Ente parco regionale? Il peggiore dei rimedi
PIOMBINO 16 dicembre 2013 — La società dei Parchi della Val di Cornia ha appena compiuto venti anni e, anziché abbandonare la gracile età dello sviluppo per avviarsi verso una vita adulta, stenta a muovere definitivi sia pure dopo un’adolescenza brillante, incapace di marcare uno sviluppo che i tempi renderebberoinvece necessario.
La Parchi è giuridicamente una Spa a prevalente capitale pubblico, perfetta espressione degli enti locali che nel 1993, dopo che il sistema dei parchi si era trasformato in previsioni urbanistiche comuni, la costituirono: i comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta.
Lo scopo dichiarato fu quello di valorizzare il patrimonio archeologico e naturalistico del comprensorio. E in questa ottica, in via praticamente immediata, vennero realizzati il parco archeologico di Baratti e Populonia, il parco di San Silvestro, il parco costiero della Sterpaia, il parco di Rimigliano e il parco di Poggio Neri.
L’originaria ipotesi di fare della società un organismo capace di raggiungere l’equilibrio economico attraverso una missione imprenditoriale indirizzata alla cultura è stata per anni perseguita con convinzione poi gradualmente abbandonata, ufficialmente per motivi formali ma in verità per scarsa convinzione.
Si è arrivati così al tempo della ricerca dei rimedi. Non c’è un dibattito esplicito ma l’alternativa è tra chi vorrebbe continuare sulla strada della gestione pubblica e chi invece auspica il ritorno alla originaria aspirazione imprenditoriale con una reale apertura ai privati. L’unico modo, come dimostrano esperienze maturate in molte realtà straniere, di poter davvero valorizzare un patrimonio eccezionale che per fortuna la natura e la storia hanno regalato anche alla Val di Cornia.
La vecchia strada si vorrebbe, tra l’altro, riproporre in un nuovo tracciato indirizzato fino alla costituzione di un ente parco regionale, ovvero l’esaltazione della componente pubblica oltretutto in una forma che ha dimostrato i propri limiti arrivando spesso alla realizzazione di autentici carrozzoni che hanno divorato risorse senza offrire servizi.
Che le scelte siano in presenza di un bivio se ne è accorto anche il Pd che nel suo recente documento programmatico non ha certo sostenuto l’ipotesi dell’Ente parco verso la quale parrebbero invece orientarsi le indicazioni di alcuni degli enti locali soci della Spa. Quasi il prevalere di una ipotesi di disimpegno, prioritaria rispetto all’esigenza di sviluppare la politica dei parchi nella Val di Cornia e valorizzare davvero un tale incommensurabile patrimonio.