È stata distrutta l’idea stessa di Val di Cornia
Comune unico tra Campiglia e Suvereto già alle prossime elezioni amministrative del 2014, ossia tra pochi mesi. Di questo si tratta. Il Sindaco di Campiglia ha informato il Consiglio che non ci sono decisioni, ma solo verifiche degli uffici. Immaginiamo che gli uffici non procedano da soli ma abbiano ricevuto un preciso indirizzo dagli amministratori.
I cittadini devono sapere che il Consiglio Comunale non ha mai discusso l’argomento. Non è cosa da poco. Come è possibile che una maggioranza che si definisce democratica non senta il bisogno di coinvolgere il Consiglio sulla fusione del Comune? Basta un incontro tra due Sindaci o una qualche ristretta riunione di partito per avviare un processo come questo? Non avvertono il bisogno di sondare prima il pensiero dei propri cittadini?
Non è un caso che due ex Sindaci di Suvereto, Rossano Pazzagli e Walter Gasperini, abbiano lamentato il mancato coinvolgimento dei cittadini. Cosa che hanno fatto anche la lista Uniti per Suvereto e la nostra.
La cosa per noi non è nuova perché questa maggioranza non ha mai discusso in Consiglio cosa fare dopo lo scioglimento del Circondario e non ha mai sentito il bisogno di spiegare perché non è stata costituita l’Unione dei Comuni, nonostante questo obiettivo stia scritto chiaramente nel loro programma elettorale e nel programma di legislatura del Sindaco.
La realtà è che non hanno discusso di niente perché niente hanno prodotto per divisioni politiche tra i Comuni e per mancanza di visione sul futuro delle nostre istituzioni locali.
Così siamo arrivati al 2013 con una la legge che obbliga i Comuni sotto 5.000 abitanti ad associare tutte le funzioni amministrative (anagrafe esclusa). Neppure ora si sente il bisogno di discutere. Se avessero costituito l’Unione, come promesso, oggi tutti i Comuni della Val di Cornia potevano associare le funzioni amministrative garantendo la partecipazione e il rispetto di tutte le comunità municipali. C’era solo da migliorare quello che da decenni era stato avviato in questa zona, riducendo costi e duplicazioni ancora presenti.
La realtà è che in questa legislatura è stata distrutta l’idea stessa di Val di Cornia, intesa come area geografica minima per reali politiche di programmazione, dai servizi sociali all’idea di futuro da mettere in campo per il territorio, l’economia e il lavoro. Ora ciascun Comune si organizza e agisce per conto proprio, disperdendo i potenziali e i vantaggi che l’area vasta poteva offrire per la riconversione e la diversificazione dell’economia.
Ci sembrano responsabilità gravi destinate a pesare sulle imprese e sui cittadini di questa vallata.
Comune dei Cittadini