tur­is­ti­ci, tema che i nos­tri stru­men­ti non con­sentono di affrontare in modo inci­si­vo.
itcIn questo quadro si col­lo­cano anche le pre­vi­sioni di carat­tere pub­bli­co, quelle cioè che coin­vol­go­no aree e edi­fi­ci di pro­pri­età pub­bli­ca o che svol­go­no fun­zioni pub­bliche. Anche queste, infat­ti, vedono nel­la val­oriz­zazione immo­bil­iare il motore delle oper­azioni di trasfor­mazione di pezzi impor­tan­ti del­la cit­tà, un motore, come det­to in prece­den­za, oggi forte­mente ridi­men­sion­a­to. In più, qua­si tutte preve­dono una serie di con­cate­nazioni che le ren­dono di per sé dif­fi­cili da attuare nei tem­pi pre­visti dal RU, per di più accor­ciati di due anni dalle dis­po­sizioni del­la legge 65/2014. Eppure anche lo sce­nario del­la cit­tà pub­bli­ca deve evolver­si, dan­do risposte e offren­do oppor­tu­nità a esi­gen­ze nuove nel cam­po dei servizi alla per­sona, dell’istruzione e del­la for­mazione, e del­la riqual­i­fi­cazione di aree degra­date inter­es­sate da fenomeni di ghet­tiz­zazione e di mar­gin­al­iz­zazione sociale.
Infine, ma non per ulti­ma, c’è la scelta polit­i­ca che l’attuale ammin­is­trazione intende fare nel­la direzione di una mag­giore e migliore capac­ità di rispon­dere e incor­ag­gia­re l’iniziativa pri­va­ta in altri set­tori dell’economia tradizionale, a par­tire da quel­lo tur­is­ti­co e dei servizi ad esso col­le­gati, il set­tore nel quale negli ulti­mi 20 anni si è reg­is­tra­to e vis­to il mag­gior tas­so di cam­bi­a­men­to e svilup­po e sul quale si con­cen­tra­no anco­ra oggi buona parte delle pro­poste di inves­ti­men­to che ci ven­gono sot­to­poste.

Tem­pi e temi
Questo atto, dunque, ha il com­pi­to di dettare gli ind­i­rizzi e le pri­or­ità su cui agire per mod­i­fi­care i nos­tri stru­men­ti urban­is­ti­ci.
Il pri­mo pun­to che fis­si­amo è il tem­po. Il 2016 dovrà essere l’anno in cui affrontare i temi che indichi­amo.
Due saran­no i campi di lavoro: l’avvio del pro­ced­i­men­to per la redazione del nuo­vo Piano strut­turale inter­co­mu­nale, e le mod­i­fiche agli stru­men­ti attua­tivi comu­nali, Rego­la­men­to Urban­is­ti­co e Piani par­ti­co­lareg­giati.
La redazione del nuo­vo Piano strut­turale seguirà la stra­da dell’ufficio del piano inter­co­mu­nale, la cui ricos­ti­tuzione è sta­ta sot­to­scrit­ta tra i Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia M.ma, San Vin­cen­zo e Sas­set­ta lo scor­so 5 novem­bre. Ques­ta attiv­ità incro­cia sia l’esigenza di adegua­men­to alla legge regionale 65/2014, sia la volon­tà di revi­sione delle strate­gie gen­er­ali del­la piani­fi­cazione locale. Le linee di azione e gli obi­et­tivi saran­no indi­cati, come pre­vis­to dal­la con­ven­zione, in un doc­u­men­to del­la con­feren­za dei sin­daci che ver­rà poi sot­to­pos­to all’approvazione delle sin­gole ammin­is­trazioni. L’obiettivo che la giun­ta del Comune di Piom­bi­no vuole indi­care fin da ora è che nel 2016 si avvii il pro­ced­i­men­to di revi­sione del Piano, delin­e­an­do la cor­nice gen­erale entro cui si muoverà la nuo­va piani­fi­cazione e anche le mod­i­fiche agli stru­men­ti oper­a­tivi vigen­ti del nos­tro Comune.
Per quan­to riguar­da, invece, il Rego­la­men­to Urban­is­ti­co e i piani attua­tivi comu­nali, in coeren­za con quan­to scrit­to nel­la pre­mes­sa, indi­viduiamo 6 temi sui quali dovrà con­cen­trar­si il lavoro di revi­sione.

1) La rip­i­ani­fi­cazione delle aree indus­tri­ali
2) Il raf­forza­men­to dei set­tori pro­dut­tivi non indus­tri­ali
3) Il poten­zi­a­men­to dell’economia tur­is­ti­ca
4) Il riu­so del pat­ri­mo­nio edilizio esistente
5) La cit­tà pub­bli­ca. Rif­les­sioni sulle pre­vi­sioni pub­bliche del Rego­la­men­to Urban­is­ti­co
6) L’adeguamento al nuo­vo piano pae­sag­gis­ti­co e alla legge 65/2014 del­la Regione Toscana

Per cias­cun tema indichi­amo per som­mi capi gli obi­et­tivi da perseguire.
industriali1) La rip­i­ani­fi­cazione delle aree indus­tri­ali

Ridis­eg­nare i 900 ettari di ter­ri­to­rio occu­pati per decen­ni dal­la grande indus­tria è di per sé una sfi­da affasci­nante e uni­ca nel panora­ma nazionale. Noi cre­di­amo che lo si deb­ba fare incar­di­nan­do i prog­et­ti di inves­ti­men­to del grup­po Cevi­tal in un asset­to gen­erale del ter­ri­to­rio che con­sen­ta di dare spazio a nuove fun­zioni e risol­vere alcu­ni dei prob­le­mi stori­ci del­la nos­tra cit­tà, pri­mo su tut­ti quel­lo delle infra­strut­ture. Il nuo­vo trac­cia­to del­la 398; la riv­is­i­tazione gen­erale del­la rete via­bilis­ti­ca e fer­roviaria inter­na con la rifun­zion­al­iz­zazione di alcu­ni trat­ti ver­so il traf­fi­co passeg­geri da e ver­so il por­to, da e ver­so la cit­tà; lo svilup­po por­tuale; la rigen­er­azione urbana delle aree più vicine alla cit­tà e la ricon­nes­sione del­la cit­tà con il quartiere indus­tri­ale del Cotone-Pogget­to e con il por­to; la memo­ria indus­tri­ale come fat­tore di attrazione e di cul­tura: sono i prin­ci­pali obi­et­tivi di carat­tere gen­erale che la nuo­va piani­fi­cazione dovrà perseguire.
Rite­ni­amo infine che, per la dimen­sione di carat­tere nazionale del sito — che ricor­diamo è oggi inser­i­to per la parte ambi­en­tale nel SIN, Sito di inter­esse nazionale — la sua col­lo­cazione al cen­tro di un con­testo di pre­gio ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co come quel­lo del­la cos­ta toscana, riconosci­u­to e val­oriz­za­to dal Piano pae­sag­gis­ti­co regionale, l’impatto sul­la dimen­sione strate­gi­ca del­la piani­fi­cazione di area che comunque la rilet­tura di un’area di ques­ta ril­e­van­za com­por­ta, anche la ricon­ver­sione del­la Cen­trale Enel di Tor del Sale vada affronta­ta all’interno di questo quadro. Il Piano strut­turale attuale indi­ca­va come obi­et­ti­vo strate­gi­co la sua rides­ti­nazione a carat­tere tur­is­ti­co-ricetti­vo. In ques­ta sede ci preme con­fer­mare la bon­tà, a nos­tro avvi­so, del­lo sce­nario indi­vid­u­a­to nel PS, ma sot­to­lineiamo che la con­cretiz­zazione di questo sce­nario deve fare i con­ti con due nodi cru­ciali: la bonifi­ca dell’area, con­dizione impre­scindibile per qual­si­asi prog­et­to di trasfor­mazione, e la val­u­tazione del­la neces­sità e fat­tibil­ità di un poten­zi­a­men­to o di una revi­sione delle des­ti­nazioni già oggi indi­cate dal PS in con­sid­er­azione del con­testo ambi­en­tale in cui l’area è inseri­ta (Par­co del­la Ster­pa­ia e oasi nat­u­rale palus­tre).
2) Il raf­forza­men­to dei set­tori pro­dut­tivi non indus­tri­ali
3) Il poten­zi­a­men­to dell’economia tur­is­ti­ca
4) Il riu­so del pat­ri­mo­nio edilizio esistente
Per tut­ti e tre i temi l’obiettivo gen­erale è quel­lo di ren­dere pos­si­bili trasfor­mazioni e inter­ven­ti oggi non con­sen­ti­ti. La final­ità è inter­cettare inves­ti­men­ti che sap­pi­amo essere pos­si­bili nei set­tori non tradizion­ali del­la nos­tra econo­mia, e atti­vare una serie di inter­ven­ti, minu­ti e non, di trasfor­mazione e riqual­i­fi­cazione del pat­ri­mo­nio edilizio esistente.
Per il set­tore pro­dut­ti­vo: la disponi­bil­ità delle aree per inse­di­a­men­ti di impre­sa è, uni­to alla caren­za di infra­strut­ture, il prin­ci­pale pun­to criti­co da super­are, a par­tire dall’ampliamento delle pos­si­bil­ità oggi pre­viste all’interno dei lot­ti anco­ra disponi­bili del PIP di Mon­tege­moli, per arrivare alle aree indus­tri­ali dismesse.
Per il set­tore tur­is­ti­co: l’obiettivo prin­ci­pale sarà quel­lo del­la diver­si­fi­cazione delle tipolo­gie ricettive oggi pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio e di un poten­zi­a­men­to gen­erale del­la ricettiv­ità sul ter­ri­to­rio comu­nale. In questo sen­so è da super­are la nor­ma del PS che prevede­va solo la cat­e­go­ria alberghiera nel caso delle real­iz­zazione di nuove strut­ture ricettive. A fian­co al tema del­la ricettiv­ità rite­ni­amo deci­si­vo svilup­pare quel­lo dei servizi tur­is­ti­ci, dal­la riv­is­i­tazione del sis­tema del­la mobil­ità del­la cit­tà e del ter­ri­to­rio, all’individuazione di aree e per­cor­si per attiv­ità sportive e del tem­po libero in gra­do di qual­i­fi­care l’offerta tur­is­ti­ca.
Per il riu­so del pat­ri­mo­nio edilizio esistente: vogliamo cogliere il duplice risul­ta­to di aderire alla filosofia del riu­so e del­la riqual­i­fi­cazione dell’esistente, e rispon­dere alle mutate esi­gen­ze dei cit­ta­di­ni e delle imp­rese sia in cam­po abi­ta­ti­vo, che in quel­lo com­mer­ciale e per final­ità pro­dut­tive, ricettive e pub­bliche ver­so cui facil­itare la ricon­ver­sione dell’ampio pat­ri­mo­nio edilizio del­la cit­tà.
castello inutilizzato5) La cit­tà pub­bli­ca. Rif­les­sioni sulle pre­vi­sioni pub­bliche del Rego­la­men­to Urban­is­ti­co
L’obiettivo è creare le con­dizioni per far par­tire anche le pre­vi­sioni legate al pat­ri­mo­nio pub­bli­co con­tenute nel RU, indi­can­do le pri­or­ità. In questo sen­so rite­ni­amo utile una rilet­tura gen­erale di ques­ta parte. In par­ti­co­lare pen­si­amo ci sia da lavo­rare sulle seguen­ti pre­vi­sioni: il com­ple­ta­men­to del polo sco­las­ti­co che prevede sia il trasfer­i­men­to dell’ITI e la sua rides­ti­nazione per final­ità pub­bliche, sia l’individuazione di una nuo­va sede per l’ITC e la con­seguente ricon­ver­sione res­i­den­ziale dell’edificio sco­las­ti­co; il trasfer­i­men­to di parte degli uffi­ci Comu­nali con la ricon­ver­sione del palaz­zo non stori­co a fini abi­ta­tivi e/o ricettivi; il trasfer­i­men­to e la costruzione di alcu­ni impianti sportivi (vedi palazzet­to del­lo sport, campi da ten­nis, polo sporti­vo dei Ghi­ac­cioni); la real­iz­zazione del resort d’epoca con annes­so ris­torante al Castel­lo.
6) L’adeguamento al nuo­vo piano pae­sag­gis­ti­co e alla legge 65/2014 del­la Regione Toscana
Questo pun­to, di carat­tere più tec­ni­co, è comunque un obi­et­ti­vo impor­tante per­ché com­porterà un lavoro atten­to di let­tura del ter­ri­to­rio, di ripristi­no del lim­ite urbano e dei con­fi­ni del­la cit­tà e del con­seguente stral­cio e/o ridefinizione di alcune pre­vi­sioni, in par­ti­co­lare quelle di carat­tere res­i­den­ziale col­lo­cate fuori dal sis­tema inse­dia­ti­vo, e in gen­erale di quelle in con­trasto con i prin­cipi del­la Legge 65/2014 e con gli ind­i­rizzi del piano pae­sag­gis­ti­co.

GLI STRUMENTI
E’ facile capire che gli stru­men­ti inter­es­sati dal lavoro di revi­sione saran­no più di uno, ma quale o quali sarà di vol­ta in vol­ta nec­es­sario mod­i­fi­care sarà l’obiettivo che vogliamo rag­giun­gere a deter­mi­narlo e, nat­u­ral­mente, com­pe­ten­za del­la strut­tura tec­ni­ca comu­nale indi­car­lo.
In ques­ta sede pos­si­amo però già indi­care l’attivazione di alcu­ni stru­men­ti per ogni sin­go­lo pun­to, che non escludono ovvi­a­mente la mes­sa in cam­po di altre azioni.
1) Per rag­giun­gere l’obiettivo n. 1 “La rip­i­ani­fi­cazione delle aree indus­tri­ali” inten­di­amo avvaler­ci del­la stra­da dell’accordo di piani­fi­cazione con la Regione Toscana ai sen­si dell’art 128 del­la L.R. 65/2014, com­pren­den­do all’interno delle aree ogget­to dell’accordo anche quel­la del­la cen­trale Enel di Tor del Sale. Il coin­vol­gi­men­to del­la Regione è, infat­ti, indis­pens­abile, per la dimen­sione, il liv­el­lo e l’impatto delle scelte che si dovran­no com­piere in queste aree, così come altret­tan­to indis­pens­abile è il coin­vol­gi­men­to degli altri comu­ni che con noi han­no deciso di con­di­videre le strate­gie del­la nuo­va piani­fi­cazione di area. Inoltre, l’art. 128 mette a dis­po­sizione dei finanzi­a­men­ti speci­fi­ci per la prog­et­tazione che, nell’attuale situ­azione di scar­sità di risorse, è quan­to mai oppor­tuno inter­cettare.
torre-mozza-piombino2) Nell’ambito dell’obiettivo n. 3 “Poten­zi­a­men­to dell’economia tur­is­ti­ca” è fin da quest’anno in pro­gram­ma la redazione di un nuo­vo piano par­ti­co­lareg­gia­to del­la Cos­ta Est, stru­men­to scadu­to nel 2011. Il per­cor­so è già sta­to avvi­a­to all’inizio del 2015, con la rac­col­ta delle pro­poste da parte dei sogget­ti pri­vati e degli oper­a­tori del­la zona. Nel 2016 pro­ced­er­e­mo alla redazione del Piano, alla sua adozione e alla sua approvazione. Ovvi­a­mente, come det­to in prece­den­za, per cogliere in pieno l’obiettivo sarà nec­es­sario mod­i­fi­care anche altri stru­men­ti, di carat­tere pre­or­di­na­to, come il Rego­la­men­to Urban­is­ti­co e il Piano strut­turale, e gli altri piani attua­tivi che dis­ci­plinano le coste, a par­tire dal piano del­la cos­ta urbana in sca­den­za nel 2016.
3) Vista l’adesione riscon­tra­ta in sede di elab­o­razione del nuo­vo Rego­la­men­to edilizio e di avvio del nuo­vo Piano del­la Cos­ta est, pen­si­amo sia utile ripren­dere lo stes­so meto­do di coin­vol­gi­men­to e parte­ci­pazione. Dare­mo, dunque, inizio al lavoro con la pub­bli­cazione di un avvi­so per chiedere a chi ha una pro­pos­ta, un prog­et­to, anche sem­plice­mente un’idea per Piom­bi­no, rel­a­ti­va­mente ai temi indi­cati in questo atto, di inviar­la al Comune. Piom­bi­no cam­bia sarà il life-motive di ques­ta fase di ascolto e di elab­o­razione che servirà prin­ci­pal­mente per la mod­i­fi­ca del Rego­la­men­to urban­is­ti­co. L’avviso resterà in pub­bli­cazione dal 1 gen­naio al 28 feb­braio 2016.
4) Per l’obiettivo n. 6 “L’adeguamento al nuo­vo piano pae­sag­gis­ti­co e alla legge 65/2014 del­la Regione Toscana”, come atto pre­lim­inare il set­tore pro­gram­mazione ter­ri­to­ri­ale del Comune pre­dis­porrà un doc­u­men­to ricog­ni­ti­vo per evi­den­ziare le prin­ci­pali crit­ic­ità e fornire all’amministrazione comu­nale tut­ti gli ele­men­ti per com­piere gli aggius­ta­men­ti nec­es­sari per super­are o rivedere le pre­vi­sioni non con­for­mi alla dis­ci­plina regionale.

LE RISORSE
Siamo con­sapevoli che per portare a ter­mine un lavoro così com­p­lesso in un anno di tem­po sono nec­es­sarie risorse stra­or­di­nar­ie, sia in ter­mi­ni eco­nomi­ci che umani.
Per questo rite­ni­amo utile indi­vid­uare fin da ora le strade da per­cor­rere per gli atti più impor­tan­ti e gli impeg­ni che la giun­ta è in gra­do di assumere.
Per la redazione del piano par­ti­co­lareg­gia­to del­la Cos­ta est affider­e­mo un incar­i­co all’esterno. Le risorse saran­no stanzi­ate nel Bilan­cio di pre­vi­sione 2016.
DSC_8165Per le aree indus­tri­ali, l’attivazione dell’accordo di piani­fi­cazione ci con­sente di avere acces­so ai finanzi­a­men­ti region­ali per l’avvio del­la prog­et­tazione, ai sen­si dell’art. 128 del­la Legge regionale e dunque ci dà la pos­si­bil­ità di avvaler­si, se nec­es­sario, di un sup­por­to ester­no, o comunque di finanziare l’attività di uffi­cio rel­a­ti­va a ques­ta parte.
Anche per la redazione del Piano strut­turale inter­co­mu­nale sarà nec­es­sario avvaler­si di un incar­i­co ester­no. La Regione ai sen­si del­la legge regionale 65/2014 stanzia ogni anni dei con­tribu­ti ai quali abbi­amo già chiesto di accedere. In ogni caso, per il 2016 preve­di­amo solo la fase di avvio del pro­ced­i­men­to, che sarà cura dell’ufficio di piano redi­gere e portare all’approvazione del vari con­sigli comu­nali.
Per il resto, il lavoro sarà svolto dal per­son­ale del set­tore pro­gram­mazione ter­ri­to­ri­ale del Comune di Piom­bi­no con le modal­ità orga­niz­za­tive sta­bilite dal diri­gente.

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