E se iniziassimo davvero a guardare al futuro?

· Inserito in Lettere, Vicenda Lucchini
pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 25 aprile 2014 — Pre­oc­cu­pazione, rab­bia e malu­more. Queste le sen­sazioni che si per­cepi­vano nell’aria all’incontro tenu­tosi davan­ti alla portine­r­ia Luc­chi­ni. Rab­bia, in par­ti­co­lare, nei con­fron­ti degli altri Sin­daci pre­sen­ti, accusati di non aver mai parte­ci­pa­to, in pas­sato, alle inizia­tive in dife­sa del­la fab­bri­ca. Per­sonal­mente, e per quan­to riguar­da il comune di Campiglia, pos­so dire che quel­la rab­bia fos­se più che gius­ti­fi­ca­ta. Infat­ti, in questi cinque anni in cui siamo sta­ti pre­sen­ti in Con­siglio Comu­nale la crisi del­la siderur­gia non è mai sta­ta affronta­ta seri­amente. Nell’ Otto­bre del 2012 la lista civi­ca “ Comune dei Cit­ta­di­ni” pre­sen­tò un ordine del giorno che impeg­na­va il Sin­da­co a con­vo­care un Con­siglio Comu­nale aper­to e ad avviare un tavo­lo di dis­cus­sione con gli altri Comu­ni al fine ricer­care pos­si­bili soluzioni anche a liv­el­lo sovra comu­nale. Quell’ordine del giorno, vota­to all’unanimità, è sta­to total­mente dis­at­te­so. Con altret­tan­ta franchez­za ci pare che il Sin­da­co di Piom­bi­no abbia fat­to ben poco o nul­la di con­cre­to per coin­vol­gere le altre ammin­is­trazioni del ter­ri­to­rio. Abbi­amo invece assis­ti­to alla totale demolizione del­la sovra­co­mu­nal­ità.
Adesso ci ritro­vi­amo a dover scegliere rap­i­da­mente cosa vogliamo per il nos­tro futuro. E’ nec­es­sario fare scelte razion­ali sen­za fini pro­pa­gan­dis­ti­ci e l’avvicinarsi delle elezioni ammin­is­tra­tive cer­ta­mente non aiu­ta. E’ sacrosan­to lottare per garan­tire un futuro sta­bile e dig­ni­toso a migli­a­ia di famiglie e al ter­ri­to­rio. Non si può far morire una fab­bri­ca che ha anco­ra la sua fet­ta di mer­ca­to, ma bisogna anche avere il cor­ag­gio di ammet­tere che non pos­sono soprav­vi­vere set­tori del­lo sta­bil­i­men­to che gen­er­a­no perdite di mil­ioni di euro. Non sarebbe utile pro­prio per la dig­nità del lavoro che tut­ti invochi­amo. Dob­bi­amo bat­ter­ci per man­tenere ciò che fun­ziona e affrontare subito ciò che non può più portare risul­tati pos­i­tivi. E’ pos­si­bile che tut­to questo non garan­tis­ca intera­mente l’occupazione. In tal caso l’industria da sola non basterebbe e il ter­ri­to­rio dovrebbe dar­si prog­et­ti all’altezza di una crisi che sem­bra avere carat­tere strut­turale.
Nel­la regione tedesca del­la Ruhr, che con­ta 53 agglomerati urbani per una popo­lazione di cir­ca 5 mil­ioni di abi­tan­ti, con l’intervento con­giun­to di Sta­to e pri­vati, ma soprat­tut­to con l’attivazione dei fon­di europei, si è real­iz­za­ta una riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale che ha riguarda­to un’area di 6000 ettari, dove sono sta­ti con­ser­vati gli impianti che dove­vano rimanere in pro­duzione ma sep­a­ran­doli fisi­ca­mente dalle aree inter­es­sate dal­la ricon­ver­sione e dalle nuove attiv­ità. Sono sta­ti creati 10000 posti di lavoro, 1000 mon­u­men­ti indus­tri­ali, 200 musei, 120 teatri, 100 cen­tri cul­tur­ali e ospi­tano annual­mente cir­ca 250 fes­ti­val nelle varie cit­tà del­la regione. Alti­forni e gas­ometri non demoli­ti e mes­si in sicurez­za che atti­ra­no centi­na­ia di migli­a­ia di vis­i­ta­tori ogni anno. Altre aree ospi­tano strut­ture cul­tur­ali e attrazioni di fama inter­nazionale che han­no por­ta­to la regione ad essere elet­ta Cap­i­tale euro­pea del­la cul­tura nel 2010.
Ripor­tan­do ques­ta espe­rien­za alla dimen­sione del­la Val di Cor­nia non si può non con­sid­er­are le altre tes­ti­mo­ni­anze storiche di lavo­razione del fer­ro pre­sen­ti nel ter­ri­to­rio; da Pop­u­lo­nia a San Sil­ve­stro a Piom­bi­no rac­chi­u­di­amo più di duemi­la anni di sto­ria del­la lavo­razione di questi min­er­ali e potrem­mo iniziare a pen­sare che la nos­tra sto­ria pos­sa diventare anche la nos­tra ric­chez­za.
Quan­do iniziare? Non c’è altra rispos­ta a ques­ta doman­da se non “ORA!”. Ci vogliono cor­ag­gio, deter­mi­nazione, fidu­cia, buon sen­so e i frut­ti non si vedran­no cer­ta­mente tra un anno. Ma quan­do nascer­an­no potremo averne per sem­pre.

 Daniele Sca­faro, can­dida­to Sin­da­co del­la lista “Comune dei Cit­ta­di­ni”

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