ANSELMIANI E NONALSELMIANI ORMAI AI FERRI CORTI. PARTITO SPACCATO

È scontro aperto all’interno del Pd: fratelli coltelli

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Redazione

PIOMBINO 21 dicem­bre 2018 — Per mesi il fuo­co ha cov­a­to sot­to la cenere di un cosid­det­to accor­do sul­la dis­con­ti­nu­ità, diger­i­to a sten­to da tut­ti e des­ti­na­to pri­ma o poi ad aprire la stra­da al fuo­co. Che è divam­pa­to improvvisa­mente in maniera anche più dev­as­tante di quan­to si potesse immag­inare. Mai nel Pd del­la Val di Cor­nia si ricor­dano con­trasti frat­ri­ci­di tan­to net­ti quan­to quel­li che ven­gono rilan­ciati, in queste ore, sui media e sui social net­work. Meno che mai la sto­ria rac­con­ta attac­chi così vio­len­ti tra “com­pag­ni” riu­ni­ti sot­to le bandiere dei padri locali del­la sin­is­tra.
Dopo dimis­sioni di asses­sori e con­siglieri, dopo fughe dal­la com­pagine di giun­ta, dopo vaste con­tes­tazioni al Palaz­zo su argo­men­ti impor­tan­ti, è accadu­to che il grup­po di mag­gio­ran­za nel par­ti­to, capeg­gia­to da Gian­ni Ansel­mi, abbia rac­colto una cinquan­ti­na di firme, pro­mosso una serie di dimis­sioni nell’Unione comu­nale e annun­ci­a­to, in una con­feren­za stam­pa, che la misura era col­ma. Con toni per­en­tori espo­nen­ti come Mar­co Pel­le­gri­ni, Andrea Toninel­li, Wal­ter Calvi, Alber­to Ansel­mi, Gian­piero Vac­caro, Alessan­dro Lep­o­rat­ti, Gian­na Madau han­no det­to bas­ta all’emarginazione del­la parte più con­sis­tente del par­ti­to dalle scelte più sig­ni­fica­tive e stop alla polit­i­ca del­la seg­re­taria dell’Unione comu­nale Bruna Geri del­la quale han­no sol­lecita­to imme­di­ate dimis­sioni.

Gian­ni Ansel­mi

Nel miri­no le deci­sioni e le strate­gie sul fronte dei rifiu­ti. “Mai – ha sot­to­lin­eato Toninel­li al Tir­reno – c’è sta­ta una dis­cus­sione inter­na sul prob­le­ma di Rima­te­ria” mal­gra­do che, perfi­no nel grup­po con­sil­iare, fos­se evi­dente uno sta­to di malessere. Il seg­re­tario del cir­co­lo di Riotor­to c’è anda­to anche più pesante quan­do, sec­on­do la cronaca del Telegrafo, ha pun­tu­al­iz­za­to che “rifi­utare il con­fron­to ed il ref­er­en­dum è sta­to un errore”. Anche la rican­di­datu­ra a sin­da­co di Mas­si­mo Giu­liani, sec­on­do la pras­si che due man­dati sono da tem­po la rego­la, è sta­ta con­sid­er­a­ta argo­men­to di dis­cus­sione “par­tendo dal pro­gram­ma e dalle alleanze”. Esplic­i­to il rifer­i­men­to alle elezioni del prossi­mo anno quan­do, per la pri­ma vol­ta nel dopoguer­ra, anche in Val di Cor­nia, il Pd non ha più la certez­za del suc­ces­so ed anzi avverte l’insidia di movi­men­ti che il par­ti­to non si può per­me­t­tere di affrontare con un asset­to lac­er­a­to e una base dis­ori­en­ta­ta.
Di fronte ad un attac­co frontale tan­to deciso, la mino­ran­za non ha risparmi­a­to car­tuc­ce e ha licen­zi­a­to alla stam­pa e all’opinione pub­bli­ca uno dei doc­u­men­ti più duri e net­ti che mai siano sta­ti prodot­ti nel­la battaglia inter­na di una forza polit­i­ca locale.

Bruna Geri

Una pag­i­na di testo che abbi­amo dif­fu­so ieri sen­za com­men­to e che invece qualche indis­pens­abile rif­les­sione meri­ta. Rib­a­di­amo che l’elenco dei sot­to­scrit­tori rag­grup­pa nomi di mil­i­tan­ti che han­no respon­s­abil­ità di ver­tice nei cir­coli, nell’Unione comu­nale, in Fed­er­azione e nelle isti­tuzioni (Bruna Geri, Simone De Rosas, Mat­teo Bro­gioni, Alber­ta Tic­ciati, Mai­da Mat­aloni, Ilvio Cam­beri­ni, Mar­co Mac­chioni, Car­la Maestri­ni, Rinal­do Bar­sot­ti, Margheri­ta Di Gior­gi, Enzo De Bonis, Mon­i­ca Braschi, Clau­dio Cer­ri­ni).
Il doc­u­men­to si apre con un appel­lo a lavare i pan­ni sporchi in casa che è cosa sin­go­lare per una nota invi­a­ta alla stam­pa in rispos­ta ad affer­mazioni risul­tate da una con­feren­za stam­pa. Nel­la sostan­za, uno a uno e pal­la al cen­tro.
Ricor­dati gli appun­ta­men­ti di par­ti­to che a cui gli Anselmi­ani “non han­no parte­ci­pa­to”, i Nonanselmi­ani lan­ciano la pri­ma frec­cia: “Di fronte alla destra che avan­za decidere di dividere il Pd e il cen­trosin­is­tra è una scelta irre­spon­s­abile e inac­cetta­bile”. Più o meno del­la serie: “Occhio com­pag­ni, per­ché ques­ta vol­ta si va tut­ti a casa”.
Con­sid­er­azione raf­forza­ta dal pas­sag­gio suc­ces­si­vo nel quale i sot­to­scrit­tori ricor­dano “l’accordo dell’ultimo con­gres­so” gra­zie al quale si reg­gono il seg­re­tario delle fed­er­azione Mas­si­m­il­iano Roven­ti­ni e tut­ti gli altri seg­re­tari delle Unioni comu­nali del­la Val di Cor­nia.

Mas­si­m­il­iano Roven­ti­ni

Nel­la sostan­za, in forza di quel­la suda­ta inte­sa, chiedere le dimis­sioni di Bruna Geri, al ver­tice del’Unione comu­nale di Piom­bi­no, sig­nifi­ca scon­vol­gere l’accordo. Da qui la doman­da: “…ci chiedi­amo per quale moti­vo a pochi mesi dalle elezioni ammin­is­tra­tive il grup­po che fa capo al con­sigliere regionale Gian­ni Ansel­mi, che è sta­to uno dei fir­matari di quell’accordo, inten­da far franare tut­to”. Al que­si­to i Nonanselmi­ani una loro rispos­ta ce l’hanno e la ester­nano in modo che in altri tem­pi avrebbe richiam­a­to l’attenzione dei pro­biviri del par­ti­to. Sen­za peli sul­la lin­gua essi ci fan­no, infat­ti, sapere: “La richi­es­ta di dimis­sioni del seg­re­tario dell’Unione comu­nale giunge dopo mesi in cui il soli­to grup­po vici­no ad Ansel­mi è sta­to protag­o­nista di ten­ta­tivi di inde­boli­men­to del grup­po con­sil­iare e, con­seguente­mente, del­la giun­ta di Mas­si­mo Giu­liani, final­iz­za­ti a far venir meno la mag­gio­ran­za”.
Di fat­to una grave accusa di remare con­tro. Ma niente in con­fron­to del suc­ces­si­vo pas­sag­gio.
Si può così leg­gere: “In questi stes­si mesi si rin­cor­rono notizie di incon­tri, che si vor­reb­bero tenere seg­reti, su inizia­ti­va di questo stes­so grup­po con poten­ziali nuovi <alleati> dichiarata­mente estranei al cen­trosin­is­tra, se non esplici­ta­mente schierati a destra. Non man­cano, da parte dei soli­ti (ndr: gli Anselmi­ani), numerosi col­lo­qui attra­ver­so i quali si fa scout­ing per la ricer­ca di un can­dida­to sin­da­co, al di fuori dei canali uffi­ciali del par­ti­to”.
Con ques­ta duris­si­ma pre­mes­sa diven­ta scon­ta­to per i Nonanselmi­ani “il bisog­no di sapere se tale atteggia­men­to non sia altro che il pre­lu­dio del loro (ndr: gli Anselmi­ani) defin­i­ti­vo abban­dono del Pd per appro­dare negli ormai famosi comi­tati civi­ci pro­mossi da Ren­zi”.
In altri tem­pi una situ­azione del genere sarebbe sta­ta chiara­mente con­sid­er­a­ta come il pre­lu­dio ad una scis­sione: ognuno a casa pro­pria e pace per tut­ti.
Infine in finale l’immancabile ulti­ma­tum che non pote­va non chia­mare in causa colui che uffi­cial­mente è il capo in tes­ta, ovvero il seg­re­tario Roven­ti­ni, anche lui in car­i­ca in forza dell’accordo sul­la dis­con­ti­nu­ità. “È l’ora – com­in­cia così il per­en­to­rio invi­to — di rompere il silen­zio assor­dante al quale, dall’inizio del manda­to ad oggi, ci ha abit­u­a­to la fed­er­azione. Ci dica il seg­re­tario cosa intende fare, si spen­da per ritrovare l’unità e stig­ma­tiz­zare com­por­ta­men­ti divi­sivi e si met­ta rap­i­da­mente a lavo­rare per le prossime ammin­is­tra­tive. Occorre da subito definire un prog­et­to e un quadro di alleanze con cui il Pd e il cen­trosin­is­tra si can­di­dano a gov­ernare il com­pren­so­rio del­la Val di Cor­nia”.
E se, nonos­tante tut­to, la situ­azione dovesse con­ser­vare lo stal­lo attuale, per i Nonanselmi­ani un rime­dio esiste: “… si pren­da atto del­la cadu­ta defin­i­ti­va di un intero grup­po diri­gente e si resti­tu­is­ca la paro­la agli iscrit­ti con un con­gres­so”.  Speran­do – ver­rebbe da com­mentare – che nel frat­tem­po gli iscrit­ti ci siano anco­ra.

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