Energia elettrica: ne occorre molta e a basso costo

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Luigi Faggiani

PIOMBINO 12 otto­bre 2013 — Date­mi un pun­to d’appoggio e sollev­erò il mon­do. Archimede esul­tante per aver scop­er­to le leg­gi del­la leva pro­nun­ciò ques­ta frase come esor­tazione all’azione. Anche qui da noi bisogn­erà trovare una leva per tentare la grande impre­sa del rilan­cio indus­tri­ale di questo ter­ri­to­rio. Per fare questo occorre innanz­i­tut­to anal­iz­zare le cause pro­fonde che han­no deter­mi­na­to la dis­as­trosa situ­azione attuale. Tra queste cer­to un ruo­lo fon­da­men­tale l’ha gio­ca­to la grande crisi eco­nom­i­ca che ha col­pi­to l’Europa ma un effet­to impor­tante l’ha procu­ra­to anche la man­can­za di una polit­i­ca indus­tri­ale nazionale nuo­va, non dirigis­ti­ca, aper­ta al mer­ca­to ed alla ricer­ca e tale da dare sup­por­to a impren­di­tori com­pe­ten­ti ed abili. Eppure in questi ulti­mi anni al gov­er­no si sono alter­nati un po’ tut­ti, ma il set­tore eco­nom­i­co sec­on­dario (ma non solo quel­lo) non ha sus­ci­ta­to l’interesse e l’attenzione dei nos­tri rap­p­re­sen­tan­ti politi­ci. A Piom­bi­no poi è accadu­ta una cosa para­dos­sale. Si è pre­vista e decla­ma­ta e mes­sa nel Piano rego­la­tore l’espansione del­la grande indus­tria quan­do i seg­ni del­la crisi indus­tri­ale era­no già evi­den­ti. Il moti­vo non si è mai capi­to. Ora siamo nell’occhio del ciclone e rischi­amo di ved­er spaz­za­to via un sec­o­lo di lavoro nel giro di pochi giorni. Chi dirige la barac­ca a liv­el­lo regionale e locale dà seg­ni di scarsa lucid­ità per­ché ten­ta di far pas­sare il mes­sag­gio che gli aiu­ti arriver­an­no dal gov­er­no o dall’arrivo del­la Con­cor­dia, una nave che ha por­ta­to già molto male. In realtà il gov­er­no ha le mani legate da giuste norme comu­ni­tarie e la Con­cor­dia non avrà qui a Piom­bi­no il por­to dove ormeg­gia­re e sopratut­to dove essere sman­tel­la­ta in sicurez­za dato che è è un rifi­u­to peri­coloso. Non ci salver­e­mo in questo modo e così i nos­tri figli non lavor­eran­no più den­tro le acciaierie e non demoli­ran­no mai le vec­chie navi. Se Piom­bi­no vor­rà sal­vare la sua sto­ria siderur­gi­ca non lo farà chieden­do por­ti elettricitàfranchi per le tasse come a Livi­g­no o sper­are in fon­di europei per finanziare una tec­nolo­gia inno­v­a­ti­va come il Corex (per leg­gere clic­ca qui) dato che tan­to inno­v­a­ti­va non sem­bra poiché mar­cia già da qualche tem­po nel sito siderur­gi­co di Sha­gai Baos­teel, real­iz­za­to dal­la Siemens e non solo lì. Piom­bi­no dovrà rap­i­da­mente riflet­tere se davvero anco­ra vuole la siderur­gia e se la rispos­ta è sì, dovrà avan­zare pro­poste serie con­di­vise dai pro­pri cit­ta­di­ni. Par­ti­amo allo­ra dal prog­et­to che sem­bra pos­si­bile e cioè dal­l’ipote­si che vi sia qual­cuno dis­pos­to a chi­ud­ere sì l’area a cal­do ma nel con­tem­po a inve­stire nel­la costruzione di un forno elet­tri­co oltre che a man­tenere attivi i lam­i­na­toi. Ipote­si nien­t’af­fat­to scon­ta­ta ma dis­cu­ti­amo pure di ques­ta. Si pon­gono molti prob­le­mi (infra­strut­ture, local­iz­zazione ed altri anco­ra) ma fer­mi­amo­ci al pri­mo: il cos­to del­l’en­er­gia elet­tri­ca nec­es­saria al fun­zion­a­men­to del forno dato che occorre asso­lu­ta­mente abbat­terne i costi. Il prez­zo dell’energia si mantiene in Italia a un liv­el­lo supe­ri­ore alla media euro­pea e ancor di più questo vale per il prez­zo dell’elettricità des­ti­na­to all’uso indus­tri­ale che è quel­lo più alto in Europa. Da noi il prez­zo supera gli 11 cen­tes­i­mi per kWh, ben sopra la media euro­pea di 9 cen­tes­i­mi. Non par­liamo poi del­la Fran­cia che supera appe­na i 7 cen­tes­i­mi. All’interno del perimetro indus­tri­ale opera un’azienda come la Edi­son che imp­ie­ga per la pro­duzione di ener­gia elet­tri­ca gas di risul­ta dell’altoforno, del­la cok­e­ria e gas metano. Ques­ta cen­trale dà lavoro a cir­ca 90 per­sone. Un con­fron­to serio e pro­gram­mati­co con quest’ azien­da dovrà essere aper­to per­ché prob­a­bil­mente una con­ver­sione a car­bone del­la cen­trale in vista di un forno elet­tri­co sarebbe favorita e non rifi­u­ta­ta. Per­ché scartare a pri­ori una sim­i­le ipote­si se fat­ti i con­ti può essere di util­ità per tut­ti e cioè sia per gli impren­di­tori, sia per i lavo­ra­tori sia per i cit­ta­di­ni? Quel­lo che non si può accettare è che si pen­si di aggi­rare l’osta­co­lo con provved­i­men­ti ammin­is­tra­tivi sul prez­zo del­l’en­er­gia elet­tri­ca, ipote­si dub­bia e sen­za futuro e comunque tale da non pot­er essere una opzione di van­tag­gio per Piom­bi­no doven­do even­tual­mente valere per tut­ta l’I­talia. Ammes­so che l’U­nione Euro­pea la pos­sa toller­are. È pos­si­bile allo­ra dis­cutere seri­amente sen­za pen­sare a rimedi­uc­ci e sen­za rifu­gia­r­si in utopie futuri­bili che non fan­no i con­ti con la realtà e le sue com­pat­i­bil­ità? Sarebbe utile dato che aspet­tan­do le svolte epocali niente sta succe­den­do ora­mai da anni.

Una risposta a “Energia elettrica: ne occorre molta e a basso costo”

  1. Pier Martel says:

    Lui­gi sono in accor­do sul­la tua pro­pos­ta a par­lare del futuro del­la nos­tra cit­tà però
    dob­bi­amo sapere bene di cosa sti­amo par­lan­do in quan­to pur essendo vero il prob­le­ma
    del­l’elet­tric­ità occorre chiarir­si le idee: se,come tu dici, ci sono sta­ti alcu­ni
    impren­di­tori inter­es­sati agli impianti di lam­i­nazione, non capis­co il prob­le­ma del Corex
    e del forno elet­tri­co in quan­to questi impianti sono pre­posti per la pro­duzione del­l’ac-
    ciaio men­tre ai treni di lam­i­nazione ser­vono solo bil­lette che poi, riscal­date nel forno
    del­lo stes­so impianto, ven­gono lam­i­nate. Quin­di su ques­ta base Corex e forno elet­tri­co non
    ser­vono. Se al con­trario questi impren­di­tori vogliono ricreare l’area a cal­do allo­ra occorre
    ricostru­ire colate con­tin­ue ecc., cioè rifare lo sta­bil­i­men­to; ecco che allo­ra ha mag­gior
    sen­so la tua pro­pos­ta del­l’en­er­gia elet­tri­ca

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