Un costante punto di riferimento per moltissimi anni

È morto Ilvio Milani, se ne va un pezzo di storia

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PIOMBINO 28 luglio 2018 – È mor­to Ilvio Milani, figu­ra stor­i­ca del­la sin­is­tra di gov­er­no a Piom­bi­no per gran parte del sec­o­lo scor­so. Ave­va 93 anni e da tem­po le sue con­dizioni di salute non era più buone. La sua salma sarà cre­ma­ta a Livorno.
Con Milani se ne va un pez­zo di sto­ria di Piom­bi­no. Uomo del popo­lo, Ilvio è sta­to pro­tag­o­nista di ogni impor­tante avven­i­men­to che fa parte del­la sto­ria recente di Piom­bi­no. Aderì al Pci da ragaz­zo, quan­do il par­ti­to era anco­ra clan­des­ti­no. Non pote­va essere diver­sa­mente: la sua estrazione sociale, il suo tem­pera­men­to estro­ver­so e altru­ista, la sua cit­tà, l’amore e il rispet­to per i più deboli mai lo avreb­bero potu­to ind­i­riz­zare altrove. E non c’è dub­bio che la sua vita sia sta­ta tut­ta ori­en­ta­ta ver­so un ide­ale conosci­u­to da ragaz­zo di bot­te­ga di un bar­bi­ere e  svilup­pa­to, nel tem­po, sem­pre in modi per­son­ali, orig­i­nali, al lim­ite, in anni dif­fi­cili, dell’ortodossia. Gior­gio Pasquin­uc­ci, in un bell’articolo sul Tir­reno, ha volu­to ricor­dare il sopran­nome con cui Ilio veni­va riconosci­u­to in sezione: “il Com­pagni­no”. Qual­cosa che ave­va ben altri rifer­i­men­ti che la sua mod­es­ta statu­ra fisi­ca.
Sen­za ombra di dub­bio Milani è sta­to un uomo di imp­rese da real­iz­zare più che un fun­zionario politi­co dalle tante parole e dal­la poca con­cretez­za. La sua vita è lega­ta ad avven­i­men­ti reali del­la cui com­pi­utez­za spes­so egli è anda­to fiero. Da antifascista non si tirò indi­etro e, nonos­tante la gio­vane età (era nato nel 1925), si assunse i pro­pri rischi. Fece la staffet­ta con gli uomi­ni alla mac­chia, fu ovunque dove avvertì neces­sità. Quan­do a Piom­bi­no ci fu battaglia, il 10 set­tem­bre 1943, Ilio rispose pre­sente tan­to da guadag­nar­si il tito­lo di “patri­o­ta” che onorò in segui­to da pres­i­dente dell’Anpi.
Dal par­ti­to ebbe incar­ichi impor­tan­ti che lo carat­ter­iz­zarono per l’impegno e il cor­ag­gio: pri­ma le lotte mez­zadrili con la Fed­ert­er­ra, poi l’impegno nelle fab­briche e, infine, il com­pi­to di ammin­is­trare in Giun­ta il pro­prio Comune. Con il sin­da­co Rodol­fo Gio­van­nel­li fu asses­sore ai lavori con, tra l’altro, l’ acqui­sizione al pat­ri­mo­nio pub­bli­co dell’allora clin­i­ca pri­va­ta di Vil­la Marit­ti­ma.
Negli ulti­mi anni la disponi­bil­ità, la lucid­ità nei ricor­di, un’ineguagliabile espe­rien­za di vita, un buon sen­so inna­to ne fecero il pun­to di rifer­i­men­to per ammin­is­tra­tori, stu­diosi, curiosi, sem­pli­ci cit­ta­di­ni che vol­e­vano ascoltare una pag­i­na lon­tana e conoscere una sto­ria a cui la pro­pria famiglia spes­so non era sta­ta neanche estranea. Milani non si è mai tira­to indi­etro. Anzi pare­va gioire del­la nuo­va oppor­tu­nità che la quo­tid­i­an­ità gli offri­va per conoscere il mon­do delle nuove trasfor­mazioni.
Lo sap­pi­ano benis­si­mo anche noi di Stile­liberonews che ci pro­ponem­mo di riu­nire su nas­tro le sue mem­o­rie per farne una pub­bli­cazione. Ilvio ci incon­tra­va nel suo uffi­cio vici­no al Met­ro­pol­i­tan: un paio d’ore ogni vol­ta dalle quali emergevano stu­pen­di rac­con­ti. Mai una doman­da sen­za una rispos­ta. Avrem­mo volu­to con­tin­uare ma la nos­tra inizia­ti­va era par­ti­ta trop­po tar­di: Milani com­in­ciò a star male e, dopo fre­quen­ti rin­vii, tut­to si con­cluse. Di quel­la espe­rien­za ci res­ta l’insegnamento. Neanche pic­co­lo. Addio Ilvio Milani.

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