Il fantasma di Creo si aggira per l’Apea di Colmata
PIOMBINO 27 maggio 2017 — Un fantasma si aggira per l’Apea (l’Area produttiva ecologicamente attrezzata di Colmata gestita dalla cooperativa sociale onlus “La Contadina Toscana”). È il fantasma di Creo. Creo è un’azienda che ha presentato ai Comuni di Capannori e Piombino progetti per produrre lignite (carbone) da rifiuti organici. Capannori ha detto di no. La giunta comunale di Piombino fin dal giugno 2016 gli ha addirittura preassegnato un lotto di terreno in tale area.
A nostra conoscenza, impianti simili esistono solo in Spagna, vicino a Valencia, con due sezioni poste lontano dall’abitato. A Piombino sarebbero dieci sezioni, non distanti da un’area abitata da numerose famiglie (e dall’approdo di Terre rosse), nella zona dove già insiste la discarica di Rimateria, fonte di numerosi disagi. L’impianto spagnolo ha trattato fino ad oggi solo rifiuti biodegradabili di origine vegetale. A Piombino i rifiuti ammessi sono venti ed appartengono a diverse categorie. Dal Registro Imprese — Archivio ufficiale della CCIAA di Milano, risulta che il capitale sociale effettivamente depositato da Creo in data 29/06/2015 è di 2.500 euro, a fronte di un investimento previsto di oltre venti milioni. Il piano industriale per essere economicamente sostenibile prevede di carbonizzare non meno di 60mila tonnellate/anno: una quantità difficilmente reperibile, utilizzando per giunta rifiuti organici di tipologie assai eterogenee e quindi meno controllabili nel corso del processo di carbonizzazione, allo scopo di produrre circa 16mila ton/anno di lignite di qualità mediocre.
Resta poi il problema del sottoprodotto da smaltire, con il relativo costo e impatto ambientale. Creo evidentemente intende realizzare profitti principalmente grazie ai rifiuti che lì verrebbero conferiti: più ne arrivano, più si guadagna. Invece, dai rifiuti organici è più razionale produrre compost per l’agricoltura. Un progetto debolissimo e contraddittorio, dunque, a proposito del quale sono state presentate in Regione alcune osservazioni fortemente critiche. Per tali motivi, ed altri ancora, il Comune e Legambiente di Capannori hanno respinto il progetto Creo. Un progetto che – se mai dovesse decollare qui — non potrà evidentemente garantire posti di lavoro dignitosi giacché, a nostro avviso, appare economicamente ed ecologicamente non sostenibile. Esso ci sembra richiamare piuttosto lo stile “prendi i soldi e scappa”: chi non ricorda la vicenda One Comm? Creo ha richiesto finanziamenti per circa 17 milioni di euro al Ministero dello sviluppo economico (già giudicato inammissibile dal Ministero stesso, dopo che un’analoga richiesta di finanziamento era stata respinta dalla Regione Toscana, ndr). In ogni caso, non sarà affastellando tutto e il contrario di tutto che si risolleveranno le sorti dell’economia, dell’occupazione e della qualità sociale e ambientale della Valdicornia.
E, proprio a proposito di qualità ambientale e sociale, nel corso dei lavori del consiglio comunale del 23 maggio finalmente anche il sindaco Giuliani riconosce che le vitali bonifiche del Sito di interesse nazionale (Sin) di Piombino non hanno fatto passi avanti. Egli, a quanto pare, chiede (forse autocandidandosi) che venga nominato un commissario locale. La cosa merita una riflessione. Come non ricordare infatti che è stata proprio l’amministrazione comunale a farsi commissariare, dichiarandosi incapace di portare avanti la bonifica di Poggio ai Venti (di competenza comunale) e delegando tale compito a Enrico Rossi, commissario straordinario dell’area di crisi industriale complessa di Piombino? Questi, successivamente, ha affidato tale compito all’Autorità portuale. Come non ricordare poi la mancata bonifica di Città Futura, da anni in capo al Comune? L’amministrazione comunale dunque non ha certo brillato sul terreno delle bonifiche, le quali sono una priorità assoluta, sia sotto il profilo dell’occupazione, sia sotto quello ambientale. Proprio come nella vicenda Creo, si procede in modo approssimativo. Una strategia coordinata a livello istituzionale in materia di bonifiche: questo è invece l’impegno necessario. Una regia locale serve se inserita in questa precisa assunzione di responsabilità.
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