Fate la carità per resuscitare la lapide fantasma
CAMPIGLIA MARITTIMA 4 agosto 2018 — Ormai da anni e per innumerevoli volte, il Comitato per Campiglia ha denunciato il fatto che la lapide dedicatoria di Alessandro Verrazzano del 1503, caduta a terra cinque anni fa, raccolta a pezzi dal Comitato per Campiglia e consegnata all’assessore alla cultura, non è mai stata restaurata e riposizionata sul pozzo al quale era murata.
Ultimamente l’assessore Bertocchi ha “rassicurato” tutti dichiarando che la lapide è sana e vegeta, facendosi fotografare con un pacchetto che conteneva i pezzi della lapide. All’ironica rassicurazione si aggiungeva che tutto era a disposizione della Soprintendenza.
Si potrebbe dire allora che il Comitato dimostra una “fissazione” portando avanti una richiesta alla quale la Soprintendenza non ha mai risposto e sulla quale il Comune ha taciuto a lungo.
In realtà tutta la vicenda potrebbe essere presa per simboleggiare l’approccio dell’amministrazione ai problemi di conservazione, tutela e promozione del centro antico.
Infatti nel momento in cui la mancanza di manutenzione di un bene pubblico (il pozzo in questo caso), porta al degrado del manufatto (caduta e frammentazione della lapide), il Comune adotta sistematicamente il metodo del fare nulla, giustificandosi dietro l’affermazione di mancanze di qualcun altro. In questo caso l’assessore Bertocchi dice di aspettare la Soprintendenza come se fosse obbligo di questa il restauro della lapide.
O l’assessore è all’oscuro di come procedono le cose, specialmente dopo la riforma Franceschini che ha ridotto le Soprintendenze a strutture prive di uomini, mezzi e fondi e quindi ancora più carenti di quanto non fossero anni fa, oppure racconta favole ai cittadini.
Le Soprintendenze NON procedono necessariamente a restaurare i monumenti e nella maggiore dei casi i proprietari pubblici e/o privati restaurano i beni a loro spese facendo eseguire i lavori a ditte specializzate, sotto la direzione di tecnici abilitati per il restauro e seguendo le disposizioni date dalla Soprintendenza. Quindi nel nostro caso il Comune avrebbe dovuto far fare dei preventivi a restauratori accreditati presso la Soprintendenza e sceglierne uno al quale far restaurare la lapide previa relazione di restauro da far approvare dalla Soprintendenza.
Nulla di tutto ciò ci risulta essere stato fatto o almeno mai l’assessore ha comunicato di avere adottato questi provvedimenti.
Il restauro della lapide è valutabile in qualche centinaio di euro ma ci rendiamo conto di quanto sono povere le casse del Comune dopo avere speso tutto in papaveri e papere.
Suggeriamo allora al Comune di promuovere una campagna pubblica per la raccolta dei fondi per il restauro, dichiariamo fin d’ora che il Comitato per Campiglia sarà ben lieto di contribuire a questa caritatevole raccolta.