Fare chiarezza sul caso del Centro riabilitazione
PIOMBINO 14 aprile 2020 — Le notizie che giungono sulla presenza di pazienti positivi al Covid-19 nella struttura di Campiglia riempiono di sconcerto e apprensione.
In verità molti dubbi permangono sull’intera operazione che non sembra esente da improvvisazione in un ambito nel quale la rigorosa esattezza della pianificazione è sempre un presupposto imprescindibile a tutela del personale sanitario e della salute della collettività.
La decisione di individuare Campiglia come sede per la convalescenza di pazienti negativizzati al Covid 19 va di pari passo ai disservizi per la riabilitazione che vi si svolgeva, come denunciato da un utente sulla stampa, ma era un servizio per cui si era garantito l’arrivo di soli pazienti negativi in struttura.
Questo perché la struttura non è minimamente attrezzata come presidio Covid-19 e, l’invio di pazienti positivi significa esporre al rischio del contagio personale sanitario e utenza. Inutile ricordare la presenza dell’RSA e dunque la permanenza nel medesimo plesso di soggetti ad alto rischio.
Adesso, oltre ad augurarci che il contagio non abbia interessato né il personale sanitario, né gli utenti di Campiglia, occorre far piena luce sull’intera operazione, dalla genesi del progetto per le convalescenze, sino alla gestione delle informazioni sulle effettive condizioni dei pazienti inviati nella struttura.
In ogni caso siamo di fronte ad un episodio gravissimo in cui si sommano una drammatica inconsistenza nella progettazione, una grave sottovalutazione dei rischi nella gestione dei progetti e una carenza di trasparenza nella circolazione delle informazioni che lascia impietriti.
Mentre si chiede alla cittadinanza prudenza e senso civico, si lodano gli sforzi del personale sanitario e si impongono misure di contenimento che richiedono sacrifici economici pesantissimi per le aziende, non si giustifica in alcun modo una condotta così dissennata che azzera la fiducia dei cittadini nelle autorità competenti, un danno gravissimo soprattutto in tempi così complicati.
A tutto questo si aggiunge la preoccupazione che tutti i servizi spostati per permettere questa iniziativa, possano in seguito tornare nella loro sede originaria.
Gruppo 2019