E ora occorre mettere al riparo i conti comunali

· Inserito in È accaduto, Lettere

PIOMBINO 7 mar­zo 2020 — Non sem­pre in polit­i­ca è con­ces­so scegliere. Di sicuro, chi gov­er­na si deve assumere la respon­s­abil­ità di decidere. Noi decidi­amo.
La manovra eco­nom­i­ca era nec­es­saria e non c’erano alter­na­tive. Del resto lo squilib­rio di bilan­cio che il PD nega è un dato doc­u­men­tale non inter­pretabile: negli ulti­mi anni il Comune incas­sa­va dai trib­u­ti un mil­ione e 600mila euro in meno rispet­to a quan­to spende­va.
Per rip­i­anare il deb­ito si era deciso di alien­are parte del pat­ri­mo­nio pub­bli­co: tra le ven­dite più red­di­tizie ricor­diamo lo sta­bile degli ex licei o il campeg­gio di Sant’Albinia. Ma si sa, il pat­ri­mo­nio comu­nale non è infini­to e non ci era con­sen­ti­ta altra scelta.
Accan­to a un risparmio del­la spe­sa pub­bli­ca effet­tua­to da subito dal­la nuo­va ammin­is­trazione, era nec­es­saria un’azione che mettesse a riparo i con­ti pub­bli­ci. È la matem­at­i­ca a dir­lo, anche se il PD si osti­na a criti­care le scelte che loro stes­si ci han­no obbli­ga­to a fare. Si per­ché se quel­lo squilib­rio non ci fos­se sta­to las­ci­a­to, oggi non sarem­mo a par­lare di con­ti.
Quel PD che non ha nep­pure fat­to la formi­ca ma anzi, come una cicala che forse sape­va che presto “l’estate polit­i­ca” sarebbe fini­ta, ha spe­so sen­za pre­oc­cu­par­si del futuro dei pro­pri cit­ta­di­ni.
Quel PD a cui nel prossi­mo con­siglio comu­nale chieder­e­mo quale soluzione avrebbe por­ta­to se fos­se sta­to anco­ra al gov­er­no di ques­ta cit­tà.
Cer­to che la deci­sione di appli­care queste mis­ure non è sta­ta pre­sa a cuor leg­gero, tutt’altro. Purtrop­po però l’unico modo per aumentare le entrate delle ammin­is­trazioni pub­bliche è quel­lo di chiedere un aiu­to ai cit­ta­di­ni. L’opposizione, inoltre, dimostra purtrop­po la pro­pria igno­ran­za quan­do sug­gerisce di aumentare l’aliquo­ta Iperf. Sarebbe oppor­tuno stu­di­are pri­ma di emet­tere sen­ten­ze: l’aliquota Irpef è fis­sa­ta dal gov­er­no nazionale e i Comu­ni non pos­sono agire per mod­i­fi­car­la, l’unica azione da pot­er attuare è vari­are la soglia di esen­zione. Al riguar­do, vale la pena sot­to­lin­eare che negli altri Comu­ni del com­par­to la soglia di esen­zione varia tra i 10mila e 15mila euro annui, nes­suno arri­va a 20mila, e anche nei comu­ni vici­ni risiedono cas­sain­te­grati e cat­e­gorie più deboli. Va da sé che, anco­ra una vol­ta, l’opposizione sfrut­ta una manovra nec­es­saria per risol­vere prob­le­mi causati da loro per attac­care un’amministrazione che quo­tid­i­ana­mente si dis­tri­ca egre­gia­mente nel pan­tano che han­no las­ci­a­to alle loro spalle.
Assum­i­amo su di noi la respon­s­abil­ità del cam­bi­a­men­to e di tutte le deci­sioni, anche quelle dolorose, che le prece­den­ti ammin­is­trazioni di cen­trosin­is­tra non han­no mai avu­to il cor­ag­gio di pren­dere. Così facen­do han­no dan­neg­gia­to loro stes­si ma, soprat­tut­to, i piom­bi­ne­si.
Noi siamo diver­si e questo bilan­cio è la pro­va del­la nos­tra seri­età ver­so il futuro del­la cit­tà e dei nos­tri concit­ta­di­ni.

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