Elezioni RSU, per fare cosa? Le nostre proposte

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PIOMBINO 25 novem­bre 2016 — Le fed­er­azioni FIM FIOM UILM han­no deciso di pro­cedere al rin­no­vo delle Rap­p­re­sen­tanze Sin­da­cali Uni­tarie (già decadute da anni) nelle fab­briche metalmec­ca­niche. La con­vo­cazione delle elezioni è sta­ta fat­ta con forza­ture sui modi e sui tem­pi sta­bil­i­ti dalle norme, con la evi­dente inten­zione di stroz­zare il dibat­ti­to tra i lavo­ra­tori, quan­to mai nec­es­sario oggi per definire i con­tenu­ti del manda­to che dovrà fare da gui­da all’azione degli elet­ti.
Piom­bi­no e le sue indus­trie metalmec­ca­niche stan­no viven­do una crisi gravis­si­ma: Arcelor-Mit­tal ha prob­le­mi di posizion­a­men­to sul mer­ca­to dei lam­i­nati piani e non si intrave­dono inizia­tive con­sis­ten­ti per il sal­vatag­gio dei posti di lavoro ma anzi si paven­tano ester­nal­iz­zazioni; la Tenaris — Dalmine soprav­vive sen­za prospet­tive; il “Prog­et­to Piom­bi­no”, per la ripresa delle attiv­ità siderur­giche e la diver­si­fi­cazione, non decol­la. Già è sta­ta pre­sen­ta­ta (e accetta­ta da sin­da­cati e isti­tuzioni) quel­la che pudica­mente chia­mano “rimod­u­lazione” del piano; di fat­to un nuo­vo piano, non con­corda­to e non approva­to dai lavo­ra­tori, che “garan­tisce” un migli­aio di posti di lavoro in meno tra i “diret­ti” e l’ indot­to. Si par­la sem­pre meno di agroin­dus­tri­ale e soprat­tut­to non si vede l’ avvio delle boni­fiche. In com­pen­so si regalano altre aree (non indus­tri­ali) ad Afer­pi e si pro­cede a vari­anti urban­is­tiche sul­la base di immo­ti­vati inter­es­si del­la multi­nazionale.
Noi fac­ciamo alcune rif­les­sioni e le sot­to­poni­amo all’attenzione dei lavo­ra­tori.

  • Il “Prog­et­to Piom­bi­no” è sta­to mod­i­fi­ca­to uni­lat­eral­mente da Afer­pi: gli accor­di fir­mati e votati dai lavo­ra­tori non han­no più val­ore! Si riapra la trat­ta­ti­va e si sta­bilis­cano con­dizioni migliori per i lavo­ra­tori: recu­pero salar­i­ale e abo­lizione del­la “data cape­stro” del giug­no 2017 ( cioè del­la lib­ertà, per Afer­pi, di licen­ziare a piaci­men­to).
  • No asso­lu­to a ulte­ri­ori gio­chi­ni al riman­do: se a tutt’ oggi non è sta­ta dimostra­ta da Rebrab la disponi­bil­ità dei cap­i­tali nec­es­sari per gli inves­ti­men­ti, si pro­ce­da a dichiarare il default (come già ipo­tiz­za­to dal Com­mis­sario Gov­er­na­ti­vo nel­la sua 8ª relazione trimes­trale) e si rimandi­no le Acciaierie sot­to la ges­tione com­mis­sar­i­ale, cioè del Gov­er­no.
    Il Com­mis­sario Gov­er­na­ti­vo pro­ce­da sul pro­gram­ma di inves­ti­men­ti siderur­gi­ci, par­tendo subito con finanzi­a­men­ti pub­bli­ci ed even­tuale con­cor­so di pri­vati per le cose che subito si pos­sono fare: gestire con con­ti­nu­ità la lam­i­nazione e costru­ire il nuo­vo treno  rotaie. Questo basterebbe ad assi­cu­rare i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età per tut­ti i dipen­den­ti.
    Il gov­er­no ela­bori una polit­i­ca indus­tri­ale e siderur­gi­ca per tornare a pro­durre acciaio a Piom­bi­no con forno elet­tri­co , nel­l’am­bito di un serio piano siderur­gi­co nazionale.
  • Si acceleri­no tutte le pro­ce­dure, anche con even­tuale nom­i­na di un Com­mis­sario ad hoc, per l’avvio tem­pes­ti­vo delle boni­fiche, pre­mes­sa di ogni svilup­po diver­si­fi­ca­to a Piom­bi­no e pos­si­bile fonte imme­di­a­ta di lavoro.
    Le isti­tuzioni pre­mano l’ac­cel­er­a­tore su diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca e pro­dut­ti­va, sulle infra­strut­ture por­tu­ali, viarie, fer­roviarie e infor­matiche, sul cos­to dell’ ener­gia (vis­to anche che siamo in “area a crisi com­p­lessa”), fon­da­men­tale per le aziende del­la zona e par­ti­co­lar­mente per Arcelor-Mit­tal.
    Si diano garanzie sul­la dura­ta degli ammor­tiz­za­tori sociali per i dipen­den­ti delle aziende siderur­giche e per l’in­dot­to, per i tem­pi nec­es­sari al rilan­cio pro­dut­ti­vo del­la cit­tà.

È ora di dar­ci una rap­p­re­sen­tan­za che non tema il con­flit­to e la mobil­i­tazione, che eserci­ti un libero e ampio dibat­ti­to, che non si appi­at­tis­ca sulle esi­gen­ze del­la multi­nazionale di turno e che non sia suc­cube del gov­er­no locale e nazionale. Noi non siamo un sin­da­ca­to; ma quel­li di noi che lib­era­mente e per­sonal­mente lo vor­ran­no, parteciper­an­no alle elezioni, even­tual­mente anche come can­di­dati nelle liste esisten­ti (FIOM FIM UILM UGL); lo faran­no con spir­i­to anco­ra una vol­ta criti­co e propos­i­ti­vo, sen­si­bili alle tem­atiche che abbi­amo pre­sen­ta­to oggi e in questo anno e mez­zo di inizia­tive.

Coor­di­na­men­to Art. 1 — Camp­ing CIG

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