Enoteca comunale sì…enoteca comunale no

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PIOMBINO 15 luglio 2015 — Tan­to smoda­to è il Comune di Piom­bi­no nel­l’an­nun­cia­re prog­et­ti e per­cor­si quan­to par­co nel­la spie­gazione del­la loro incon­clu­den­za.
È la sorte è toc­ca­ta anche  all’ Enote­ca comu­nale.
«Presto aprirà un’Enote­ca comu­nale a Piom­bi­no» ave­va con­vin­ta­mente dichiara­to l’asses­sore Chiarei il 22 feb­braio 2015, ma invece nes­suna offer­ta final­iz­za­ta alla real­iz­zazione di un’ “Enote­ca Comu­nale” è sta­ta pre­sen­ta­ta e dunque la pro­ce­du­ra infor­male di selezione del “con­traente” per la sua real­iz­zazione è con­clusa. Lo dice la deter­mi­na diri­gen­ziale 368 del 19 mag­gio 2015 (per leg­gere clic­ca qui).
Ma andi­amo per ordine.
È il 2 aprile 2014, il Con­sorzio Tutela Vini D.o.c. Val di Cor­nia richiede al Comune di Piom­bi­no l’asseg­nazione di due fon­di (via Mazz­i­ni 1 e piaz­za Bovio 1) dove prevede lo svol­gi­men­to di inizia­tive come

  • degus­tazione e pos­si­bile ven­di­ta dei vini degli asso­ciati e di altre pro­duzioni locali;
  • piani­fi­cazione ed orga­niz­zazione di tour nelle can­tine;
  • pro­mozione del ter­ri­to­rio tramite la pos­si­bil­ità di “gemel­lag­gi” con Con­sorzi di altre aree;
  • attiv­ità info e for­ma­ti­va con degus­tazioni a tema per gli appas­sion­ati, som­me­lierie, ris­torazione e stam­pa spe­cial­iz­za­ta;
  • mostre, pre­sen­tazioni e dibat­ti­ti su tut­to quel­lo che riguar­da il mon­do rurale ed enogas­tro­nom­i­co;
  • sup­por­to all’or­ga­niz­zazione delle varie man­i­fes­tazioni enogas­tro­nomiche del­l’in­tera Val di Cor­nia.

La polit­i­ca del Comune di Piom­bi­no nel cam­po dell’ agri­coltura” prevede la pro­mozione del­la “fil­iera cor­ta”, quin­di del con­tat­to diret­to a chilometro zero tra il pro­dut­tore agri­co­lo ed il con­suma­tore, da real­iz­zarsi anche attra­ver­so la val­oriz­zazione e la conoscen­za del ter­ri­to­rio, delle aziende che vi oper­a­no e dei prodot­ti locali di qual­ità, tra i quali non ulti­mo il vino. Per questo il Comune ritiene oppor­tu­na la creazione di un appos­i­to spazio ded­i­ca­to ad inizia­tive di pro­mozione delle pro­duzioni vitivini­cole e dei prodot­ti di qual­ità del­la Val di Cor­nia, denom­i­na­to “Enote­ca Comu­nale”, spazio che deve essere col­lo­ca­to nel cen­tro stori­co e svol­gere le seguen­ti fun­zioni:

  • espo­sizione del­la pro­duzione vini­co­la del ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia e delle infor­mazioni riguardan­ti le aziende;
  • degus­tazione lib­era e gui­da­ta;
  • edu­cazione alla conoscen­za del vino sia nei con­fron­ti del pub­bli­co occa­sion­ale che ver­so quel­lo appas­sion­a­to e spe­cial­is­ti­co (ad esem­pio cor­si som­me­li­er, degus­tazioni pub­bliche, sem­i­nari.…);
  • pro­mozione del­la conoscen­za del ter­ri­to­rio sot­to il pro­fi­lo tur­is­ti­co;
  • preno­tazione del Tour del Vino nel ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia;
  • acquis­to dei prodot­ti.

Queste fun­zioni devono essere tese a perseguire un inter­esse di carat­tere pub­bli­co di pro­mozione e val­oriz­zazione del ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia e delle sue pro­duzioni di qual­ità, non doven­do in alcun modo tradur­si in un esclu­si­vo inter­esse di sin­goli alla mera com­mer­cial­iz­zazione dei pro­pri prodot­ti.
Il Comune ritiene la pro­pos­ta del Con­sorzio coer­ente ed in lin­ea con gli obi­et­tivi ten­den­ti alla real­iz­zazione di una “Enote­ca Comu­nale” tan­to più che la stes­sa pro­pos­ta non impli­ca la pre­vi­sione di un cos­to da parte del Comune, dice il Comune stes­so, dal momen­to che gli even­tu­ali lavori di ristrut­turazione e alles­ti­men­to dei locali sono posti a cari­co del pro­po­nente.
Nell’ osser­van­za dei prin­cipi di trasparen­za, lib­era con­cor­ren­za e par­ità di trat­ta­men­to, pro­muove una pro­ce­du­ra di evi­den­za pub­bli­ca, 16 aprile 2014, al fine di ver­i­fi­care se sus­sis­tano inter­es­si con­cor­ren­ti e/o pro­poste alter­na­tive da parte di altri oper­a­tori pri­vati, sin­goli o col­let­tivi, alla real­iz­zazione e ges­tione dell’iniziativa.
Per­ven­gono quat­tro man­i­fes­tazioni di inter­esse di cui soltan­to una ammis­si­bile.
Ven­gono così invi­tati il 1° aprile 2015 a pre­sentare una offer­ta defin­i­ti­va il tito­lare di quest’ul­ti­ma ed il sogget­to pro­mo­tore del­l’inizia­ti­va, cioè il con­sorzio.
L’in­vi­to riguar­da l’af­fi­da­men­to del­la ges­tione dei locali in Piaz­za Bovio n. 1 e via Mazz­i­ni n. 1 e la real­iz­zazione delle attiv­ità ogget­to del­l’inizia­ti­va denom­i­na­ta “Enote­ca Comu­nale”.
Il canone ann­uo pos­to a base d’asta non potrà essere infe­ri­ore a euro 7 .200  annui e com­in­cerà ad essere cor­rispos­to al ter­mine dell’ammortamento del cos­to dell’investimento rel­a­ti­vo alla sola ristrut­turazione dei locali con esclu­sione degli arre­di e degli alles­ti­men­ti.
Si richiede il Piano degli inves­ti­men­ti”, lo Svilup­po dell’Attività di Pro­mozione, il Prog­et­to Ges­tionale.
Nel Piano degli inves­ti­men­ti dovran­no essere indi­cati i prin­ci­pali inter­ven­ti di ristrut­turazione ed alles­ti­men­to dei locali fun­zion­ali all’esercizio delle attiv­ità ogget­to del  ban­do, e il rel­a­ti­vo inves­ti­men­to eco­nom­i­co.
Nelle Piano di pro­mozione devono essere in ogni caso garan­tite alcune attiv­ità min­ime:

  • espo­sizione del­la pro­duzione vini­co­la del ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia e dei prodot­ti agri­coli trasfor­mati del ter­ri­to­rio, for­nen­do infor­mazioni riguardan­ti le aziende;
  • degus­tazione lib­era e gui­da­ta dei prodot­ti e vini sopra citati;
  • edu­cazione alla conoscen­za del vino sia nei con­fron­ti del pub­bli­co occa­sion­ale che ver­so quel­lo appas­sion­a­to e spe­cial­is­ti­co (ad esem­pio cor­si som­me­li­er, degus­tazioni pub­bliche, sem­i­nari.…);
  • pro­mozione del­la conoscen­za del ter­ri­to­rio sot­to il pro­fi­lo tur­is­ti­co;
  • preno­tazione del Tour del Vino nel ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia;
  • acquis­to dei prodot­ti;
  • col­lab­o­razione con even­ti orga­niz­za­ti dal Comune rel­a­tivi alla pro­mozioneenogas­tro­nom­i­ca del ter­ri­to­rio.

Il Prog­et­to Ges­tionale deve invece indi­care le modal­ità di con­duzione ordi­nar­ia dell’Enoteca in par­ti­co­lare dovran­no essere pre­cisati i seguen­ti ele­men­ti essen­ziali:

  • i giorni d’apertura e di riposo set­ti­manale durante l’anno, garan­ten­do comunque l’apertura dal 1 mag­gio al 31 otto­bre, e con l’obbligo, nei peri­o­di di aper­tu­ra, di un solo giorno di chiusura alla set­ti­mana purché non sia né il ven­erdì, né il saba­to, né la domeni­ca;
  • l’orario gior­naliero d’apertura: la fas­cia oraria min­i­ma di aper­tu­ra è sta­bili­ta dalle ore 11:00 alle 14:00 e dalle ore 17:00 alle ore 21:00.
  •  il numero degli oper­a­tori impeg­nati nel­la con­duzione dell’Enoteca, le rel­a­tive pro­fes­sion­al­ità derivan­ti da espe­rien­ze pre­gresse e/o attes­ta­ti e le lingue straniere conosciute.

Si rib­adisce che si deve perseguire un inter­esse di carat­tere pub­bli­co di pro­mozione e val­oriz­zazione del ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia e delle sue pro­duzioni di qual­ità, non doven­do in alcun modo tradur­si in un esclu­si­vo inter­esse di sin­goli alla mera com­mer­cial­iz­zazione dei pro­pri prodot­ti.
Si arri­va così al 20 mag­gio 2015 per pren­dere atto che nes­suna offer­ta final­iz­za­ta alla real­iz­zazione di un’ “Enote­ca Comu­nale” è sta­ta pre­sen­ta­ta.
C’è da chieder­si se alla base del ban­do comu­nale ci sia sta­to un prog­et­to eco­nom­i­co-finanziario e la dimostrazione del­la sua sosteni­bil­ità ma è lecito dubitarne. Ma sen­za quel­lo il rap­por­to tra pub­bli­co e pri­va­to su cui il Comune tan­to con­ta non si può pro­prio costru­ire, al di là di tante enun­ci­azioni retoriche.

Una risposta a “Enoteca comunale sì…enoteca comunale no”

  1. Sia la vite che la per­sona han­no bisog­no di un “ter­reno” essen­ziale per attec­chire e crescere: così è l’in­sieme del­la antropolo­gia del­l’uo­mo in Val del­la Cor­nia nel­la quale il sogget­to isti­tuzionale, addet­to alla pro­duzione del­la cul­tura sociale, polit­i­ca e pro­dut­ti­va dove­va preparare un “ter­reno” educa­ti­vo ad una eti­ca civi­ca dei doveri e dirit­ti in eguale misura per essere preparati e pron­ti alle eve­nien­ze di cresci­ta. Nel 1980 la parten­za dei viti­coltori fu otti­ma, come la pri­ma fase di cresci­ta, come l’alun­no che viene pro­mosso per­chè sa leg­gere e scri­vere, ma non vuole più andare alle scuole supe­ri­ori per inserir­si in un con­testo cul­tur­ale e pro­dut­ti­vo adegua­to al con­testo ter­ri­to­ri­ale, nazionale e inter­nazionale. Le dinamiche eco­nomiche fan­no saltare i pas­sag­gi sociali di una cresci­ta omo­ge­nea dei ter­ri­tori per­chè i sogget­ti pro­dut­tivi non han­no una cul­tura col­let­ti­va vera; quel­la bugia­r­da è crol­la­ta nel 1989, facen­do perdere anche la min­i­ma fidu­cia per crescere insieme e quel­lo che è rimas­to è l’in­di­vid­u­al­is­mo che c’è in natu­ra e un ter­ri­to­rio ari­do di prin­cipi e voglia di fare. Di esem­pi buoni non ce ne sono e tut­to rimane nell’ approssi­mazione e in qualche sogget­to che sa val­oriz­zare il vino del­la Val di Cor­nia. D’al­tra parte abbi­amo una infinità di DOC, DOCG e IGT rap­p­re­sen­tate da una miri­ade di etichette, come del resto è tut­to così fram­men­ta­to il ter­ri­to­rio pro­dut­ti­vo. Sarebbe nec­es­sario che i Sin­daci volessero, ma non ne han­no voglia, unire i sogget­ti pro­dut­tivi per creare forza, eff­i­cen­za, effi­ca­cia nel pre­sen­tar­si in modi più chiari in una immag­ine che avrebbe basi solide e ampie. Ho i mie seri dub­bi che pos­sa suc­cedere e allo­ra con­sigli­ate ami­ci e conoscen­ti di andare a degustare dei vini in luoghi dove ci sono per­sone qual­ifi­cate. In Val di Cor­nia che fan­no la dif­feren­za sono sem­pre degli sparu­ti ma liberi sogget­ti; E’ cosi in tut­to.

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